Il nostro sito usa i cookie per poterti offrire una migliore esperienza di navigazione. I cookie che usiamo ci permettono di conteggiare le visite in modo anonimo e non ci permettono in alcun modo di identificarti direttamente. Clicca su OK per chiudere questa informativa, oppure approfondisci cliccando su "Cookie policy completa".

Ibm e Ibn: un nuovo idrogel distrugge batteri pericolosi

L’idrogel killer distrugge i batteri

I ricercatori della Ibm e dell’Institute of Bioengineering and Nanotechnology di Singapore hanno annunciato un nuovo idrogel antimicrobico in grado di disgregare i biofilm malati ed eliminare i batteri farmaco-resistenti al solo contatto. L’idrogel sintetico, che si forma spontaneamente quando viene riscaldato a temperatura corporea, è il primo a essere realizzato in forma biodegradabile, biocompatibile e atossica e risulta uno strumento ideale per combattere i gravi rischi per la salute cui sono esposti gli operatori ospedalieri, i visitatori e i pazienti. Costituito per oltre il 90 per cento di acqua, se commercializzato risulterebbe ideale per applicazioni come creme o sostanze terapeutiche iniettabili per la cicatrizzazione delle ferite, rivestimenti di impianti e cateteri, infezioni cutanee o perfino barriere per gli orifizi. «Il numero di batteri nel palmo della mano supera l’intera popolazione umana», ha affermato il dottor James Hedrick, Advanced Organic Materials Scientist, IBM Research - Almaden. «Con questa scoperta, siamo stati in grado di sfruttare decenni di sviluppo di materiali tradizionalmente utilizzati per le tecnologie dei semiconduttori per creare un meccanismo di somministrazione di farmaci completamente nuovo che potrebbe renderli più specifici ed efficaci. Si tratta di un metodo radicalmente diverso per la lotta contro i biofilm farmaco-resistenti. Se confrontata con le capacità dei moderni antibiotici e idrogel, questa nuova tecnologia ha un immenso potenziale», ha spiegato Hedrick. E Yi-Yan Yang, group leader dell’Institute of Bioengineering and Nanotechnology, ha aggiunto: «Usando i materiali polimerici economici e versatili sviluppati insieme all’Ibm, ora possiamo sferrare un attacco migliore e su più fronti ai biofilm farmaco-resistenti». Avviato dai centri di ricerca Ibm solo 4 anni fa con l’intento di migliorare la salute umana, il progetto dedicato ai polimeri per la nanomedicina nasce da decenni di sviluppo di materiali tradizionalmente impiegati per le tecnologie a semiconduttore. Questo progresso espanderà il campo di azione del programma di collaborazione tra Ibm e Ibn.

Tags: Marzo 2013 sanità ibm ingegneria tutela della salute industria farmaceutica igiene delle mani

© 2017 Ciuffa Editore - Via Rasella 139, 00187 - Roma. Direttore responsabile: Romina Ciuffa