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diana bracco: expo 2015, il padiglione italia sarà potente strumento d’orgoglio

Diana Bracco,  presidente di Expo 2015

Expo Milano 2015 è un’esposizione universale con caratteristiche assolutamente inedite e nuove. Non solo una rassegna espositiva, ma anche un processo partecipativo che intende coinvolgere attivamente numerosi soggetti intorno a un tema decisivo: «Nutrire il pianeta, energia per la vita». Dal 1° maggio al 31 ottobre 2015, 184 giorni di eventi, oltre 147 partecipanti, un sito espositivo sviluppato su una superficie di un milione di metri quadrati per ospitare gli oltre 20 milioni di visitatori previsti. I visitatori, coinvolti in prima persona in percorsi tematici e approfondimenti sul complesso mondo dell’alimentazione, hanno l’opportunità di compiere un vero e proprio viaggio intorno al mondo attraverso i sapori e le tradizioni dei popoli della Terra. Expo Milano 2015 sarà la prima esposizione della storia a essere ricordata non solo per i manufatti realizzati ma, soprattutto, per il contributo al dibattito e all’educazione sull’alimentazione, sul cibo, sulle risorse in campo planetario.
Con Diana Bracco, numero uno del Gruppo Bracco, multinazionale della salute fondata dal nonno Elio nel 1927 e presidente e amministratore delegato del Gruppo Bracco, vicepresidente di Confindustria per la ricerca e innovazione, presidente di Expo 2015 e commissario generale del Padiglione Italia, Specchio Economico ha fatto il punto sulla grande esposizione universale di Milano 2015.

Domanda. Garantire per molto tempo un’alimentazione sana, sicura e sostenibile in ambito globale è possibile?

Risposta. Il tema della nutrizione è centrale per il futuro dell’umanità, la cui crescita procede a velocità impressionante. Nell’800 il pianeta aveva un miliardo di abitanti, e per arrivare a quella cifra c’erano voluti millenni. In soli 100 anni abbiamo raggiunto i 7 miliardi, e presto arriveremo a 9. Ormai è indispensabile che la comunità internazionale faccia il punto sulle tecniche più avanzate per preservare i territori, incrementare le produzioni, e ottimizzare l’uso delle risorse. Ecco perché l’appuntamento globale di Expo 2015 è un’occasione utile e irripetibile. Con il tema «Nutrire il pianeta, energia per la vita», Expo 2015 diventerà una pietra miliare nel dibattito planetario sui problemi dell’umanità nel terzo millennio: cibo, risorse e sostenibilità. Starà poi a ciascun Paese e alle istituzioni internazionali compiere la propria parte.

D. Anche le imprese della filiera agroalimentare hanno un compito importante da svolgere?

R. Certo, il settore alimentare ha davanti a sé impegni rilevantissimi. Impegni che hanno nomi precisi: l’aumento della produttività in agricoltura di sussistenza e in tutta la catena, per dare risposte alla fame nel mondo; la questione della sicurezza alimentare, che rimane una priorità assoluta; il problema degli sprechi alimentari che, in campo mondiale, negli ultimi anni invece di diminuire sono aumentati del 50 per cento; l’educazione alimentare, che è un’attività decisiva per migliorare la salute delle persone, anche nei nostri Paesi nei quali si moltiplicano l’obesità e le patologie legate a una cattiva nutrizione. Al centro di una riflessione sulle risorse e sul loro impiego ragionevole vi è anche l’acqua quale componente indispensabile di ogni forma di vita sulla terra, vero cibo del cibo e linfa vitale. Come per il cibo, anche per l’acqua è indispensabile una lotta senza quartiere contro gli sprechi.

D. La sensibilizzazione verso questi temi porterà frutti? Perché a suo avviso è spesso difficile per il cittadino attuare buone pratiche di sostenibilità?

R. Il futuro del genere umano e della Terra si gioca attorno al concetto di sostenibilità, perché le risorse non sono infinite ed è indispensabile saperle usare con accortezza. La sostenibilità riguarda il comportamento dei Paesi, delle imprese e di ogni singolo cittadino. Per andare nella direzione dello sviluppo sostenibile si deve puntare su tecnologie e metodologie all’avanguardia, e l’Expo di Milano può alzare l’asticella della sensibilità di tutti i cittadini del pianeta. Oggi abbiamo bisogno di raggiungere e sensibilizzare il maggior numero di persone, e uno straordinario momento di comunicazione come l’esposizione universale può svolgere un ruolo decisivo. Non dimentichiamo tra l’altro che il mondo è sempre meno euro-centrico e sempre più popolato, nei Paesi emergenti, da giovani molto sensibili ai grandi problemi globali, inter-connessi e proiettati nel futuro: per loro dovrà saper parlare l’Expo italiana.

D. Cosa l’Expo porterà all’Italia? Sei mesi sotto i riflettori nel bene e nel male cosa doneranno al Paese? E ai partecipanti all’esposizione?

R. Per l’Italia l’Expo 2015 può rappresentare una straordinaria opportunità di crescita, un’occasione unica per attrarre investimenti stranieri e per creare migliaia di posti di lavoro. In un momento congiunturale difficile, l’Expo è uno straordinario progetto anticiclico di rilancio. Il tema dell’Expo permetterà all’Italia di valorizzare le nostre numerosissime eccellenze produttive, tecnologiche e scientifiche in settori con un alto potenziale di crescita legati proprio allo sviluppo sostenibile, alle energie rinnovabili e, naturalmente, all’industria alimentare. In questo senso il modello alimentare italiano e l’italian lifestyle, fatti di qualità, bellezza, gusto, rispetto dell’ambiente, sostenibilità delle produzioni, dieta equilibrata e convivialità, possono fornire un esempio al mondo intero. Per questo l’Expo può e deve diventare un progetto che aiuti il Paese a ritrovare speranza e unità, mostrando al mondo che l’Italia si sa rinnovare e rigenerare. Vogliamo fare in particolare del Padiglione Italia un potente strumento per restituire orgoglio nell’Italia ai cittadini, a cominciare dai più giovani. Dobbiamo ritrovare la fierezza del nostro saper fare, mostrando al mondo la «meglio Italia» di ieri, di oggi e di domani. Per questo abbiamo scelto il concept del «Vivaio», e per questo lo slogan che abbiamo voluto abbinare al logo del nostro padiglione è «Orgoglio Italia».

D. Ma in concreto, quali vantaggi avrà l’Italia dall’Expo?

R. L’Expo è anzitutto una straordinaria attrazione di capitali stranieri. Gli investimenti esteri stimati superano il miliardo di euro. Anche per questo non mi stanco mai di ripetere che i fondi stanziati dall’Italia per l’Expo costituiscono un grande investimento per il futuro e non un costo. Il rilancio del turismo è uno dei due grandi obiettivi di lungo periodo che ci siamo dati come Padiglione Italia. Immaginiamo, ad esempio, la creazione di proposte turistiche combinate con una visita all’Expo, la valorizzazione del Fuori Expo, la predisposizione di pacchetti turistici nazionali da inserire nel palinsesto dell’esposizione. Ad oggi sono già stati venduti oltre 5 milioni di biglietti. Altro obiettivo strategico da raggiungere, in particolare grazie alla vetrina del Padiglione Italia, è l’incremento delle quote di export delle nostre grandi filiere produttive. Una rete di distretti e di eccellenze che spesso non riusciamo a portare all’estero come meriterebbero. Il nostro Padiglione sarà insomma una straordinaria piattaforma di relazioni internazionali e un brand formidabile che potrà aiutare il nostro turismo a rilanciarsi a livello internazionale e il nostro made in Italy a penetrare in nuovi mercati.

D. E cosa donerà a Milano, oltre a una città trasformata per i cui lavori e cantieri però si è in ritardo?

R. Grazie all’Expo, Milano alla fine della manifestazione sarà una città più bella, più infrastrutturata, più «smart», più vivibile. Tutte le istituzioni nazionali, regionali e locali stanno facendo uno sforzo eccezionale per onorare gli impegni assunti per il collegamento infrastrutturale del sito. Per quanto riguarda Expo, i lavori procedono a ritmo serrato. Certo, siamo in lotta contro il tempo, ma il cronoprogramma sino a ora è stato rispettato. La costruzione di Palazzo Italia, edificio che sarà il cuore della manifestazione, è ormai giunta al culmine, con l’elevazione dei pilastri, dei vani scala e delle strutture di sostegno dei piani superiori. Conclusa la realizzazione dell’ultimo piano, che ospiterà il ristorante, è cominciata la posa della vela di copertura e quella del rivestimento delle facciate realizzate con una sorta di «pelle» in cemento biodinamico davvero innovativo, ideato ad hoc dall’Italcementi. Insomma, il lavoro di tutti continua con grande energia ed entusiasmo, perché stiamo realizzando un sogno: quello di riconsegnare all’Italia un ruolo significativo nel mondo. Chi verrà a trovarci potrà rendersene conto: il Palazzo Italia sarà una delle opere più belle ed eleganti dell’Expo e ciò che si vedrà tutt’intorno punterà al recupero e alla valorizzazione di ciò che l’Italia sa offrire.

D. Come procede il progetto di una collaborazione turistica tra Milano e Roma?

R. Roma e il Lazio racchiudono un territorio fantastico in termini di patrimonio artistico, storico, scientifico e questa regione, che rappresenta il cuore dell’Italia, sarà una grande protagonista dell’Expo. Nel marzo scorso abbiamo siglato un accordo che prevede molteplici forme di collaborazione, a cominciare da uno spazio espositivo permanente di circa 130 metri quadrati ospitato nella suggestiva cornice di Palazzo Italia. Roma Capitale è il naturale trait d’union tra il centro-sud e il nord del Paese, ed è dunque un partner privilegiato del Padiglione Italia. Per ciò che riguarda il turismo, sappiamo che Roma, le province del Lazio e le principali aree turistiche del centro Italia stanno definendo pacchetti turistici da proporre ai visitatori dell’Expo per valorizzare le eccellenze culturali, paesaggistiche e produttive del territorio.

D. L’Expo ricorrerà a un alto numero di volontari, ma questo significa che il suo impatto occupazionale non sarà molto significativo?

R. Uno studio commissionato dalla camera di commercio di Milano alla Sda Bocconi ha dimostrato che l’Esposizione sarà un volano anticiclico e un’occasione concreta di crescita economica e occupazionale. Secondo la ricerca, i posti di lavoro creati tra il 2012 e il 2020 da Expo saranno 191 mila. La stima dell’occupazione generata tiene conto degli investimenti di Expo spa, dei Paesi partecipanti, dell’aumento dei consumi legato ai milioni di visitatori, e dell’incoming turistico. Fino al 2015 l’occupazione attivata da Expo riguarderà principalmente il settore delle costruzioni e del comparto industriale, invece nel corso dell’evento sarà la volta di turismo, servizi all’impresa, eventi, e servizi alla persona.

D. Di fronte alle tante emergenze sociali che caratterizzano il mondo di oggi, le aziende sono chiamate ad attuare una maggiore responsabilità sociale d’impresa. Nell’Expo di Milano quale spazio troveranno i vari temi della solidarietà e della cooperazione internazionale?

R. Il tema della responsabilità sociale d’impresa e il mondo del non profit saranno protagonisti all’Expo 2015 di Milano. All’interno del sito vi sarà infatti un Padiglione della Società civile presso la Cascina Triulza. Un luogo interamente dedicato alle esperienze e ai progetti del Terzo settore. Ma nel 2015 Milano diventerà la capitale della solidarietà e della CSR anche per un altro motivo: CSR Europe, il network della responsabilità sociale d’impresa che riunisce oltre 10 mila imprese europee, durante l’Expo presenterà al mondo un evento per un nuovo «manifesto» sulla responsabilità sociale d’impresa e sulla sostenibilità. Il manifesto esprimerà le priorità e gli impegni delle imprese per realizzare quegli obiettivi affrontando sfide inedite: fare di più con meno, promuovere stili di vita e di consumo sostenibili, progettare nuovi sistemi di Welfare. Le imprese sostenibili possono dare un contributo decisivo a costruire un futuro di crescita e inclusione.

D. L’Expo sostiene l’imprenditoria femminile?

R. L’Expo italiana sarà una straordinaria opportunità per le donne. E una prima ragione è racchiusa nello stesso titolo: «Nutrire il pianeta, energia per la vita». La nutrizione, infatti, nella sua declinazione più profonda, è strettamente legata alle donne. C’è una familiarità naturale con il nutrire, il prendersi cura e il fornire energia alla vita che inevitabilmente renderà le donne protagoniste della grande esposizione. Dobbiamo fare in modo che l’Expo di Milano valorizzi il ruolo della donna. Vogliamo che le donne riescano a diventare un soggetto «forte» negli anni a venire. L’impegno di tutti deve essere quello di favorire la crescita delle donne in Italia e all’estero, utilizzando la dimensione internazionale dell’Expo e le relazioni con le donne di altre realtà per spingere il maggior numero possibile di Paesi a inserire più donne nel mondo della politica, delle istituzioni e delle professioni. Per questo abbiamo lanciato il progetto «Women & Expo», insieme al ministero degli Esteri. Il nostro concept prevede infatti che la donna sia uno degli assi portanti di tutta la proposta artistica e creativa del Padiglione Italia, permeando l’intero spazio espositivo. Stiamo, tra l’altro, lavorando anche a un ricco programma di eventi con le donne protagoniste. Eventi di vario tipo, realizzati in collaborazione con enti e organizzazioni nazionali e internazionali, da Soroptimist International, che nel giugno 2015 ha già in calendario una giornata a Milano, all’Aidda, Associazione di imprenditrici e dirigenti d’azienda che contribuiranno a costituire un vero palinsesto di iniziative scientifiche, sociali e culturali, su temi quali educazione alimentare, lotta agli sprechi, diritto al cibo e all’acqua.    

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