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SPORT MILITARE DALL'INGRESSO DELL'ITALIA NEL CISM ALLE PROSPETTIVE FUTURE

del colonnello RINALDO SESTILI, capo ufficio Sport e Collegamento Difesa-Coni

 

Dopo il secondo conflitto mondiale, la preparazione atletica dei militari non venne intesa, dalle ricostituite Forze Armate Italiane, unicamente ai soli fini addestrativi, ma prese sempre più piede il modello di valori propri dello sport olimpico: lo sport come confronto fra uomini, nel pieno rispetto altrui, e come modello di pace. Proprio in quegli anni, il 18 febbraio 1948, a Nizza, per iniziativa di cinque paesi - Belgio, Danimarca, Francia, Lussemburgo e Olanda - viene fondato il CISM, Consiglio Internazionale dello Sport Militare, portatore di una visione dello sport militare più globale e con l’ambizioso obiettivo di stringere relazioni permanenti tra le Forze Armate di tutto il mondo nel campo dello sport e dell’educazione fisica.
Viene scelto il motto Friendship through sport” - ”amicizia attraverso lo sport” -, con il quale si vuole conferire alle Forze Armate, mediante lo sport, una rivalità esclusivamente agonistica. L’Italia entra a far parte del CISM il 25 giugno del 1949, dopo che alle cinque nazioni fondatrici si sono già aggiunte Svezia e Turchia. Oltre alle competizioni sportive classiche, riscuotono un incoraggiante successo proposte al CISM di prove sportive a carattere puramente militare: il colonnello Debrus (Francia) lancia nel 1947 il pentathlon militare, il capitano Petit (Francia) sperimenta a Vichy, nel 1948, il proprio pentathlon aeronautico, il capitano di vascello Vocaturo (Italia) propone a Venezia, nel 1952, il pentathlon del mare. Una nuova via è tracciata.

Durante questo periodo i campionati vengono disputati un po’ ovunque nel mondo. Riconosciuto dal Comitato Olimpico Internazionale e successivamente addirittura dall’Onu nel 2007, il CISM è attualmente l’unica organizzazione multisportiva militare internazionale cui aderiscono 131 Paesi e nella quale si riconoscono circa 40 milioni di persone, dell’Europa, delle Americhe, dell’Africa e dell’Asia.
Esso, oltre a organizzare campionati internazionali militari di ogni disciplina sportiva, assegna un posto importantissimo alle questioni relative all’allenamento fisico e sportivo e, in questa prospettiva, appoggia la realizzazione di congressi medici, di corsi di informazione e di giornate di studio, con lo scopo di dare a tutti i Paesi interessati la possibilità di utilizzare risultati ed esperienze comuni. Sono, attualmente, 24 gli sport in seno al CISM che sono oggetto di campionati del mondo. Sport militari: pentathlon aeronautico, militare e navale, paracadutismo e tiro; sport individuali: atletica leggera (compreso il cross-country), ciclismo, golf, equitazione, nuoto (compresi tuffi, salvataggio, pallanuoto), orientamento, pentathlon moderno, sci (alpino e nordico), triathlon e vela; sport di combattimento: boxe, scherma, judo, lotta e taekwondo; sport collettivi: basket, calcio, pallamano e pallavolo.

I Giochi Mondiali Militari. Altra pietra miliare nel processo evolutivo del CISM è l’organizzazione, nel 1995 a Roma, della prima edizione dei Giochi Mondiali Militari. Lo sport militare si dota, in questo modo, di uno strumento che, oltre al grande valore simbolico, appartiene oggi a pieno titolo al ristretto novero delle competizioni sportive internazionali di più elevato contenuto tecnico e agonistico. Oggi, dopo le edizioni di Zagabria nel 1999, Sicilia nel 2003, India nel 2007 e, nel prossimo 2011, Rio de Janeiro, viene presentata la candidatura, accolta favorevolmente dal ministro della Difesa, della Valle d’Aosta, ad organizzare la prima edizione dei Giochi Mondiali Militari Invernali, prevista dal 20 al 25 marzo 2010.

La formazione sportiva delle Forze Armate. Le Forze Armate hanno da sempre posto particolare attenzione alla cura e alla pratica dello sport sviluppando, fondamentalmente, tre tipi di attività sportiva: l’attività formativa, svolta presso gli Istituti di formazione, che ha lo scopo di educare alla pratica dello sport i giovani neo arruolati; l’attività addestrativa che consentire il mantenimento dell’efficienza psico-fisica del personale militare; l’attività di élite o di vertice, che ha lo scopo di sostenere lo sport nazionale e consentire agli atleti nazionali di vertice, arruolati nelle Forze Armate, di esercitare la pratica della loro disciplina «a tempo pieno». Viene svolta presso i Centri sportivi agonistici di Forza Armata o in strutture del Coni.

In ambito di vertice è costituito l’ufficio Sport e di collegamento Forze Armate/CONI dello Stato Maggiore della Difesa, che coordina l’attività sportiva interforze, e del Consiglio internazionale dello sport militare, delegando la gestione delle specifiche discipline ad ogni Forza Armata, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza. In particolare l’Esercito coordina calcio, taekwondo, lotta libera, pugilato, sport equestri, paracadutismo e pentathlon militare. La Marina coordina vela, pentathlon navale, canoa/kayak, canottaggio, tiro a volo. L’Aeronautica coordina pallacanestro, scherma, pallavolo, volo a vela, ginnastica, pentathlon aeronautico e tiro con l’arco. I Carabinieri coordinano sport invernali, judo, triathlon e pentathlon moderno. Da ultimo, la Guardia di Finanza coordina atletica leggera, nuoto, nuoto per salvamento, tuffi e tiro a segno.

La policy sportiva dello Stato Maggiore della Difesa. La situazione attuale vede lo sport militare organizzato e gestito dalle Sezioni Sport degli Stati Maggiore di Forza Armata e del Comando Generale dei Carabinieri, e l’esistenza di 16 Centri sportivi funzionalmente dipendenti, presso i quali si svolgono circa 31 discipline sportive tramite l’impiego di un cospicuo numero di atleti, il cui reclutamento è avvenuto sia con arruolamento ordinario che con arruolamento speciale. A tal riguardo si precisa che il reclutamento degli atleti ha luogo, per ciascuna Forza Armata, mediante concorsi per titoli, nei limiti delle consistenze del personale volontario di truppa in ferma quadriennale (per l’Arma dei Carabinieri, nel limite delle vacanze organiche del ruolo appuntato e carabinieri e, addirittura, dal diciasettesimo anno di età).

Una completa e attenta revisione dell’organizzazione sportiva militare risulta oggi condivisibile dalla maggior parte dei responsabili del settore e di conseguenza appare sempre più necessario realizzare un programma realmente interforze, economizzando e ottimizzando tutte le risorse umane, infrastrutturali e finanziarie da destinare alle singole discipline sportive, alla luce della contrazione dello strumento militare e delle risorse umane strettamente imprescindibili: questa è la sfida dei prossimi anni.

Punti di criticità da smussare. Ridimensionamento dell’attuale elevato numero di centri sportivi esistenti e contestuale riduzione del numero massimo di atleti incorporabili; contenimento delle discipline sportive praticate e loro ripartizione all’interno delle Forze Arma-te/Comando Generale; revisione dei criteri per la concessione della qualifica di atleta di livello nazionale; l’aggiornamento della composizione del Comitato Sportivo Militare e le nuove responsabilità da assegnare all’Ufficio Sport dello Stato Maggiore della Difesa.

 

Tags: forze armate Marina Militare Esercito Italiano Carabinieri Difesa sport Guardia di Finanza novembre 2009

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