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Russia-Italia: storia plurisecolare destinata a proseguire in una cooperazione pragmatica dall’architettura all’imprenditoria

SERGEY RAZOV ambasciatore Russia

Il 2015 ci ha fatto sentire che, nonostante le difficoltà economiche che riscontrano in questo momento la Russia e l’Italia sia nell’interscambio commerciale sia nella cooperazione bilaterale nel suo insieme, ci sono dei presupposti generali per sperare che si continuerà ad andare avanti. La storia plurisecolare dei nostri legami - ricordiamoci che già nel X secolo le città commerciali russe avevano dei contatti con le terre italiane - ne è la garanzia.

Nei tempi trascorsi abbiamo accumulato una ricca esperienza della cooperazione pragmatica. Uno degli esempi più calzanti credo sia la costruzione da parte di maestri italiani nel Cinquecento di cattedrali, palazzi, mura e torri del Cremlino di Mosca, il quale, non a caso, assomiglia al Castello Sforzesco di Milano. All’epoca dell’imperatore Pietro I con la partecipazione di architetti italiani fu costruita la nuova capitale San Pietroburgo. Neanche la diplomazia indietreggiava: nel 1711 fu aperto il Consolato a Venezia, alla fine del Settecento l’Ambasciata a Napoli. I pensatori italiani esercitarono la propria influenza sull’Illuminazione russa: Ekaterina II, avendo conosciuto le idee del famoso umanista e giurista Cesare Beccaria, lo invitò in Russia per comporre il nuovo Decalogo delle leggi. Col passar del tempo l’arricchimento reciproco delle due culture veniva rafforzato ancora di più: nell’architettura del Palazzo Pavlovsk si intravedono le linee della Palazzina di Caccia di Stupinigi, che la Grande duchessa Maria Fedorovna, consorte del futuro imperatore Pavel I, fissò nel proprio carnet nel corso della visita a Torino nel 1782.

Ma la Russia riceveva non solo dei doni culturali dall’Italia. Al calare del sipario di quel secolo i soldati russi liberarono dalle truppe francesi sia Napoli, che il Settentrione italiano. Dopo l’Unità d’Italia le sue nuove autorità furono riconosciute da San Pietroburgo e i rapporti bilaterali continuarono a svilupparsi. Nel 1876 le Missioni dei due Paesi furono trasformate in Ambasciate. L’avvicinamento tra Russia e Italia, cominciato nel Novecento, fu interrotto dalla Grande guerra e dalla Rivoluzione in Russia, ma l’interesse allo scambio commerciale e alla cooperazione culturale rimaneva comunque forte. Dopo la seconda guerra mondiale i nostri rapporti si svilupparono in modo costante e onnicomprensivo, gli anni 1960 e 1970 furono segnati da importanti eventi politici ed economici. Tra i maggiori progetti di partenariato: la fabbrica automobilistica della Fiat a Togliattigrad, gli stabilimenti chimici Snam Progetti e Montedison, la fabbrica di tubi Italimpianti a Volzhsk, e quella di polipropilene Tecnimont a Mosca.

Il 23 dicembre 1991 l’Italia ha riconosciuto la Russia come soggetto del diritto internazionale a pieno titolo e Stato successore dell’Urss. Attualmente le nostre relazioni si basano sul Trattato di amicizia e cooperazione tra la Federazione russa e la Repubblica italiana del 1994. Le questioni della cooperazione economico-commerciale rientrano nella competenza del Consiglio russo-italiano per la cooperazione economica, industriale e finanziaria, attivo dal 1999. A partire dal 2000, dopo la prima visita ufficiale in Italia del presidente russo Vladimir Putin, l’attrazione reciproca fra i due Paesi si è ulteriormente rafforzata. Dal 2002 si tengono le consultazioni allargate intergovernative con la partecipazione di ministri, e tra il Cremlino e Palazzo Chigi funziona la linea diretta di comunicazione. Il dialogo politico ha acquisito una forte intensità. Nell’aprile del 2004 l’azienda Fata ha costruito il complesso manifatturiero di imballaggio nella regione di Kemerovo, nel 2006 l’azienda Merloni Elettrodomestici ha aperto a Lipetsk stabilimenti di produzione di lavatrici e frigoriferi. La compagnia Marazzi Ceramiche ha investito circa 40 milioni di dollari Usa nella costruzione della fabbrica di piastrelle nella regione di Mosca. L’Italia è uno dei partner principali della Russia: nel 2013 l’interscambio commerciale è ammontato a 54 miliardi di dollari Usa. Nel 2014 questa cifra si è ridotta a 48.5 miliardi a causa dell’impatto negativo della congiuntura economica peggiorata, le sanzioni dell’Ue e degli Stati Uniti. Però l’economia e il commercio rimangono comunque temi chiave dei colloqui dei leader dei nostri Paesi. Le questioni dell’agenda economica bilaterale sono state discusse nel corso delle visite di lavoro del presidente Putin in Italia nell’ottobre 2014 e nel giugno 2015, del viaggio del premier italiano Matteo Renzi in Russia nel marzo 2015 e nell’ambito dei loro contatti telefonici.

Il business russo svolge dei progetti importanti in Italia: Rosneft, una delle nostre maggiori aziende petrolifere, possiede il 21 per cento delle azioni dello stabilimento Saras in Sardegna ed è partecipe del gruppo Pirelli; un’altra, Lukoil, ha acquisito lo stabilimento Isab in Sicilia. La fabbrica Eurallumina in Sardegna appartiene alla Russky Aluminij. Gli italiani sono altrettanto attivi nel mercato russo. Enel, che ha acquisito circa il 70 per cento delle azioni della compagnia Ogk-5, sviluppa attivamente il proprio business nel settore dell’energia elettrica. Tra i maggiori investitori in Russia vanno menzionati Fiat (settore automobilistico), Tecnimont (industria chimica), Danieli e Marcegaglia (settore metallurgico), Marazzi (ceramiche), Mapei (chimica per le costruzioni), Cremonini (settore alimentare), Ferrero (dolci). Continua a svilupparsi l’imprenditoria congiunta. L’Eni e l’azienda Novatek intendono esplorare la piattaforma del Mediterraneo. Finmeccanica e Alenia Aermacchi stanno realizzando progetti nell’ambito di tecnologie avanzate; tra i più importanti c’è la produzione, insieme ad Aerei civili Sukhoi SpA, del velivolo regionale Superjet-100. AgustaWestland porterà i propri elicotteri al mercato russo tramite gli accordi con Rosneft. Il leader dell’industria chimica italiana Pirelli insieme a Rostekhnologii SpA (Rostec) conduce un programma di investimenti di grande portata sulla ricostruzione della base di produzione di gomme in Russia e sulle vendite dei prodotti sia al mercato russo che in Paesi terzi. Gli istituti di credito collaborano con successo.

Il Fondo russo per investimenti diretti e il Fondo strategico italiano hanno raggiunto l’intesa per costituire una joint venture e un fondo di investimenti. La Banca per l’economia estera della Russia e la compagnia CO.MO.I. rilasciano prestiti alle aziende che esportano in Russia, in collaborazione con Intesa Sanpaolo la banca russa sostiene le piccole e medie imprese. L’Agenzia russa per l’assicurazione dei prestiti per le esportazioni Exar SpA e Sace hanno firmato l’accordo sull’assicurazione dei progetti per le esportazioni italo-russi. Si sviluppa anche la cooperazione interregionale. In 17 regioni russe viene applicato il modello italiano dei distretti industriali. La Russia apprezza il patrimonio dei rapporti con l’Italia e spera che il suo programma costruttivo per la realizzazione del potenziale economico a disposizione continuerà a funzionare per il bene dei due Paesi anche in futuro. Se prevarrà questa linea razionale e pragmatica di cooperazione con il rispetto degli interessi reciproci, le perdite nell’interscambio commerciale saranno sicuramente recuperate al più presto.

di Sergey Razov, ambasciatore della Federazione Russa in Italia

Tags: Settembre 2015 banche Cremonini Intesa Sanpaolo Finmeccanica architettura imprenditoria oil&gas Russia Enel investimenti cooperazione Rosneft ambasciate in Italia

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