PREMIO DAPHNE CARUANA GALIZIA PER IL GIORNALISMO
Il 3 maggio, giornata mondiale della libertà di stampa, il Parlamento europeo ha lanciato l’invito a presentare le proposte per il premio Daphne Caruana Galizia per il giornalismo 2024, un riconoscimento annuale per il giornalismo d’eccellenza che promuove e difende i principi e i valori fondamentali dell’Unione europea quali dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, Stato di diritto e diritti umani.
Possono partecipare giornalisti professionisti o team di giornalisti di qualsiasi nazionalità, presentando su https://daphnejournalismprize.eu/ entro le 12:00 del 31 luglio prossimo, inchieste approfondite pubblicate o trasmesse da mezzi di comunicazione con sede in uno dei 27 Stati membri dell’Unione. L’obiettivo è promuovere e sottolineare l’importanza del giornalismo professionale nella salvaguardia della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e dei diritti umani.
Il vincitore verrà scelto da una giuria indipendente, composta da rappresentanti della stampa e della società civile dei 27 paesi dell’UE e da rappresentanti delle principali associazioni dei giornalisti europee. Il premio, e i 20.000 euro assegnati al vincitore, dimostrano il sostegno del Parlamento al giornalismo investigativo e l’importanza di una stampa libera.
Negli ultimi anni, il Parlamento ha segnalato i tentativi, all’interno e all’esterno dell’UE, di minare il pluralismo dei media. I deputati hanno infatti denunciato gli attacchi ai giornalisti, in particolare da parte dei politici, e chiesto alla Commissione di presentare una proposta legislativa contro le azioni legali vessatorie nel 2021, che sono state effettivamente approvate a febbraio 2024. A marzo di quest’anno, il Parlamento ha dato il via libera anche alla legge europea per la libertà dei media, una nuova normativa per proteggere i giornalisti dell’UE e la libertà di stampa.
La blogger e giornalista maltese Daphne Caruana Galizia è stata autrice di numerose inchieste sulla corruzione, il riciclaggio di proventi illeciti, la criminalità organizzata, la compravendita di passaporti per acquisire la cittadinanza maltese e i legami del governo dell’isola con lo scandalo dei Panama papers. È stata vittima di vessazioni e minacce, culminate nell’esplosione di una bomba nascosta nella sua auto che ha posto fine alla sua vita il 16 ottobre 2017. Il clamore e le proteste per il modo in cui le autorità competenti hanno gestito le indagini sul suo omicidio hanno portato il primo ministro Joseph Muscat a dimettersi dall’incarico. Critico sulle mancanze delle indagini, a dicembre 2019 il Parlamento ha chiesto alla Commissione europea di intervenire.
Nell’ottobre scorso, a sei anni dall’uccisione, il Parlamento si è detto preoccupato per gli scarsi progressi compiuti in merito al suo assassinio. I deputati hanno espresso rammarico per il fatto che le indagini abbiano portato solo a tre condanne e hanno insistito sulla necessità di assicurare alla giustizia tutte le persone coinvolte.