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VINITALY SPECIAL EDITION A VERONA CON ENOLITECH, SOL&AGRIFOOD E WINE2WINE BUSINESS FORUM

Vinitaly special edition: evento strategico per consolidare la crescita del settore”, dal 17 al 19 ottobre finalmente in presenza a Verona con 400 aziende in rappresentanza di tutta Italia ed esponenti di 35 nazioni estere (oltre l’Europa, tra i partecipanti molto Est Europa che sta crescendo velocemente, Cina e anche Giappone che ha sofferto molto, infine Nord America, grande acquirente dei vini italiani). Una special edition poiché riservata unicamente al b2b, durante la quale i produttori incontreranno operatori professionali selezionati da Veronafiere, da Ice Agenzia o dalle aziende medesime. Un segnale di fiducia per le imprese, che partecipano numerose, e la possibilità di un match tra le imprese del vino e il mercato. Un’edizione unica quindi, che include Sol&Agrifood, salone dell’agroalimentare di qualità (olio extravergine, cibo e birra artigianale); Enolitech, dedicato alle tecnologie per la produzione di vino, olio e birra; Wine2Wine business forum su formazione e networking delle imprese della filiera vinicola orientate all’export. Con la speranza non si debba ripetere la necessità di organizzare un evento chiuso al pubblico, che deve attendere la 54° edizione dal 10 al 13 aprile 2022).

In conferenza stampa, il governatore della Regione Veneto Luca Zaia è fiducioso: “Un buon inizio, se consideriamo che il Veneto nell’ultimo anno ha prodotto oltre 11 milioni di ettolitri di vino (su circa 50 totali), primi in Italia e quarto player nell’export con 2 miliardi e 240 milioni di esportazioni. Il Veneto conta 53 denominazioni e i produttori chiedono di tornare sul mercato”. In merito alla vicenda del Prosek croato, alla domanda su come si protegga il vino italiano da chi cerca di copiarlo, Zaia risponde tranchant: “Lavorando. Se si consente a qualcuno di inventare i dossier accorgendosene quando sono già arrivati in Europa, qualcosa non funziona. La tutela deve essere ferrea anche se siamo per la globalizzazione, però con un’identità forte che ci ha permesso di essere sempre vincenti. Non si tratta solo di condividere con le poche bottiglie croate un’etichetta apposta su ben 700 milioni di bottiglie di Prosecco, ma è un fatto di principio che, se passa, indica la fine delle identità in Europa”. Per il sindaco di Verona Federico Sboarina, Vinitaly è un segnale del dramma dal punto di vista economico che si è abbattuto a causa della pandemia: ”Non fare il Vinitaly è qualcosa di impensabile per noi; ora invece Verona è la prima a ripartire con le fiere in presenza. Inoltre, Vinitaly Special Edition si inserisce in un contesto di destagionalizzazione: a metà ottobre è fondamentale passaggio per le presenze turistiche e per il Vinitaly 2022 come ulteriore slancio all’export del nostro vino”.

Al direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani il compito di spiegare perché questa special edition, che arriva come culmine di un programma svolto nel 2021 con Vinitaly Preview e OperaWine, tenutesi a giugno; quest’ultima, nata nel 2012 dalla collaborazione di Veronafiere e Vinitaly con Wine Spectator, è una selezione da parte della rivista americana di ‘finest italian wines: 100 great producers selected by Wine Spectator’: “Questa edizione speciale ha una ragione in più per esistere, in quanto il vino italiano sta andando bene sul mercato domestico e internazionale ma è necessaria un’ulteriore spinta verso l’obiettivo di 7 miliardi di export a livello globale, un obiettivo vicino. Vinitaly special edition ha quindi una funzione di supporto a mercati e buyer, oltreché nella comunicazione al comparto vino italiano che ci sia qualcosa in più che aiuta in questa direzione. È un’edizione questa focalizzata sul mercato nazionale, che ha sofferto di più per il crollo importante del ‘fuori casa’, che approfondiremo grazie a incontri con Fipe e Vinarius, oltre che con la GDO che dalla pandemia si è strutturata di più sulla qualità”.

Sono infatti in programma approfondimenti con la federazione pubblici esercizi Fipe Confcommercio affinché l’horeca, primo canale di sbocco per i vini made in Italy con il 36% delle vendite interne per un controvalore di oltre 2 miliardi di euro (dati Uiv 2019), possa degustare i migliori vini e intercettare le nuove proposte dal comparto produttivo. Con l’associazione delle enoteche italiane Vinarius si analizza invece il ruolo dell’enotecario, importante perché consulente e comunicatore della cultura enologica: il convegno in calendario analizzerà gli asset fondamentali del processo evolutivo dell’enoteca di oggi, ossia vino, turismo, artigianato agroalimentare e digitalizzazione. Particolarità del mercato attuale è che cresce la cifra totale ma anche il valore medio della singola bottiglia. Commenta Mantovani: “Il periodo si è rivelato favorevole pur con un processo di selezione dei vini differente, perché meno fuori casa ma più canali distributivi diversi, il consumatore che ha scelto vino italiano ha scelto quello di fascia più elevata, quelli che si chiamavano vini premium, che rappresentano eccellenza ma faticavano sul mercato a far valere il proprio contenuto di valore”.

Conclude il presidente di Veronafiere Maurizio Danese con un ringraziamento ai soci dell’ente fieristico per aver interamente sottoscritto l’aumento di capitale di 30 milioni di euro, soprattutto il Comune di Verona (con circa 39% di partecipazione al capitale sociale) che ha destinato 12 milioni di euro. “Abbiamo deciso di investire in un settore che dà molto a Verona e al Veneto. Questa edizione speciale nasce da un’idea di Giovanni Mantovani, idea che poteva essere rischiosa per via del periodo vicino alla vendemmia. Non poteva essere che dal 2019 non ci fossero eventi promozionali relativi al comparto vino, autentico campione di made in Italy con una bilancia commerciale attiva per 6,5 miliardi l’anno e il cui tessuto connettivo è rappresentato da piccole e micro-imprese”. Così, dopo una riflessione pensando anche al Salone del Mobile di Milano, che organizzava infatti il Supersalone i primi di settembre, si è optato per questo evento cui ora guarda tutto il mondo del vino e del made in Italy; peraltro il Salone del Mobile non appartiene a Fiera Milano mentre Vinitaly è di Veronafiere. Veronafiere prosegue intanto con il piano industriale che prevede a Shenzhen, terza città della Cina per importanza economica dopo Pechino e Shanghai, dal 2 al 4 dicembre Wine to Asia, dedicata ai professionisti del settore vinicolo dell’area Asia/Pacifico: “puntiamo ad avere circa 500 espositori, e se tutto va come deve andare diventerà la prima fiera del vino in tutto il continente asiatico in un anno difficilissimo per quell’area del mondo. A novembre poi Mosca. Con Ice è in preparazione un’iniziativa dedicata alla Germania tendenzialmente per fine gennaio o febbraio, e una promozione del Vinitaly 2022 in America. Inoltre, pianifichiamo uno sviluppo dell’international academy del Vinitaly e infine Wine South America in Brasile a settembre”. In merito al mercato cinese, in particolare l’import di vino in Cina rappresenta l’8% di quello mondiale con un valore di 2 miliardi 415 milioni di euro. Anche per via dei super dazi comminati all’Australia, l’incremento del vino made in Italy nel primo semestre 2021 si è infatti attestato a +73% (fonte: Istat), con la quota italiana di mercato che torna in doppia cifra (10,4%) per la prima volta dopo lungo tempo e che fa sì che oggi l’Italia sia il terzo fornitore nel colosso cinese, dopo Francia e Cile.

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