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Occhio alla sanità - Fabio Mazzotta: Sanofi, farmaci innovativi per il benessere e per la «cura di sé»

Fabio Mazzotta, general manager Italia  della divisione Consumer Healthcare di Sanofi

Sanofi è al secondo posto per fatturato tra le aziende farmaceutiche in Italia dove ha una significativa presenza industriale.
La filiale italiana produce e commercializza farmaci in tutte le aree di attività del Gruppo, tra le quali: cardiovascolare, diabete, oncologia e tumori del sangue, nefrologia, farmaci equivalenti (con Zentiva), malattie rare e sclerosi multipla, (con Genzyme), salute animale, (con Merial) e vaccini attraverso Sanofi Pasteur MSD Italia, joint venture al 50 per cento tra Merck e Sanofi Pasteur. Sanofi Italia ha una sede a Milano, dove si trovano anche Zentiva e Merial, e una sede Genzyme a Modena. In Italia sono presenti cinque stabilimenti produttivi: Origgio (VA), Anagni (FR), Scoppito (AQ), Brindisi e Noventa Padovana (PD). La ricerca si svolge nella sede di Milano dove opera un’unità di ricerca clinica (CSU - Clinical Study Unit) con 39 collaboratori, dedicata alla conduzione degli studi clinici. La CSU italiana coordina le attività di sviluppo nei Paesi del cosiddetto «Cluster Adriatico»: Romania, Bulgaria, Grecia, Slovenia, Croazia, Serbia, Albania, Bosnia Erzegovina. Recentemente sono stati condotti 72 studi clinici nelle principali aree terapeutiche con il coinvolgimento di più di 3.700 pazienti e 461 Centri di Sperimentazione clinica italiani.
Nello stabilimento di Brindisi è presente un centro specializzato nella ricerca biotecnologica impegnato nello studio e nello sviluppo di processi per il passaggio su scala industriale della produzione di nuovi principi attivi antibiotici; il centro è parte integrante del Distretto Biotecnologico della Regione Puglia.
Da quasi due anni Fabio Mazzotta è il general manager Italia della divisione Consumer Healthcare di Sanofi; in questa intervista ci illustra i principali cambiamenti e i prodotti innovativi nel settore della cura sanitaria «fai da te».
Domanda. Nel vostro portfolio ci sono prodotti che vi hanno portato a essere uno dei gruppi farmaceutici di rilevanza mondiale. Com’è cambiato e come si sta evolvendo l’approccio di Sanofi rispetto al mondo dell’automedicazione?
Risposta. Negli ultimi tre anni il mondo dell’automedicazione di Sanofi Consumer Healthcare è radicalmente cambiato. Oggi per noi ha assunto una connotazione del tutto innovativa. Non significa solo cura farmaceutica, ma vuol dire «cura di sé» nel senso più ampio del termine, per questo quando parliamo di automedicazione non ci riferiamo soltanto al mondo OTC o SOP ma guardiamo anche al mercato degli integratori e dei medical device. Per fortuna l’attenzione verso il proprio benessere è cresciuta nel tempo e i benefici della prevenzione si sono dimostrati indiscutibili, tanto che essa è divenuta parte integrante della vita quotidiana dei cittadini rientrando nelle abitudini di consumo. Sanofi promuove questa evoluzione e contribuisce ogni giorno al benessere dei cittadini proponendo soluzioni di salute e di alta qualità.
D. Oltre a farmaci da banco e prodotti per l’automedicazione, Sanofi è sul mercato con «farmaci etici» e dispositivi medici in diverse aree terapeutiche: quali sono?
R. Sanofi è accanto ai pazienti in tutte le situazioni della vita. Con soluzioni terapeutiche integrate e diversificate, che rispondano ai bisogni di salute e di benessere dei cittadini. Oltre a farmaci da banco ed integratori per l’automedicazione, Sanofi ha un ampio portfolio di farmaci etici e dispositivi medici nelle aree terapeutiche dedicate alla salute cardiovascolare, al diabete, all’oncologia e i tumori del sangue, alla nefrologia e alla medicina interna. Sanofi inoltre ha un forte presidio sulle malattie rare e la sclerosi multipla grazie a Genzyme, che dal 2011 fa parte del gruppo.
D. La strategia di Sanofi è incentrata su fattori chiave che costituiscono i punti di forza dell’azienda: quali sono?
R. La nostra priorità riguarda in primis la soddisfazione della domanda di salute dei pazienti, sempre più complessa e differenziata, e la risposta ai bisogni di salute non soddisfatti. Il nostro obiettivo è il miglioramento continuo dell’offerta di prodotti in farmacia: in una parola il nostro driver rimane la qualità nei prodotti e nei servizi offerti al punto vendita. È questo in assoluto il nostro punto di forza, saper integrare la qualità agli elementi cardine del nostro mercato: qualità di prodotto, qualità di processo, qualità di servizio. Tutti i nostri prodotti sono improntati sui più alti standard di produzione. Sanofi, per scelta, produce tutti i suoi prodotti, compresi gli integratori con gli standard qualitativi dei farmaci OTC. In questo modo ci assicuriamo la fiducia del consumatore e una relazione di valore con il farmacista.
D. In Italia Sanofi ha una forte presenza industriale: quali sono le aree di attività e di ricerca biotecnologica? Dove siete presenti nel territorio?
R. Sanofi ha una forte presenza in Italia con una sede a Milano, una sede Genzyme a Modena, cinque stabilimenti produttivi, un’unità di Sviluppo Clinico e un Centro di Biotecnologie. Tutti gli stabilimenti Sanofi - Origgio, dove viene prodotta Enterogermina, Noventa Padovana, Scoppito, Anagni e Brindisi - ricevono regolarmente le certificazioni che riguardano qualità, sicurezza e ambiente. In particolare lo stabilimento Sanofi di Scoppito (AQ) produce il primo farmaco in Italia - si tratta di Maalox 400 mg + 400 mg compresse masticabili - che partecipa a un programma per la valutazione dell’impronta ambientale (carbon footprint), per misurare e ridurre le emissioni di gas a effetto serra attribuibili all’intero ciclo di vita del prodotto. Il carbon footprint è un indicatore che quantifica le emissioni di gas a effetto serra derivanti dalla produzione di un prodotto o servizio, o dallo svolgimento di un’attività umana. L’adesione al programma ha permesso a Sanofi di essere la prima azienda farmaceutica ad aver applicato l’impronta ambientale al ciclo produttivo di un farmaco.
D. Quali sono i dati dell’automedicazione in Italia? C’è la «cultura» dell’automedicazione nel nostro Paese rispetto ai cosiddetti «farmaci etici»? Quali potrebbero essere i vantaggi derivati dalla diffusione di questa nuova mentalità della «cura di sé»?
 R. In Italia il mercato dell’automedicazione vale 5,6 miliardi di euro, il 43 per cento riguarda OTC e SOP e il 57 per cento Medical Device e Integratori. Il tasso di crescita annuale del mercato per gli ultimi 3 anni è aumentato del 5,1 per cento. Il fatturato di Sanofi Consumer Healthcare in Italia per il 2015 è di 118 milioni di euro, in crescita del 4 per cento rispetto all’anno precedente. La quota di mercato è del 4,1 per cento (le prime 10 aziende in Italia producono il 35 per cento del fatturato). La spesa per farmaci senza obbligo di prescrizione è passata da 2 miliardi di euro nel 2001 a quasi 2,5 miliardi di euro nel 2014. Il segmento dell’automedicazione tuttavia è poco valorizzato in termini di contributo alla sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale. Un recente studio pubblicato da I-Com ha dimostrato che se la domanda di salute per patologie non croniche venisse soddisfatta ricorrendo a farmaci disponibili in automedicazione, quindi pagati dai cittadini ma tipicamente poco costosi, piuttosto che a molecole rimborsate dal SSN, il risparmio aggregato per la nostra sanità potrebbe arrivare fino ad un massimo di circa 4 miliardi di euro, liberando risorse per i farmaci salvavita di nuova generazione.
 D. Oggi il cittadino è sempre più protagonista nelle scelte per la propria salute rinunciando all’intermediazione del medico. Quali sono le attività di educazione che Sanofi realizza per aiutare il paziente nell’uso dei prodotti?
R. L’empowerment del cittadino è un segno dell’evoluzione culturale sui temi della salute e della diffusione della consapevolezza nelle scelte di cura, che sempre più spesso avvengono in autonomia. Tale percorso va però supportato, il cittadino va affiancato da figure professionali che possano guidarlo nelle proprie scelte. Una scelta autonoma non consapevole è generata da comportamenti sbagliati. Da un lato il cittadino opera il proprio acquisto basandosi sull’autodiagnosi fatta su internet, quindi in assenza di un giudizio professionale da parte del medico, dall’altro il farmacista sottovaluta il potenziale del prodotto di automedicazione, ovvero lo considera solo un segmento per reintegrare i propri margini e non lo ritiene strumento utile per esercitare qualità professionale di consiglio. Per fornire maggiori strumenti di valutazione e scelta al paziente, Sanofi si è fatta promotrice di diversi progetti pilota in tutta Italia che hanno aperto la farmacia alla comunità territoriale. Prevenzione e dialogo tra farmacista e cittadino sono stati al centro degli incontri, per qualificare il primo come tassello di presidio della sanità pubblica e educando il secondo a uno stile di vita attento alla autodiagnosi e alla automedicazione responsabile. Quindi Sanofi è accanto al cittadino attraverso gli «Open Day di educazione e prevenzione in farmacia» e a supporto del farmacista attraverso l’ideazione di un programma chiamato Sanofi Perfect Store.
D. In cosa consiste il progetto denominato «Sanofi Perfect Store» e gli altri servizi dedicati alla farmacia?
R. Il programma Sanofi Perfect Store è partito nel 2014 e rappresenta un nuovo approccio al canale farmacia. Il programma si avvale di un team di 30 persone sul territorio, dedicato ad aiutare il farmacista nella gestione commerciale della farmacia. Il team è composto da consulenti che affiancano il farmacista nella valorizzazione delle categorie di prodotti di automedicazione, lo aiutano a rendere efficiente l’assortimento, forniscono consigli di visual merchandising e di politiche promozionali ed espositive. La consulenza riguarda anche lo sviluppo di competenze sulla gestione delle risorse umane in farmacia. Un altro aspetto molto significativo del programma è il contenuto tecnico rivolto alla professionalizzazione del farmacista, titolare e addetto. L’estrazione culturale di molti collaboratori del team è tecnico scientifica e questo ha consentito di sviluppare moduli di formazione in farmacia che approfondiscono il contenuto scientifico dei prodotti, le interazioni tra farmaci negli abbinamenti terapeutici. Questo lavoro quotidiano e capillare è stato anche integrato da un calendario estensivo di incontri tematici di approfondimento medico e farmacologico svolti in oltre 15 città nel 2015 su diverse classi terapeutiche su cui operiamo con il listino di automedicazione Sanofi. Ci siamo impegnati nel consolidare la relazione con il farmacista che consideriamo un nostro partner a tutto tondo, perché detentore della competenza specifica necessaria ad affiancare il paziente nella sua scelta di salute. Riteniamo che la farmacia debba ristabilire con forza il suo ruolo di presidio per la consulenza e l’educazione del consumatore.
D. L’attenzione di molte aziende farmaceutiche tradizionali si sta spostando verso il mondo degli integratori. Ci pensa anche Sanofi?
R. Sanofi CHC è già presente da tempo nel mondo degli integratori. Possiamo citare alcuni brand storici come Enterogermina, che negli ultimi anni ha lanciato nuove referenze come Viaggi, Immuno e Gonfiore. Inoltre abbiamo la linea Mag, per tutte le situazioni di carenza da magnesio, arricchita di una gamma di integrazione che agisce sui sintomi legati allo stress: Mag notte per favorire il riposo notturno, Mag mente attiva per favorire la concentrazione, Mag Vitality per il sovraccarico psico fisico. Anche per i nostri integratori, la parola chiave rimane qualità. Noi applichiamo agli integratori gli stessi standard produttivi e di controllo qualità dei farmaci OTC e questo è il nostro punto di forza. Nella distribuzione dei nostri prodotti crediamo che la farmacia rimanga un presidio fondamentale, perché crediamo profondamente che la figura professionale esperta e competente del farmacista possa difendere la diversità basata su qualità di ricerca clinica e completezza di indicazioni.
D. Quali saranno gli scenari futuri dell’automedicazione?
R. L’approccio dei cittadini alla salute sta cambiando radicalmente. Le persone oggi hanno un ruolo attivo nel proprio percorso di prevenzione e terapia, si informano online, usano device per monitorare i propri valori e dialogano con il medico e il farmacista. Di pari passo la farmacia si sta evolvendo in un presidio territoriale per la salute, un vero centro di servizi qualificati rivolti ai bisogni e alle aspettative dei pazienti. L’automedicazione è una tendenza in crescita che però deve essere supportata e guidata da chi può fornire informazioni professionali al cittadino. È necessario fare in modo che le persone possano sempre contare sui consigli di esperti, come il medico e il farmacista, per orientarsi ed essere indirizzati sul corretto percorso di cura. Il futuro dell’automedicazione può essere uno scenario in cui il paziente prende piena consapevolezza di sé e del proprio stato di salute, supportato da figure professionali sempre più vicine alle sue esigenze individuali.     

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