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Cara vecchia Alitalia, cara vecchia Rai. Tornate indietro, per andare avanti

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di ANNA MARIA CIUFFA

 

Cara vecchia Alitalia, come era bello viaggiare appena qualche anno fa. Tantissima gente, movimento, incontri, sorrisi, gentilezza. Oggi, il vuoto più assoluto, visi tristi, poca gente, niente sorrisi, poca gentilezza per il passeggero. Povera, vecchia compagnia di bandiera, che brutta figura di fronte al mondo e a noi. Non siamo capaci nemmeno di far funzionare un aeroporto, eppure dovrebbe essere il nostro fiore all’occhiello: viaggi per lavoro, viaggi per turismo. La nostra stupenda Italia ci ha regalato il proprio splendore, i nostri antenati la ricchezza artistica e culturale, noi uomini moderni abbiamo distrutto tutto questo per incapacità, pigrizia, menefreghismo, egoismo ecc.
Ora siamo definiti un Paese povero, vicino a quei Paesi che vengono chiamati del «terzo mondo», ma loro non hanno ciò che abbiamo noi. La nostra società, ormai rovinata dai poteri forti che pensano solo al loro guadagno, alle loro ricchezze, complici i politici che tutto fanno purché guidare un Paese che tanto meriterebbe, è costituita da gente pronta a fare qualsiasi cosa pur di risollevarci dalla drammatica situazione attuale.
L’Alitalia è uno degli esempi di malgoverno, la sua privatizzazione l’ha resa ibrida, fredda e lontana dall’utente perché il suo unico obiettivo è quello di far affluire nelle proprie casse gli utili, trascurando ciò che di più importante dovrebbe essere per un’impresa che gestisce un servizio pubblico: l’ospitalità. Tasse su tasse, interessi su interessi, tutti lavoriamo per versare la maggior parte del nostro guadagno ad uno Stato che a noi non dà nulla, ma che continua a tagliare senza capire che, in un periodo di recessione come questo, bisognerebbe invece attirare il mondo con i nostri gioielli naturali, ovvero con il turismo, con l’arte e con la cultura.
Anziché litigare per arraffare questa o quella poltrona, anziché perdere tempo per mantenere quella carica che già si sfrutta e gli ingiusti ed esagerati compensi connessi, mentre c’è chi muore di fame, perché non mettiamo in piedi un vero e sano progetto per rilanciare l’Italia senza spendere un euro, facendo solo funzionare ciò che già abbiamo? Cioè concedendo incentivi agli alberghi per far crescere il turismo vip e di massa, sottoponendo a vera formazione coloro che devono accogliere il turista, il vacanziere, gli uomini di affari, impegnandoli a migliorare i trasporti, curare la pulizia delle città, avere rispetto per se stessi e quindi per il prossimo, e per il proprio Paese.
Non è sufficiente cantare l’Inno nazionale per dimostrare di amare l’Italia. Si deve rispettare e far rispettare con fermezza il Paese, e insegnare ad amarlo sin dall’asilo, riportare nelle scuole l’educazione civica, l’insegnamento del latino, l’economia domestica, valori che, una volta eliminati, hanno portato i bambini a crescere e a diventare giovani senza rispetto, senza raziocinio, senza «economia», perché la piccola economia domestica si basa sugli stessi principi di quella di un Paese, di un Continente, anzi del mondo intero.
Riportiamo l’insegnamento in primo piano anche attraverso la nostra Rai-tv e la televisione in generale, che ora è capace solo di insegnare ad uccidere, a stuprare, a rubare, trasmettendo a tutte le ore film, spettacoli, programmi, processi in diretta curati da conduttori che intervistano specialisti di vari settori; se fossero entrambi seri professionisti, non si esibirebbero in casi sui quali la magistratura non ha chiesto il loro parere.
Programmisti, autori, registi, sceneggiatori, curatori, conduttori che intervistato  specialisti, in gran parte giovani convinti di conseguire facili successi attraverso la ribalta, sicuri di trovare con tali mezzi e in tali strade la soluzione del loro futuro, una vita di soddisfazioni e di guadagni, mentre costituiscono invece un esempio negativo per tanti fans che non avranno mai la loro fortuna e che il solo sperarlo, il solo illudersi li porterà al nulla, perché il vero lavoro per loro non avrà più senso.
Insomma, povera vecchia Alitalia, povera vecchia Rai, povera stupenda Italia maltrattata, non compresa, non utilizzata per il bene di tutti coloro che la vivono, la visitano, l’amano veramente. Tutte queste considerazioni non sono frutto di nostalgia o desiderio di tornare indietro, semmai di voler andare avanti. Ma poiché i nuovi sistemi, i nuovi principi, i nuovi valori, se esistono, i nuovi stili di vita hanno fallito, dobbiamo concludere che tornare indietro significa proprio andare avanti.    

Tags: Luglio Agosto 2013

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