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CHRISTINE LAGARDE E UN LENTO ACCELERARE

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Nur-Sultan. Altro importante speech in occasione dell'AEF quello della direttrice del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde, che ha esordito nella sua relazione al forum in corso a Nur-Sultan con la frase "accelerate lentamente", aggiungendo però una citazione del poeta kazako Abai: "camminando lentamente, cammina fiducioso". "Suggerirei quindi l'idea di accelerare ma lentamente e a passo sicuro. Oltretutto quello che si nota è più uno slow motion, un movimento lento, che un'accelerazione. Due anni fa, il 75 per cento dell'economia mondiale ha registrato una ripresa ma quest'anno, secondo il World economy outlook del FMI, rilasciato lo scorso mese di aprile, il 70 per cento subirà un rallentamento della crescita. E la speranza è che si attesterà al 3,6 per cento il prossimo anno: dal 3,6 dell'anno scorso prevediamo una crescita globale del 3,3 e speriamo si possa tornare al 3,6 sempre che non ci siano ulteriori restrizioni finanziarie e si verifichi piuttosto un miglioramento di quelli che riteniamo attualmente essere i più seri rischi per la crescita, ossia le tensioni internazionali che rappresentano l'aspetto più pericoloso della globalizzazione. Nulla al momento può definirsi certo e questa parte del mondo, Caucaso e Asia centrale, ha un ruolo da svolgere. In essa la crescita è aumentata dal 2014 e ora dovrebbe attestarsi al 4,1 per cento quest'anno e nel 2020. Tuttavia, questo numero è ancora ben al di sotto del potenziale a lungo termine per la regione e ancora basso se la regione vuole elevare gli standard di vita al livello di altre economie emergenti in Europa e in Asia. Abbiamo bisogno di aumentare la crescita su un piano più alto: bisogna però procedere con attenzione ma con sicurezza su quel percorso. A tal fine riteniamo che occorrano buone politiche interne, maggiore diversificazione economica e cooperazione internazionale più forte. E non bisogna lasciare indietro le donne, i giovani, i meno abbienti e coloro che vivono in aree rurali.

Per far ciò, Lagarde specificatamente in merito al Caucaso e all'Asia centrale (CCA) ha evidenziato i passi lenti ma decisi che vanno percorsi.

"In primo luogo, la politica fiscale dovrebbe bilanciare le preoccupazioni legate al debito con iniziative in materia di sanità, istruzione e infrastrutture, settori nei quali il Fondo monetario internazionale continuerà a sostenere la regione. Inoltre, la corruzione deve essere affrontata di petto: il 2019 è un momento opportuno per aumentare la trasparenza e favorire una maggiore fiducia tra i cittadini e il governo.
In terzo luogo, le donne e altri gruppi sottorappresentati possono essere responsabilizzati continuando ad eliminare le barriere giuridiche ed economiche ma sono felice che la partecipazione femminile al lavoro in Kazakistan è ora al 65 per cento, la più alta percentuale nella regione e benchmark per ogni paese dell'Asia centrale. Infine, il settore finanziario dovrebbe essere solido e i suoi servizi ampiamente accessibili. Solo il 45 per cento degli adulti nei paesi CCA ha un conto bancario, quasi il 20 per cento in meno rispetto alla media negli altri mercati emergenti, e solo il 3 per cento dei cittadini ha conti correnti da cellulare".

E ancora: "Lo scorso anno in Asia centrale neanche il 10 per cento degli scambi si è avuto tra paesi della regione mentre nell'Unione europea si è oltre il 60 per cento. Nell'ultimo anno però c'è stato un aumento di scambi sul confine tra Kazakistan e Uzbekistan e stanno finalmente configurandosi nuove opportunità regionali sotto forma di strade, ferrovie e reti elettriche, mentre il mese scorso è stato annunciato un piano "Silk Visa" per facilitare i viaggi tra le nazioni dell'Asia centrale, alla stregua delle connessioni della Via della Seta che un tempo hanno reso questa parte del mondo a diventare un centro per il commercio, e possono giocare un ruolo nel viaggio di ogni paese per ottenere una crescita più diversificata, sostenibile e inclusiva".

Christine Lagarde ha chiosato con un riferimento locale, stavolta un proverbio, come fatto al principio del suo discorso: "i cuori kazaki sono come la steppa: ampia, gentile e generosi. Se tutti noi abbracciassimo questo spirito potremmo generare crescita economica, aumentare gli standard di vita e offrire nuove opportunità a milioni di persone".

"E questo sicuramente sarebbe una crescita sostenibile e di livello superiore", ha concluso la direttrice dell'International monetary fund. Quindi, acceleriamo lentamente, ma acceleriamo.

 

(dalla nostra inviata Giosetta Ciuffa)

 

 

 

 

 

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