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AMBASCIATORE SEMBAYEV SULLE ELEZIONI IN KAZAKHSTAN

L’avvento della primavera è un momento peculiare che segna la rinascita dopo le intemperie e il buio dell’inverno e per questo è una data festeggiata in molti Paesi, tra cui il Kazakhstan, dove è chiamata Nauryz (meglio nota in Italia come Nevruz o Nawruz). Quest’anno nel Paese dell’Asia centrale riveste particolare importanza: un anno fa infatti si dava il via al programma di riforme che ha portato alle elezioni tenutesi il 19 marzo, con il nuovo sistema misto (proporzionale e maggioritario: il 70% dei deputati del Majilis è eletto dai partiti e il 30% dai distretti uninominali, a mandato unico; 50 e 50 per i Consigli regionali; sistema invece maggioritario per i Consigli provinciali eletti dai distretti uninominali). In questi mesi dunque si sono gettate le basi di molti cambiamenti per il Paese che tra i vari “stan” dell’Asia centrale può essere considerato più avanzato in quanto a sviluppo. In meno di un anno in Kazakhstan sono state attuate riforme di portata senza precedenti sia nella vita statale che in quella pubblica: 33 articoli su 98 della Costituzione modificati - un terzo delle leggi fondamentali del Paese -  a seguito del referendum nazionale di giugno 2022. Successivamente sono state modificate 7 leggi costituzionali, 15 codici e 29 leggi.

Tra le principali, unico mandato presidenziale di sette anni (precedentemente, due di cinque), con la carica più alta dello Stato nominata dal governo e ora confermata dal parlamento; modifiche alla procedura di formazione e rafforzamento dei poteri del Majilis (Camera bassa del Parlamento) e dei Maslikhat (organi di rappresentanza locale); istituzione della Corte costituzionale (prima solo un Consiglio); semplificazione della registrazione dei partiti e riduzione della soglia per il passaggio al Parlamento dal 7 al 5%. Per la prima volta dal 2004 i candidati al Majilis sono stati eletti non solo da liste di partito ma anche da circoscrizioni a seggio unico; possibile inoltre l’autocandidatura, senza passare necessariamente per partiti o organizzazioni. Sono ora sei i partiti presenti nel Majilis, il che garantisce una pluralità di opinioni nell’approvazione delle leggi. Abolita la pena di morte e depenalizzato inoltre il reato di diffamazione; per la nuova legge sulle assemblee pacifiche non è più necessario un permesso ma è sufficiente informare. Riformata anche la struttura amministrativo-territoriale: create infatti le tre nuove province, storicamente già esistenti, di Abay, Jetisu, Ulytau mentre Konaev diviene centro della provincia di Almaty.

“Il Kazakhstan sta diventando un nuovo stato e vive una modernizzazione politica. Il processo di riassetto sistemico, riassunto dallo slogan ‘presidente forte, parlamento influente, governo responsabile’, sta volgendo al termine. Le riforme hanno generato un risveglio civico e un forte impulso per quanto riguarda la partecipazione nella vita politica; mentre i votanti totali sono stati il 54% (6,5 milioni) e nonostante occorra lavorare per contrastare la bassa affluenza alle urne, è una novità per noi il fatto che oltre 248.000 elettori (3,9%) a queste elezioni ha votato contro tutti” - commenta l’ambasciatore kazako a Roma Yerbolat Sembayev. Riguardo la situazione globale, aggiunge: “Le sanzioni contro la Russia certamente hanno influito sul Kazakhstan, in quanto la Russia è un Paese strategico al quale molti prodotti dall’Europa arrivano tramite noi, pertanto ciò rappresenta una difficoltà. Ma anche un vantaggio: in senso inverso, ci sostituiamo alle produzioni finora russe. Siamo tra due giganti come Russia e Cina, vicino a Paesi che vivono situazioni problematiche come l’Afghanistan e a luoghi strategici come il mar Caspio: con l’Occidente desideriamo un interscambio permanente e forte, in nome della multivettorialità che perseguiamo dall’indipendenza. Partner primario in Europa è l’Italia, verso cui l’export principale è di idrocarburi ma l’intento è diversificare con più bilanciamento verso altri settori”.

Infine, un aggiornamento sulla situazione del lago di Aral che, com’è noto, una dissennata politica sovietica ha prosciugato, a favore della coltivazione del cotone: “Da lungo tempo ormai la fondazione per salvare il lago (International fund for saving the Aral sea) lavora, non solo con la World Bank, per recuperarne la parte nord. La parte sud ormai è compromessa e per non segnare il destino anche del piccolo Aral è stata costruita la diga a Kok-Aral, consentendo quindi una ripresa, anche se lenta”. Chissà se vada interpretato negativamente o piuttosto come indice di una risvegliata coscienza ecologica il fatto che si è presentato alle elezioni il partito verde Baitak, che però non è riuscito a superare la soglia richiesta del 5% (il più presente è Amanat, l’ex Nur Otan, forte degli oltre 3 milioni e 400 mila voti, quasi il 54%; gli altri quattro sono il partito patriottico democratico popolare Auyl con oltre 690.000 voti ossia il 10,9%; il giovanissimo partito di centro-destra Respublica con l’8,59 per cento; l’8,41 per cento del “sentiero luminoso” Ak Zhol; il 6,8% dei popolari e il 5,2% dei nazional-socialdemocratici).

Tags: Kazakhstan Astana Russia ambasciate in Italia Marzo 2023

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