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L’ETERNA QUERELLE SUL FILO DELLA RETE

Tecnicamente è un sistema telematico che connette in un’unica rete centinaia di milioni di computer in tutto il pianeta, ma c’è chi lo definisce come uno strumento che permette la creazione di un mondo senza né spazio né tempo predefiniti, e chi ancora come il più grande contenitore di informazioni di ogni tipo: in una parola, è internet. Ogni definizione consente di cogliere non solo la grandezza e l’immediatezza del mezzo, ma anche e soprattutto la sua natura di strumento di condivisione delle informazioni, talismano che soddisfa in pieno il naturale bisogno di comunicazione dell’uomo, pietra angolare per la costruzione della nostra stessa identità.
Oggi internet fa parte della vita quotidiana, ma proprio la sua inarrestabile e rapida ascesa - basti pensare che nel 2008 si è arrivati a raggiungere il miliardo e mezzo di utenti - rischia di trasformarlo in un inedito palcoscenico di scontro e di malumore. Vicende recenti ci hanno narrato della polemica tra Mediaset e il social network Youtube - che si caratterizza, in particolare, per la diffusione dei video degli utenti che li caricano con un semplice click -, citato in giudizio con l’accusa di aver sfruttato i contenuti audiovisivi del colosso televisivo: diatriba che ha posto l’accento sulla delicatissima questione della tutela del copyright e dello sfruttamento commerciale dei file, ma che ha evidenziato nello stesso tempo l’importanza del rispetto della comunicazione e diffusione delle informazioni.
Il caso Mediaset-Youtube non è però il solo ad aver infiammato gli animi della Rete e ad aver acuito, così, il conflitto d’opinione sull’uso di questo imponente mezzo di comunicazione. Un nuovo acceso confronto sta, infatti, facendo il giro del web: si tratta della polemica scoppiata tra la Fieg, Federazione Italiana Editori Giornali, e il colosso internazionale Google, sul quale sta indagando anche l’Autorità Antitrust per sospetto abuso di posizione dominante. Oggetto del contendere è il servizio Google News, che seleziona dalle testate on line un elenco ordinato di articoli con procedimenti di aggregazione e indicizzazione delle informazioni a giudizio della Fieg poco trasparenti: gli editori non potrebbero scegliere liberamente le modalità con cui consentire l’uso delle notizie pubblicate sui propri siti internet. Inoltre, sempre a detta delle Federazione, essendo Google non solo il motore di ricerca più usato nel web ma anche una concessionaria pubblicitaria, potrebbe favorire la visibilità di alcuni contenuti piuttosto che altri, a proprio vantaggio.
La questione ha ovviamente scaldato gli animi. Centinaia di blog, ormai sempre più autonomi luoghi di riflessione all’interno della rete, hanno cominciato a ospitare i numerosi commenti di protesta rivolti a chi, a detta degli «internauti», vorrebbe imbavagliare l’informazione. Nello stesso tempo dall’Autorità per la Concorrenza e il Mercato è arrivato l’invito a Google a trovare un accordo con gli editori per il riconoscimento delle notizie, onde evitare una «possibile forte sanzione». Per tutta risposta i vertici della società continuano a difendersi, sostenendo che esiste un software attraverso il quale chiunque produca dei contenuti ha la possibilità di stabilire dove apparire o no, come vuole apparire e in quale misura vuole farlo: non ci sarebbe dunque alcuna irregolarità nella diffusione delle notizie.
È evidente che la vicenda è alquanto ingarbugliata e trovare il bandolo della matassa non è cosa facile. L’auspicio è che presto si arrivi alla verità e soprattutto che l’istruttoria dell’Autorità tenga conto del diritto di accesso alle informazioni da parte dei cittadini, evitando così che dal confronto degli interessi in gioco resti schiacciato quello dei consumatori a un accesso semplificato e personalizzato alle notizie.
Del resto, sia lo scontro tra Mediaset e Youtube sia la polemica scoppiata tra Google e gli editori non fanno altro che evidenziare la necessità di «sciogliere i nodi della rete», di riformare un panorama giuridico con norme che possano garantire libertà in trasparenza, che riescano a definire quella sottile linea di confine tra opportunità e divieti, tra libertà e controllo. Troppo spesso denunciamo inascoltati questa necessità, troppo spesso siamo costretti a constatare non solo la preoccupante disinformazione dei cittadini, ma anche il rischio che venga leso il loro diritto alla libertà di espressione.
Nel rispetto delle regole e ricordando che è compito delle Istituzioni di vigilare, non possiamo rinunciare alle opportunità che ci offre internet: una maggiore accessibilità e gratuità dell’informazione sono, infatti, un indubbio vantaggio per l’intera collettività.

Tags: Massimiliano Dona AGCM - Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato FIEG - Federazione italiana editori giornali internet UNC Unione nazionale consumatori Google novembre 2009

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