GIANLUCA GARBI E IL MERCATO ODIERNO DEI TITOLI DI STATO
Milanese, laureato in Economia e Commercio nell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Gianluca Garbi dieci anni fa era un consigliere economico del Ministero del Tesoro; con esperienze nel settore finanziario, maturate anche in incarichi ricoperti in grandi banche internazionali come Banque Paribas e JP Morgan, ha lavorato a lungo con Mario Draghi, l’allora direttore generale del Tesoro destinato a diventare recentemente governatore della Banca d’Italia. Nel 1998 Draghi pose Garbi a capo di MTS, primo mercato elettronico europeo per l’acquisto e la vendita dei titoli di Stato bot e cct tramite asta. Tale organo era nato nel 1988, ma nel 1997 fu trasformato in soggetto giuridico di diritto privato, ossia in società per azioni diventando MTS spa, operante sempre sotto la supervisione della Banca d’Italia, del Ministero del Tesoro e della Consob. Assuntane la direzione, Garbi ha portato MTS al primo posto nel mercato del reddito fisso ovvero dei titoli di Stato, con operazioni giornaliere per un ammontare superiore ai 110 miliardi di euro.
E sotto la sua guida MTS spa non solo continua a svilupparsi, ma rappresenta un modello in vari Paesi d’Europa e del mondo; inoltre ha dato vita anche ad alcuni mercati locali nei quali mantiene una partecipazione di minoranza, consentendo ai loro utenti di usufruire dei suoi servizi e di operare con oltre 250 istituzioni finanziarie di tutta Europa. Uno dei motivi del successo è la fiducia di Garbi nella tecnologia: grazie ad essa il suo Gruppo ha ridotto i costi di intermediazione delle operazioni finanziarie sui titoli di Stato, aumentato la trasparenza dei prezzi, allargato la rete degli utenti. Grazie ad internet oggi le variazioni del prezzo dei titoli sono arrivate a 8 milioni al giorno, 150 al secondo, e il fenomeno è destinato a crescere perché un numero sempre maggiore di persone avrà le stesse informazioni nello stesso istante, ovunque si trovino nel mondo.
Domanda. Per quale motivo è stata costituita e con quali modalità opera attualmente MTS spa?
Risposta. Circa 20 anni fa il Ministero del Tesoro, per assicurare una corretta gestione dei titoli del debito pubblico e per indicarne anche in modo trasparente i prezzi, istituì un mercato all’ingrosso dei titoli di Stato basato su un circuito telematico, nell’ambito del quale gli investitori istituzionali potessero scambiare i titoli e convogliarvi gli ordini dei risparmiatori. Nacque così MTS, una vera e propria borsa per i titoli di Stato in cui ogni giorno vengono scambiati circa 110 miliardi di euro. È un organismo pan-europeo che ha saputo trasformare una debolezza - l’ammontare del nostro debito pubblico - in un punto di forza, come dimostrano i successi raggiunti.
D. Dalla sua nomina, avvenuta nel 1998 anche grazie alla fiducia che l’allora direttore generale del Tesoro Mario Draghi aveva per lei, il valore della società è passato da 6 milioni a 245 milioni di euro. Come spiega questa rapida espansione?
R. Nel 1997 MTS viene privatizzata e appena un anno dopo diventa una società per azioni tra ben 52 istituti bancari. A partire dal 1999 il modello MTS è stato esportato in tutti in Paesi dell’area euro in seguito alla creazione di una piattaforma paneuropea, l’EuroMTS, che ha stabilito nuovi standard per i titoli benchmark. Nel 2003 l’MTS ha lanciato l’EuroMTS Index, primo indice di titoli statali per l’area dell’euro, calcolato in tempo reale e totalmente indipendente e trasparente; nonché alcuni nuovi mercati MTS al di fuori della zona euro. Ha anche avviato il NewEuroMTS e l’EuroGlobalMTS, che sono rispettivamente il mercato per lo scambio dei titoli di Stato denominati in euro ed emessi dai Governi entrati a far parte dell’Unione Europea nel corso del 2004, e il mercato per lo scambio di titoli di Stato denominati in euro ed emessi da Governi non appartenenti all’unione stessa.
D. Quali le successive tappe?
R. Nel novembre 2005 è stato compiuto un ulteriore passo verso il consolidamento europeo, quando Euronext N.V., la società che raggruppa le borse di Parigi, Amsterdam, Bruxelles e Lisbona e il Liffe, e la Borsa Italiana spa hanno acquisito la maggioranza di MTS spa. Abbiamo cercato dei partner che comprendessero il valore reale del Gruppo e potessero fornire alla nostra società una dimensione sempre più internazionale: sul tavolo sono arrivate ben 17 offerte di acquisto, e oggi l’azionista di maggioranza, proprio attraverso la holding MBE, è il gruppo appena formatosi tra la Borsa di New York ed Euronext.
D. Che cosa ha significato per MTS la fusione tra Euronext e Wall Street?
R. Siamo certi che tale fusione rappresenti una grande opportunità per MTS, favorendo magari la nostra espansione oltre oceano anche in termini di prodotti, sebbene al momento non vi sia nulla di stabilito. La fusione con Wall Street potrebbe portare ulteriori opportunità di crescita e rappresentare un nuovo trampolino di lancio per tutto il Gruppo.
D. Il 2006 è stato per voi un anno di risultati positivi. Quali sono state le ragioni di tale successo?
R. Nel 2006 sono stati raggiunti rilevanti traguardi per l’attività svolta e per le iniziative intraprese. I volumi complessivi sui mercati MTS hanno registrato un aumento pari al 13,5 per cento, spinti peraltro da una politica tariffaria incentrata sulla massima trasparenza ed economicità. I tagli sul fronte dei costi hanno consentito agli utenti di MTS un notevole risparmio e hanno fatto in modo che la società registrasse un Ebit superiore a 16,7 milioni di euro. Abbiamo raggiunto nuovi record nel mercato dei «pronti contro termine» e nel BondVision, che è il mercato per i gestori del risparmio gestito da MTS. Abbiamo mantenuto la leadership nel mercato Interdealer, nel settore del reddito fisso europeo, e inoltre abbiamo continuato ad espanderci a livello globale. Nel 2006 MTS ha sottoscritto una lettera di intenti con il China Foreign Exchange Trade System, impegnandosi nello sviluppo del mercato del reddito fisso in Cina, ma ha anche lanciato MTS Israel che, in poche settimane, ha raggiunto volumi totali superiori al miliardo di euro. Tale politica di allargamento continuerà ovviamente anche nel corso del 2007, come dimostra l’accordo appena siglato con la Slovenia per la costituzione di un nuovo mercato nazionale in quel Paese.
D. Dopo un anno nel corso del quale avete conseguito dei risultati record quali programmi avete attualmente per il 2007?
R. Tra gli obiettivi più immediati figura sicuramente il lancio di MTS Slovenia, in concomitanza con la prima emissione di valuta nazionale in euro, quindi molto presto. Oggi ogni Stato che adotta la moneta unica si rivolge a MTS per la gestione del mercato secondario, e questo indica che il livello di affidabilità e di credibilità del nostro Gruppo è molto alto. Puntiamo, pertanto, ad avere un listino in tutti i nuovi Paesi dell’Unione Europea, impegnandoci concretamente nella crescita del mercato obbligazionario internazionale e contribuendo in questo modo all’armonizzazione del mercato europeo dei capitali.
D. Come si concilia l’idea di italianità con la volontà e con il progetto di possedere caratteristiche sempre più internazionali?
R. Ho sempre voluto sottolineare la capacità di una società italiana come MTS di rivestire una posizione di leadership internazionale. Credo che, ad oggi, si possa affermare senza alcuna esitazione che il mercato europeo dei titoli di Stato abbia sede in Italia, così come la Banca centrale europea si trova a Francoforte e il Parlamento europeo a Strasburgo. Le radici territoriali hanno sempre costituito una forte spinta verso la crescita, ma chiudersi in dimensioni locali vuol dire soffocare le proprie potenzialità. Anche per questo in MTS ho sempre insistito affinché vi fosse personale preparato, di diverse nazionalità e di varie culture: ne sono rappresentate ben 17. Più dell’85 per cento parla in maniera fluente almeno due lingue e l’età media è di 34 anni. Si tratta di una società molto giovane e dinamica in cui peraltro quasi il 50 per cento del personale è costituito da donne, e siamo tutti consapevoli di quanto sia efficace una spinta internazionale per affermarsi in un’epoca di borse globali come quella che stiamo vivendo.
D. La presenza di Paesi fortemente competitivi nei mercati, come la Cina, impone l’adozione di nuove strategie. Quali soluzioni ritiene che si debbano impiegare, per evitare che i risultati raggiunti possano essere compromessi dalla presenza di tali Paesi?
R. Anzitutto non credo che questi Paesi rappresentino una minaccia; io ritengo, invece, che costituiscano una grande opportunità di crescita, in termini sia di volumi sia di nuovi prodotti. Lo dimostrano le politiche globali delle grandi borse, da Wall Street a Tokyo, passando per la Borsa indiana. E lo dimostra anche l’accordo che abbiamo stretto quasi un anno fa con il China Foreign Exchange Trade System, e attraverso il quale le due borse si sono impegnate a cooperare per lo sviluppo della liquidità, della trasparenza e dell’efficienza nel mercato nazionale dei titoli a reddito fisso nella Repubblica popolare cinese. Questa partnership strategica consentirà alle due Borse, attraverso uno scambio delle rispettive esperienze e conoscenze, di combinare il modello del mercato europeo dei titoli di Stato MTS con le caratteristiche proprie del mercato cinese, in modo da costituire in Cina una Borsa di riferimento per i titoli a reddito fisso.
D. Nel suo specifico lavoro la tecnologia svolge un ruolo significativo e l’Italia, lo sanno tutti, non è tra i Paesi più progrediti in questo settore. Si tratta di un freno per l’attività svolta da MTS?
R. Purtroppo l’Italia è un Paese importatore di nuova tecnologia, il che riduce le sue possibilità di crescita, rende maggiormente difficile la competizione con le economie emergenti e fa lievitare i costi per le imprese. Tuttavia per noi non è mai stato un freno, ma piuttosto uno stimolo. Proprio quest’anno abbiamo operato consistenti cambiamenti anche nelle infrastrutture tecnologiche, per consentire il trasferimento del mercato «cash» in un nuovo sistema che è già in grado di aggiornare un numero di informazioni tre volte superiore ai precedenti; e la cui struttura permette ulteriori miglioramenti nei risultati, nella gestione dei nuovi prodotti e nelle funzionalità delle negoziazioni. Il trasferimento nel nuovo sistema rientra in un programma che vede MTS impegnata nella creazione di una piattaforma in grado di adattarsi sempre alle esigenze dei mercati finanziari. Per noi la tecnologia non è mai stata un problema, ma una spinta in più per svolgere bene il nostro lavoro.
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