VILLA ALBANI TORLONIA: RESTITUITA LA TESTA DELLA SCULTURA DELL’IDROFORA
I Carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Culturale hanno restituito una testa femminile in marmo, da una statua detta Idrofora, asportata dal parco di villa Albani-Torlonia nel novembre 1978 insieme ad altre quattro opere.
Nel febbraio 2015, l’amministrazione del principe Alessandro Torlonia comunicava al reparto operativo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale che uno studioso tedesco aveva individuato, in una pubblicazione d’arte, una testa in marmo corrispondente a quella asportata dalla statua dell’idrofora che era all’interno del parco di villa Albani-Torlonia. La testa in effetti coincideva con la statua della portatrice d’acqua - questo il significato del nome con cui è nota - identificata nell’inventario di Stefano Antonio Morcelli, Carlo Fea, Ennio Quirino Visconti al n. 521: “IDROFORA, statua che finisce in erma, grande al vero, marmo greco. È questa collocata, come già forse in antico, a decorazione di una fontana, tenendo nelle mani due idrie donde scaturiscono le acque” (La villa Albani descritta).
Le indagini condotte dai Carabinieri, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, hanno permesso di accertare che l’immagine raffigurava una testa facente parte di una collezione privata di Zurigo, in Svizzera. Le ulteriori indagini dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale con la magistratura svizzera hanno dimostrato che l’opera era stata ereditata in buona fede dalla moglie del collezionista che si era dichiarata disponibile alla restituzione, a seguito dell’expertise curata dalla Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma del Ministero della Cultura. L’opera è stata quindi rimpatriata nell’aprile 2022 e restituita alla Fondazione Torlonia, comodataria della villa Albani-Torlonia, che ne ha curato il restauro e il riallestimento nella sua sede originaria.
Con i propri busti, bassorilievi, statue, vasi, colonne e capitelli disposti secondo un preciso progetto d’arredo nei raffinati interni e negli otto ettari di parco, villa Albani Torlonia a Roma preserva intatto il sogno di classicismo del cardinale Alessandro Albani (1692-1779) promotore, con il “cenacolo di villa Albani” - tra cui Giovanni Battista Nolli, Giovanni Battista Piranesi e Johann Joachim Winckelmann -, del movimento neoclassico, grazie alla famiglia Torlonia che acquista la villa nel 1866, ampliando la collezione e il giardino e restaurando la più importante dimora cardinalizia del Settecento.
Le opere della collezione Torlonia e di villa Albani Torlonia sono da sempre conservate grazie al lavoro di un gruppo di restauratori e tecnici di fiducia, sotto l’alta sorveglianza del Ministero della Cultura con cui vengono condivisi i criteri di conduzione dei progetti: la Fondazione Torlonia ha così portato a compimento il restauro dell’affresco “Il Parnaso” di Anton Raphael Mengs, nel salone principale della villa, considerato il manifesto pittorico del Neoclassicismo, gli affreschi della sala degli Arazzi e quello, durato tre anni, delle oltre 100 sculture della kaffeehaus.
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