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paolo solferino, vitrociset. nella crisi, Un’impresa italiana in controtendenza

L’ing. Paolo Solferino, direttore generale della Vitrociset

a cura di
UBALDO PACELLA

 

Le tecnologie avanzate, la ricerca di sistema, le attività ad elevato valore aggiunto rappresentano per l’Italia il cardine di ogni possibile rilancio. Una crisi industriale che sta minando la coesione sociale e gli assetti produttivi necessita di risposte qualitative. Poche sono purtroppo le imprese ad alto contenuto tecnologico; saranno comunque queste la chiave di volta del futuro. Vitrociset risponde, nei suoi diversi asset, a questo profilo: azienda dinamica, di medie proporzioni internazionali, con un elevato coefficiente di innovazione. La società opera nel campo delle tecnologie avanzate, nell’informatica, nelle telecomunicazioni e nel supporto logistico integrato. Nata nel 1992 dall’unione della Ciset, specializzata nei sistemi di controllo del traffico aereo e nei sistemi spaziali, e della Vitroselenia che operava prevalentemente nella logistica per la difesa, la Vitrociset opera, sia in Italia che all’estero, nei settori Difesa e Homeland Security, Spazio, Trasporti e Pubblica Amministrazione, incluso il settore emergente delle Smart Cities.  Gestisce principalmente sistemi elettronici e informatici nel campo civile e militare come i sistemi per la difesa, per il controllo del traffico aereo, per il lancio di vettori spaziali, per il controllo di satelliti, per le telecomunicazioni sicure, per la sicurezza dei trasporti e per la tutela dell’ambiente. Nel 2012 ha registrato un fatturato di 186 milioni di euro ed un Ebitda del 13% grazie ad un sensibile miglioramento gestionale. Direttore generale è l’ingegner Paolo Solferino, che ha recentemente assunto questo incarico.
Domanda. L’Italia attraversa una grave crisi di innovazione tecnologica e industriale. Vitrociset è un’impresa in controtendenza, investe ed opera in innovazione; quali sono le prospettive per le quali lavora?
Risposta. Negli ultimi anni l’azienda ha subito molte trasformazioni, partendo da un’impresa che operava principalmente nei servizi di assistenza ai sistemi di controllo del traffico aereo. La fase di rinnovamento non si è ancora conclusa. Puntiamo in modo significativo su tecnologie duali. In altri termini, l’azienda lavora nello stesso tempo sia per la difesa sia per l’ambito civile; in ogni caso si occupa di prodotti ad elevato contenuto tecnologico nell’ambito dello spazio e della sicurezza. Il settore della difesa costituisce un riferimento qualificante: siamo presenti in programmi molto rilevanti, come quello per la costruzione di apparati di terra per i velivoli di supremazia aerea del tipo caccia F35 oltre che in programmi per l’aeronautica militare e per clienti esteri. Questo rappresenta senza dubbio un fattore premiante per le aziende italiane, oltre che un significativo riconoscimento della professionalità e del valore della Vitrociset.
D. Quali sono gli altri investimenti di particolare rilievo?
R. Siamo presenti con grande determinazione nel settore dei servizi alla sicurezza, con programmi di simulazione estremamente avanzati. In questo ambito abbiamo inteso trasferire parte del know how acquisito nel settore della difesa, per applicarlo nei settori civili più delicati. Le opportunità formative che abbiamo offerto ai nostri clienti consistono nel ricreare, con tecnologie informatiche, sofisticati ambienti di addestramento virtuali  particolarmente utili a chi opera in condizioni di rischio. La tecnologia della simulazione, ad esempio, ci ha consentito di vincere una gara innovativa per il Corpo forestale dello Stato.
D. Può fare qualche esempio di tecnologie della simulazione?
R. Questo è un campo in cui siamo presenti e investiamo da tempo con molta attenzione. Crediamo che proprio l’uso e l’elaborazione di nuove tecnologie ci consentirà di continuare ad essere protagonisti e di crescere in un mercato sempre più competitivo ed ampio, perché la simulazione degli ambienti operativi sarà determinante per l’addestramento del personale in molteplici settori industriali, sino ad oggi solo occasionalmente coinvolti in procedure o progetti di tipo avanzato. Ad esempio la simulazione visuale di particolari situazioni di pericolo, per addestrare gli operatori dei settori più esposti o pericolosi; si pensi a guardie forestali, vigili del fuoco, addetti alla sicurezza pubblici e privati nonché, come è ovvio, alle Forze armate. L’addestramento in questo ambiente sintetico ma realistico in ogni sua forma, con la tecnologia della virtual simulation, consente di migliorare la professionalità del personale in un ambiente sicuro, mettendolo a confronto con i rischi con cui potrebbe trovarsi un domani, senza esporlo a pericoli di sorta, con un contenimento dei costi e con un elevato grado di formazione.
D. Qual è il valore di queste attività?
R. La Vitrociset impegna circa il 20 per cento del fatturato totale nell’information technology dedicata simulazione applicata a differenti contesti. È uno degli ambiti rilevanti della riconversione che abbiamo messo a punto. D’altro canto vorrei ricordare che stiamo compiendo un rilevante sforzo per lo sviluppo di tecnologia ICT, sia nella parte informatica sia in quella delle telecomunicazioni. Sull’ICT stiamo investendo secondo la tradizione, ma stiamo ampliando il nostro mercato sia in Italia sia all’estero proponendo le nostre soluzioni tipiche anche in settori non familiari, come ad esempio le utilities. Basti pensare ai programmi in atto per  Terna.
D. Può fornire qualche dettaglio?
R. Si tratta di sistemi per la messa in sicurezza di siti critici per le grandi società di servizi, ad esempio centrali energetiche, centri di calcolo, installazioni sensibili. Un altro ambito nel quale stiamo investendo è l’automazione di impianti, non solo a scopo di sicurezza ma anche per il risparmio energetico e la sostenibilità ambientale. Adottiamo sistemi che consentono di impiegare tecnologie informatiche per migliorare i consumi; si pensi all’automazione di edifici particolarmente complessi o di siti industriali.
D. Quali nuovi partner vi proponete di associare nella vostra attività con la trasformazione avviata?
R. Siamo in contatto con una serie di partner italiani al fine di presentarci in modo più efficace sul mercato estero. Vitrociset non ha dimensioni particolarmente grandi, tuttavia rappresenta un’eccellenza nel settore grazie alle sofisticate tecnologie di cui dispone e alla ricerca avanzata che ne è costante riferimento. È un nostro preciso intento realizzare sinergie con altri player, in primo luogo con le aziende del gruppo Finmeccanica per ciò che concerne l’aeronautica e lo spazio; d’altro canto vogliamo rafforzare le intese con i partner storici come l’Enav per progetti in ambito ATC, oltre a realizzare nuovi progetti ad esempio con l’Enel. Tutto questo per essere ancora più protagonisti e credibili nel mercato estero.
D. Quali prospettive sono legate all’ambito internazionale?
R. Stiamo conducendo qualificate operazioni direttamente all’estero, forse poco note in Italia ma di grande rilievo. Tra queste in particolare vorrei sottolineare una nostra azienda in Belgio con la quale stiamo operando per ora nel settore spazio, ma attraverso la quale contiamo di compiere investimenti per poter operare in altri settori come ad esempio quello dei trasporti. Si tratta di un’impresa in espansione che già oggi vanta un fatturato di oltre 10 milioni di euro l’anno, una società significativa per il Governo belga. Abbiamo anche due Vitrociset in Francia e in Germania, più piccole ovviamente. Vantiamo inoltre una prestigiosa presenza storica legata allo spazio con i siti di Malindi in Kenya e di Kourou nella Guyana francese, che rappresentano le antenne operative per la gestione delle operazioni spaziali. In quest’ultimo Paese stiamo mettendo a punto alleanze con altre aziende italiane per ottenere commesse non soltanto nel settore dello spazio, ma anche in altri ambiti strategici.
D. Come si articola l’attività della Vitrociset nei vari mercati?
R. Deteniamo un portafoglio di contratti pari al 50 per cento per il mercato della difesa; l’altro 50 per cento è rappresentato da quello civile, con la Pubblica Amministrazione locale e centrale ovvero con i servizi di polizia e di sicurezza. Oggi il fatturato che proviene dall’estero oscilla tra il 15 e il 25 per cento. Abbiamo un traguardo ambizioso da raggiungere: l’obiettivo in tre anni è una crescita dei volumi e dei ricavi dall’estero fino al 50 per cento del totale.
D. Quali sono attualmente le innovazioni tecnologiche più significative per la Vitrociset?
R. Lavoriamo alacremente nella messa a punto di nuovi prodotti per la difesa, per lo spazio, per sviluppare la sicurezza civile. Sono tecnologie che migliorano la vita, diminuiscono i costi, realizzano un’efficiente modernizzazione dei sistemi e delle gestioni. Vogliamo ricordare quella che può essere annoverata come la presenza storica più ragguardevole, e che concerne gli apparati e i sistemi per il controllo e la gestione del traffico aereo.
D. Come si articola la Vitrociset nel territorio italiano?
R. È presente con cinque sedi sparse in tutta la Penisola e con otto all’estero. Nel 2011 è stato inaugurato un moderno Centro di Ricerca e Sviluppo ad alto impatto sociale ed economico per il Paese. In Italia abbiamo una consistente collocazione territoriale: sedi a Roma, Milano, Napoli, Venezia, Sardegna, dove operano 160 addetti e dove svolgiamo attività di assistenza alla manutenzione di apparati presenti nell’isola; nel prossimo futuro andremo a realizzare apparati di model simulation per l’Esercito che si inquadrano nei loro programmi di addestramento. Rilevante, dal punto di vista tecnologico, risulta inoltre la nostra partecipazione alla produzione di apparati per il sofisticatissimo aereo da caccia JSF, per il quale già da quest’anno abbiamo cominciato ad assumere personale altamente qualificato. Disponiamo di laboratori di modelling simulation che chiamiamo «sim lab», un fiore all’occhiello non solo della Vitrociset ma dell’industria italiana. Non vanno, inoltre, trascurate le attività di sviluppo del software interno, nonché quelle di progettazione in generale, al pari delle tante certificazioni legate alle telecomunicazioni. In questo settore siamo fornitori di reti di comunicazione, tra le quali quelle per il Ministero degli Interni, per i Carabinieri e per la Guardia di Finanza. Disponiamo di un avanzato Centro di Ricerca e Sviluppo su cui investiamo circa il 7 per cento dei nostri ricavi. Quest’anno concentreremo la nostra attività nella realizzazione di nuovi prodotti.
D. Vorrebbe ricordarne qualcuno, magari in ambito civile?
R. A partire dai progetti per l’energia, per le smart cities, per l’automazione industriale, tra i tanti prodotti innovativi sottolineerei la logistica portuale. Si tratta di migliorare tutta la catena logistica della nave, da quando arriva in porto fino al momento in cui i container sono trasportati su camion o ferrovia. Un sistema di monitoraggio complesso in tempo reale capace di gestire l’intero ciclo della logistica. Siamo lieti di annunciare di aver concluso il nuovo sistema per il monitoraggio del trasporto delle merci pericolose, appena collaudato dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti.
D. Quali politiche avete avviato per il personale?
R. È nostro precipuo intento creare ambienti di lavoro qualitativamente stimolanti grazie a modelli di gestione per gruppi di lavoro in grado di curare in modo specifico la soddisfazione del singolo lavoratore, in un clima sociale agevole, solidale, proiettato sia alla qualità delle realizzazioni sia al benessere complessivo del lavoratore. Abbiamo inoltre avviato progetti di «career day» con le Università per attrarre giovani talenti, tra cui l’università Sapienza di Roma, al fine di offrire ai nuovi ricercatori opportunità di impegnarsi nel e per il nostro Paese. Vorremmo, inoltre, incrementare ulteriormente la presenza dei giovani in azienda; questo sarà tuttavia possibile solo se le auspicate prospettive di crescita troveranno riscontro nei prossimi anni. È per noi, nello stesso tempo, un obiettivo e un augurio. Fidelizzazione e osmosi del personale rappresentano per me un obiettivo strategico. Saper lavorare in squadra e non in ambiti contrapposti fa parte della mia cultura di vita. Per questo intendo rafforzare in modo deciso e coeso il senso di appartenenza di tutti i lavoratori. Se il mercato e i risultati economici lo consentiranno, vorremmo assumere ingegneri elettronici, elettromeccanici, delle telecomunicazioni, ma esistono anche altre professionalità rilevanti. Ricordiamo, ad esempio, che stiamo realizzando la web tv dell’Aeronautica Militare e che in passato abbiamo realizzato quella della Camera dei Deputati; per questi progetti abbiamo bisogno di specialisti in Scienze delle Comunicazioni.
D. Cosa state facendo nei settori tradizionali e qual è il suo obiettivo più recondito e ambizioso?
R. La partnership con l’Enav si è consolidata attraverso nuove gare. Ciò consentirà di ammodernare il parco tecnologico in Italia per essere più presenti all’estero. Vedere l’azienda che cresce, con personale sempre più affezionato, con legami più forti, orientati ad un’appartenenza qualitativa e qualificante. Investiamo molto in questo ambito. Siamo particolarmente attenti agli aspetti motivazionali delle persone, e a questo riguardo realizzeremo programmi per premiare i più meritevoli sia tra dipendenti sia tra gli studenti delle università con master qualificati. Vogliamo crescere soprattutto nel mercato internazionale. L’estero tuttavia è dispendioso. Siamo concentrati in Europa senza trascurare altre opportunità. I nostri investimenti sono strategici, devono essere solidi e valutati con prudenza. Guardiamo ai Paesi del Golfo, alla Turchia e, verso Est, a Indonesia e Malesia.
D. Lo spazio ha sempre rappresentato un punto di eccellenza per l’Italia e di interesse per Vitrociset. Cosa auspica per la ripresa in questo segmento di attività?
R. Il mercato dello spazio, nel quale l’Italia è stata per lungo tempo assoluta protagonista, è oggi sottovalutato e lasciato in ombra; esso tuttavia costituisce, proprio in virtù delle elevate competenze e per l’innovazione tecnologica, un elemento di punta per il rilancio dell’industria italiana. Servirebbero finanziamenti per oltre un miliardo di euro, che rappresenterebbero una leva di straordinarie proporzioni per la crescita dell’intera filiera dell’industria spaziale italiana. Il recente successo del VEGA, di cui Vitrociset ha realizzato la base di lancio, dimostra che in Italia abbiamo capacità e qualità per competere e per affermarci nel mercato mondiale. Non dobbiamo lasciar cadere questa opportunità.  

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