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LUIGI PASQUALI: THALES ALENIA SPACE, ITALIA E FRANCIA NELLO SPAZIO

Tra gli oggetti più preziosi nel mondo, prodotti nel nostro Paese, non figurano solo moda, calzature e Ferrari. C’è anche l’alta tecnologia e noi, modestamente, sappiamo farla». Esordisce così l’ingegnere Luigi Pasquali, da sei mesi presidente e amministratore delegato di Thales Alenia Space Italia, ramo italiano della joint venture costituita nell’aprile 2006 dai gruppi francese Thales e italiano Finmeccanica, con quote rispettivamente del 67 e del 33 per cento. «Siamo leader europei nei sistemi satellitari, all’avanguardia nelle infrastrutture orbitali e punto di riferimento mondiale per le telecomunicazioni e l’osservazione della Terra tramite strumenti radar e ottici, per la difesa e la sicurezza, per la navigazione e le scienze». Luigi Pasquali, romano, si è laureato con lode nel 1982 alla Sapienza di Roma in Ingegneria elettronica con indirizzo Telecomunicazioni.
Dopo la laurea è stato ufficiale del Corpo tecnico dell’Esercito; del servizio militare conserva un piacevole ricordo: «Mi ha aiutato nella crescita professionale. Appena laureato, ritenevo necessario intraprendere subito un’attività concreta, come i collaudi di sistemi che l’Esercito acquisiva dall’industria. Fu un’esperienza preziosa, tanto che sono rimasto quasi sempre vicino al mondo della Difesa». La sua carriera professionale cominciò in Selenia che, all’epoca, faceva ancora parte del Gruppo Stet, e che all’inizio degli anni 90 passò all’Aeritalia del Gruppo Finmeccanica, per poi divenire Alenia. Era progettista di sistemi radar soprattutto per il traffico aereo civile, e in questo ruolo, attraverso vari incarichi, lavorò fino al 1995, quando passò alla Stet International costituita per operare nei mercati esteri dopo la liberalizzazione delle telecomunicazioni del 1994. Fu chiamato a lavorare in programmi di sviluppo in Brasile e Usa.
Nel 2000 gli fu proposto di affiancare la spagnola Telefonica, oggi azionista di Telecom, nel suo progetto di ingresso nel mercato italiano. Seguì questa strada e, come direttore dell’Area Sviluppo e Regolamentazione di Atlanet, curò la pianificazione strategica e i rapporti con gli altri operatori e con l’Autorità per le Comunicazioni. Ma è stata un’esperienza breve: nel 2002 è diventato responsabile della Divisione Telecomunicazioni di Alenia Spazio. Quindi nel 2005, dopo la joint venture con l’Alcatel, oggi Thales, è stato chiamato a ricoprire il ruolo di direttore generale di Telespazio, nel frattempo acquisita da Telecom Italia. E infine, nel giugno scorso, è stato nominato presidente e amministratore delegato di Thales Alenia Space Italia.

Domanda. Qual è l’identità della parte italiana di quest’ultima società?
Risposta. Pur facendo parte di una joint venture internazionale, le società nazionali hanno un ruolo strategico perché producono sistemi per la Difesa e operano anche in programmi finanziati dalle Agenzie Spaziali Nazionali. Clienti di riferimento sono i Governi e questo impone alle aziende nazionali, francese e italiana, di mantenere elevata la capacità industriale affinché agli investimenti corrispondano attività e ritorni nel Paese. Anche in un sistema internazionale la ricerca di sinergie non deve indebolire le identità nazionali.

D. Quante società nazionali fanno parte di Thales Alenia Space?
R. Sono quattro società, due delle quali, quella spagnola e quella belga, più piccole. Italia e Francia possiedono entrambe la capacità di essere «prime contractor» e fanno parte di una holding, appunto la joint venture tra Thales e Finmeccanica, che garantisce coerenza, coesione ed efficienza; il mantenimento di un’identità nazionale consente anche di caratterizzare le tecnologie e le competenze.

D. Dove sono situati gli stabilimenti produttivi?
R. In Italia ve ne sono quattro, ognuno con una propria connotazione; vi operano circa 2.300 addetti. Nel più grande, a Roma, circa mille persone lavorano alla realizzazione di satelliti per l’osservazione della Terra, la navigazione, le telecomunicazioni e nel comparto delle antenne. All’Aquila si producono tecnologie di bordo; a Torino le grandi infrastrutture spaziali come alcuni elementi chiave della Stazione Spaziale Internazionale, e i sistemi di esplorazione e scienza; a Milano l’elettronica. I satelliti per la Difesa e per l’osservazione della terra rappresentano le attività di maggior rilievo per Thales Alenia Space Italia. Il sistema Sicral è il programma satellitare di telecomunicazioni militari italiano per la sicurezza nazionale; nel suo ambito stiamo sviluppando, con la Difesa, soluzioni innovative per telecomunicazioni, comunicazioni strategiche e tattiche, comunicazioni mobili con piattaforme terrestri, navali e aeree. Lanciato nel febbraio 2001, il primo Sicral, tuttora operativo, è caratterizzato da grande flessibilità di uso, bassi costi di gestione, adattamento a condizioni mutevoli. Sicral 1B, sistema finanziato dal Ministero della Difesa italiano e da Telespazio, è stato realizzato dalla nostra società, e verrà lanciato nel prossimo gennaio. Intanto già pensiamo al Sicral 2, missione italo-francese, e le sue frequenze di telecomunicazioni tattico-militari garantiranno anche la Nato. Questo costituisce un motivo di orgoglio industriale sia per noi che per il nostro Paese.

D. E nell’osservazione della Terra?
R. Opera il sistema COSMO-SkyMed, composto da quattro satelliti con orbita polare e con tecnologia radar a uso militare e civile, che costituisce un’esclusiva in campo mondiale. I primi due sono stati lanciati rispettivamente nel giugno e nel dicembre del 2007 mentre il terzo è in orbita dal 24 ottobre scorso. Il segmento di terra, realizzato e manovrato da Telespazio, è già attivo e contiamo di completare il sistema con il lancio, fra circa un anno, dell’ultimo satellite. Si tratta di un sistema complesso, basato su un ampio numero di stazioni a terra dislocate in Italia e all’estero, alle quali vengono trasmessi i dati raccolti dai satelliti in orbita. Un grande impegno per l’industria nazionale, capace di generare, attraverso i servizi forniti dal sistema di Terra, un’elevata capacità di sfruttamento delle risorse sia in ambito militare che civile.

D. Quale ruolo vi svolge Thales Alenia Space?
R. In quanto «prime contractor» del programma, co-finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana e dal Ministero della Difesa, la nostra società è responsabile dello sviluppo, progettazione e costruzione dell’intero sistema e di tutte le operazioni fino alla consegna della costellazione. La tecnologia adottata consente di ottenere una risoluzione elevata, e capacità eccellenti in termini di sicurezza, possibilità di espansione e di operabilità per usi civili e per la difesa. È una grande avventura italiana, con la quale abbiamo realizzato il sistema migliore sulla scena mondiale, e anche gli Stati Uniti e il Giappone lo guardano con interesse. Le telecomunicazioni per la Difesa con Sicral e l’osservazione della Terra con la tecnologia radar di Cosmo sono i due settori di punta in cui vogliamo mantenere la leadership. Siamo inoltre protagonisti del progetto di navigazione satellitare civile Galileo, uno dei programmi più importanti intrapresi dall’industria spaziale europea che, dopo una fase iniziale di difficoltà di finanziamento, è ora in pieno corso di sviluppo.

D. Da chi è finanziato il progetto?
R. Integralmente dall’Unione Europea, mentre l’Agenzia Spaziale Europea opererà come «procurement agent». Così ci stiamo finalmente avviando verso la messa in orbita di trenta satelliti. Thales Alenia Space è nelle condizioni di svolgere un ruolo chiave nello sviluppo del progetto anche sulla base delle esperienze maturate nella realizzazione del sistema di navigazione EGNOS, precursore di Galileo, e nelle fasi iniziali di sviluppo di Galileo stesso (IOV). Thales Alenia Space Italia si è proposta all’Agenzia Spaziale Europea come «prime contractor» del segmento, e per contribuire alla costruzione dei satelliti. A Roma sarà possibile quindi eseguire l’assemblaggio e i test dei 30 satelliti, mentre a Milano sono realizzate alcune parti tra cui il generatore di segnale. Attraverso la componente francese avremo un ruolo rilevante anche nella realizzazione del segmento di Terra che sarà operato da Telespazio, dal Centro Spaziale del Fucino. Come primo contraente del Segmento di sistema e del Segmento terrestre di controllo della missione, possiamo definirci architetti di un sistema che determinerà lo sviluppo di una nuova generazione di servizi universali in molti settori quali ad esempio i trasporti, le telecomunicazioni, l’agricoltura ecc.

D. Quali sono i maggiori programmi dell’Agenzia Spaziale Europea?
R. Oltre al già citato Galileo, oggi i programmi europei di maggior rilievo che ci vedono coinvolti sono GMES e ExoMars. Questi stessi sono stati oggetto della recentissima riunione ministeriale dei Paesi membri dell’Agenzia Spaziale Europea nella quale si sono discussi gli obiettivi strategici della politica spaziale europea.

D. A che cosa sono diretti questi programmi?
R. GMES, ossia Global Monitoring for Environment and Security, che oggi si chiama Kopernicus in onore dell’astronomo polacco, riguarda il monitoraggio e la sicurezza civile e consiste in un’infrastruttura spaziale formata da cinque satelliti denominati «sentinelle», con a bordo sensori con caratteristiche tecnologiche diverse a seconda del ruolo loro affidato: per l’oceanografia, per la meteorologia o per la climatologia. Thales Alenia Space è «prime contractor» per due satelliti; in particolare, la componente italiana dell’azienda sta realizzando Sentinel 1, basato su tecnologia radar, mentre in Francia si opera su Sentinel 3, dotato di sensori ottici. L’Agenzia spaziale italiana svolge un ruolo rilevante e Thales Alenia Space Italia sarà ancora coinvolta anche nella realizzazione delle fasi successive del Programma.

D. Che cosa prevede in particolare il progetto ExoMars?
R. Consiste in una sonda capace di raggiungere Marte, sbarcarvi un mezzo mobile dotato di un driller per perforare il suolo per una profondità di circa 2 metri, prelevare campioni e analizzarli. È un primo passo verso l’esplorazione di Marte nell’ambito di un progetto ancora più ambizioso, che accanto all’Europa vedrà il coinvolgimento della Nasa e di altri partners per attuare la fase successiva, ossia riportare sulla Terra i campioni di suolo marziano.

D. Quali sono le previsioni relativamente ai tempi necessari per ottenere questi risultati?
R. L’esplorazione dell’universo è uno degli obiettivi dell’umanità ed è compito della tecnologia spaziale perseguirlo anche se i tempi saranno lunghi, come sempre accade per missioni a così elevato contenuto scientifico: il 2016 è la data prevista per il lancio di questa prima missione. L’Agenzia Spaziale Europea è chiamata anche a proseguire il finanziamento, per la parte di competenza, della Stazione Spaziale, un grande programma di respiro internazionale nel quale Thales Alenia Space Italia ha sempre avuto un ruolo primario. Oltre ai moduli abitabili pressurizzati, partecipiamo ad uno dei centri di controllo della Stazione Spaziale Internazionale - il Centro Altec di Torino - e stiamo mettendo a punto altre tecnologie di docking, cioè di agganciamento dei moduli, e di rientro. Il 2009 sarà ancora un anno cruciale per la Stazione con nuovi lanci che andranno a completare questo enorme complesso orbitante con spazio abitativo made in Italy.

D. Quali obiettivi della Space Alliance legano Finmeccanica e Thales?
R. Space Alliance è un concetto concordato con i nostri partners europei per indicare un rapporto basato su partecipazioni incrociate. Due joint ventures operative, una per le attività manifatturiere di realizzazioni industriali e di sistema (Thales Alenia Space), e una per i servizi, cioè per le applicazioni e l’impiego dei sistemi spaziali (Telespazio). La prima è partecipata per un terzo da Finmeccanica e per due terzi da Thales, la seconda per due terzi da Finmeccanica e per un terzo da Thales. I due Gruppi hanno la stessa visione dei futuri sviluppi e del contributo da fornire, e l’accordo consente loro di assicurare una capacità di controllo dell’intera catena del valore, tecnologie e servizi, e dunque di coprire l’intera gamma di esigenze in ambito spaziale. La complementarietà nei sistemi e nei servizi satellitari è essenza e logica della Space Alliance che deve reggere il confronto con i maggiori concorrenti mondiali, in particolare con l’Eads in Europa. Nei tre anni e mezzo di vita l’alleanza ci ha consentito di lavorare insieme e di assumere un ruolo all’altezza degli altri, sia in Italia che all’estero. Per esempio, stiamo partecipando, in Turchia, alla gara per la fornitura di un sistema satellitare con tecnologia ottica, e in questo ambito Telespazio gioca il ruolo di «prime contractor» per la realizzazione del sistema ma soprattutto contribuisce con lo sviluppo delle applicazioni associate. I grandi Paesi emergenti, soprattutto Cina e India, si stanno attrezzando nello spazio e questo, oltre alla competizione, apre nuove possibilità di collaborazione, analogamente a quanto già accade nel grande mercato spaziale russo.

D. I prossimi appuntamenti dopo il recentissimo lancio di Cosmo3?
R. Entro pochi mesi lanceremo altri satelliti, tra cui GOCE, per il quale siamo «prime contractor», e che fa parte di un programma scientifico dell’Agenzia Europea diretto a studiare il campo gravitazionale terrestre. Recentemente è stato messo in orbita l’ottavo modulo pressurizzato MPLM, che rifornisce la Stazione Spaziale Internazionale il cui spazio abitabile è stato realizzato per oltre il 50 per cento nei nostri stabilimenti di Torino. Del lancio, a gennaio, di Sicral 1B abbiamo già detto. Certamente un anno ricco, se consideriamo che le due componenti di Thales Alenia Space, francese e italiana, possono contare circa venti lanci nell’arco degli ultimi 12 mesi.

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