Il nostro sito usa i cookie per poterti offrire una migliore esperienza di navigazione. I cookie che usiamo ci permettono di conteggiare le visite in modo anonimo e non ci permettono in alcun modo di identificarti direttamente. Clicca su OK per chiudere questa informativa, oppure approfondisci cliccando su "Cookie policy completa".

un presidente quarantenne, ossia: aspettando una nuova alba

Non so dire se siamo di fronte al «sorgere di una nuova alba», citando una celebre frase dell’ex premier inglese Tony Blair, tanto cara al presidente del Consiglio Matteo Renzi. Quel che è certo è che l’Italia ha urgenza di un’inversione di marcia nel senso del rinnovamento: i consumatori lo ricordano ogni giorno e nelle lettere, nelle e-mail e nei messaggi che rivolgono cresce l’insofferenza verso l’attuale stato delle cose. Uno degli impegni più difficili che il presidente dovrà superare è ridare dignità al «far politica» e scardinare l’assioma secondo il quale chi governa bada soprattutto ai propri interessi. Secondo il Rapporto Eurispes 2014, il 70 per cento degli italiani ha meno fiducia nella politica rispetto allo scorso anno e non si tratta solo di giovani, il cui dissenso sarebbe ancor più motivato, ma si registra un numero consistente di sfiduciati, pari al 77,5 per cento, tra gli over 65.
Avere per la prima volta un capo di Governo sotto i quarant’anni può contribuire a rompere gli schemi del passato e ad infondere fiducia nei cittadini, ma per farlo è necessario un nuovo programma governativo. È fondamentale, solo per citare alcune delle priorità, riprendere il percorso delle liberalizzazioni, troppo spesso interrotto per colpa delle lobbies, e rilanciare la concorrenza: ne gioverebbero i bilanci familiari, sempre più penalizzati dai costi esorbitanti dell’energia, dei carburanti, dei servizi bancari e assicurativi, dei trasporti, settori nei quali il mercato esiste solo sulla carta.
Altro tema urgente riguarda la giustizia civile, che per i consumatori vuol dire rendere accessibile il ricorso al giudice, cosa oggi di fatto preclusa per vertenze di bassa entità come sono quelle del consumo: l’attuale stato dei Tribunali fa del nostro Paese un luogo in cui vige la legge del più forte, e tra imprese e consumatori la spuntano sempre le prime. Secondo le nostre stime, nel 2013 è salita a 700 euro la soglia al di sotto della quale un cittadino rinuncia alla tutela dei propri diritti: la proposta è di introdurre procedure semplificate per la gestione dei contenziosi di modico valore, sulla falsariga del Regolamento europeo sugli «small claims», e potenziare la soluzione alternativa delle controversie, anche on-line.
Un discorso a parte merita la cosiddetta class-action, prevista dall’articolo 140 bis del Codice del Consumo, strumento che andrebbe riformato anche per favorire un ritorno degli investimenti nel nostro Paese, dove oggi le imprese straniere sanno che non c’è modo di sanzionare i concorrenti scorretti. Servono, poi, iniziative di contrasto del carovita, che è il primo responsabile della recessione dei consumi; troppo spesso i prezzi sono stabiliti ad arbitrio dei venditori, con ricarichi speculativi che danneggiano tanto gli agricoltori quanto i consumatori.
La bassa crescita è una malattia da cui guarire e il fisco può essere una medicina se è affidabile ed equo, per questo motivo urge una riforma fiscale che riduca l’imposta sul reddito e le tasse legate allo sviluppo dell’economia, come quelle sul lavoro autonomo e dipendente. Ridurre le tasse, qualora il debito pubblico lo consenta, non è tutto: è fondamentale il taglio della spesa pubblica non produttiva, ridurre sprechi e privilegi e soprattutto snellire il sistema di pagamento delle imposte - la burocrazia del nostro Paese contribuisce ad aumentare le spese -, prevedendo anche una serie di sconti e detrazioni per i contribuenti virtuosi. Tutto ciò deve essere accompagnato dalla lotta all’evasione, articolata in due fronti:  la certezza della pena per chi evade e l’educazione civica per cui l’evasore non è visto come un furbo, ma come un truffatore che ha mentito al popolo.
Nell’agenda del Governo non possono mancare iniziative di educazione della cittadinanza: dall’alimentazione al gioco d’azzardo non possiamo accettare che l’invadenza della pubblicità induca i cittadini, ed in particolare i più giovani, a comportamenti scorretti, che rischiano di pregiudicare irreparabilmente la salute e le finanze, ma anche di tradursi in pesanti costi sociali di sanità pubblica.
Il presidente Renzi ha annunciato una riforma al mese: molto più prudentemente il presidente John Kennedy, salendo alla Casa Bianca all’inizio degli anni Sessanta, dichiarò: «Tutto questo non verrà concluso nei primi cento giorni. E non verrà concluso nei primi mille, né nel corso di questa Amministrazione, e forse neppure nel corso della nostra esistenza su questo pianeta. Ma dobbiamo cominciare». Ecco, all’Italia, e a Matteo Renzi, occorre augurare di cominciare a cambiare. Sarebbe già un’alba che promette bene.   

Tags: Maggio 2014 Renzi consumatori Massimiliano Dona UNC Unione nazionale consumatori

© 2017 Ciuffa Editore - Via Rasella 139, 00187 - Roma. Direttore responsabile: Romina Ciuffa