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PER RISPARMIARE, CONOSCERE BENE REDDITO, OBIETTIVI, RISCHI

Il risparmio familiare è importante perché può essere una riserva per un futuro migliore oppure una utile ancora di salvezza in momenti di difficoltà. Spesso si afferma di non poter risparmiare, che i denari sono tutti necessari subito. In alcuni casi è vero, in altri dipende solo dallo stile di vita; in entrambi i casi è utile monitorare le spese e verificare se sono indispensabili, necessarie, utili, superflue.

Per risparmiare c’è chi suggerisce una vita più frugale in cui valgono soprattutto i meno (- vacanze, - ristoranti, - vestiti, ecc.): non può essere una regola anche perché è giusto anche togliersi qualche soddisfazione. Un altro modo per “obbligarsi” è accantonare automaticamente quanto è stato deciso a priori. Anche questa non può essere una regola, possono esserci spese improvvise, prestiti, modifica della retribuzione o degli introiti. Ulteriore regola un po’ “fasulla” è regolarsi sulle statistiche; ad esempio, una persona della stessa età con reddito simile risparmia mediamente xxx euro al mese. Chi dice che non si può risparmiare di più o si debba risparmiare di meno. Empirico è anche risparmiare nei singoli periodi di vita, giovani, adulti, anziani. Troppe sono le variabili in campo, si pensi all’uscita dalla casa familiare, all’età in cui si entra nel mondo del lavoro, al lavoro fisso o temporaneo, ecc. ecc...

Risparmiare, tanto o poco, è quindi possibile se si sceglie un metodo per farlo: una teoria è quella del 50/30/20, ovvero dopo le spese fisse e quelle non fisse il 20% del reddito va accantonato; un’altra afferma di iniziare con piccoli risparmi da far crescere con il tempo; una ulteriore, simile alla precedente, è iniziare a risparmiare il prima possibile in maniera da ottenere i primi frutti da reinvestire o da utilizzare senza intaccare gli introiti periodici da lavoro o da professione.

Qualunque sia il “metodo” scelto, per una corretta pianificazione finanziaria il punto di partenza è l’esatta conoscenza del reddito disponibile, individuale o di nucleo familiare, da cui far derivare l’inventario delle spese, da quelle fisse (finanziamenti, locazione, per la casa, scuola, ecc.) a quelle non fisse (ad esempio vestiario, sanitarie) a quelle voluttuarie (ad esempio, palestra).

I “compiti”, però, non sono finiti. Il tema è l’obiettivo per cui si risparmia: “semplice” sicurezza, istruzione dei figli, acquisto abitazione, ecc. L’obiettivo comporta la scelta per quanto tempo: un breve periodo perché dovranno essere affrontate delle spese oppure per un periodo molto lungo, ad esempio fino al termine dell’attività lavorativa per una vecchiaia tranquilla. Infine, quantificato l’obiettivo, è bene largheggiare, particolarmente se di lungo periodo, in quanto è difficile conoscere ciò che potrà accadere in futuro. Gli italiani, fortunatamente, sono il “popolo delle formichine” e lo hanno dimostrato per l’ennesima volta negli ultimi bruttissimi anni. Per motivi diversi, dall’impossibilità materiale di spendere alla paura del futuro, la pandemia e le crisi in atto hanno fatto decollare il risparmio nazionale.

A giugno 2022 i fondi depositati da imprese e famiglie presso intermediari bancari, in conti correnti, depositi e pronti contro termine, la cosiddetta liquidità, sono stati 1.840,7 miliardi, con un aumento dall’inizio della pandemia di svariate decine di miliardi. Un importo notevole ma eroso dall’inflazione: in un anno, al tasso attuale, considerando che i depositi rendono molto poco, se non zero, si ha una perdita a causa della “tassa occulta” di circa 150 miliardi a cui si aggiungono i costi vivi per la tenuta del rapporto con la banca e le imposte. Per questo sarebbe opportuno mantenere sui conti correnti solo la liquidità adatta alle necessità del nucleo familiare più una piccola scorta di sicurezza per circostanze non preventivate e non con finalità di investimento: non sarebbe una scelta saggia perché esistono forme alternative di accantonamento che consentono almeno di contenere la perdita di potere d’acquisto dovuta a un’inflazione mai così alta negli ultimi decenni; parlare, in questo periodo, di azzerare le perdite o addirittura guadagnare è un azzardo.

Senza sostituirsi alle scelte dei risparmiatori e ai consulenti finanziari che offrono informazioni professionali, si possono tranquillamente citare alcuni strumenti di investimento senza o a bassissimo rischio, che rendono più del conto corrente: conti di deposito vincolati, titoli di Stato, alcune polizze assicurative; investimenti diversi anche in termini di fiscalità, altro elemento da valutare in termini di rendimento effettivo, che va dalla detrazione IRPEF delle polizze vita, al 12,50% sul rendimento per i titoli di Stato, al 26% per i conti di deposito.

A questi si possono aggiungere altri prodotti, più o meno rischiosi, dai titoli corporate emessi da imprese, fino ai fondi speculativi se non alle criptovalute; quest’ultimo argomento consente di consigliare di evitare prodotti molto complessi lasciandoli agli investitori professionali e agli speculatori.

Qualsiasi sia la scelta è importante, comunque, avere due condotte inderogabili.

La prima è la differenziazione dell’investimento. È pericoloso concentrare il risparmio in un’unica posizione, anche quella che si ritiene più sicura. La possibilità che perda il proprio valore esiste: perché l’economia del Paese va male, perché la banca se la passa in cattive acque, perché c’è speculazione oppure per altre possibilità. È altrettanto vero, particolarmente se si è investito in titoli di imprese, che non tutti i mercati vanno male contemporaneamente; non è una legge assoluta ma se va male un comparto industriale molto, probabilmente, andrà meglio un altro, se l’economia di un Paese è in crisi, probabilmente, quello di un altro migliora. Diversificando si riducono quindi i rischi.

La seconda legata proprio ai rischi. Sembra banale ma se si vuole guadagnare molto o più di quanto sono le attese in un determinato periodo, è necessario avere chiaro che rendimento e rischio sono legati indissolubilmente. Più si vuole guadagnare, più è alto il rischio che si corre. Per parlare di qualcosa che attira molto anche chi ha pochi risparmi da investire e poca conoscenza finanziaria, se comprando delle monete virtuali (ad esempio, bitcoin) oppure investendo in una start up si può guadagnare molto (è successo), si può anche perdere molto (è successo anche questo): prima di investire i propri soldi capire se e quanto si vuole rischiare.

Risparmiare, in conclusione, non è facile, per l’impossibilità materiale a causa della mancanza di reddito o per scelte personali improntate più alla spesa che all’accantonamento oppure per una scarsa conoscenza delle scelte da effettuare e delle conseguenze che queste possono produrre ma, con un po’ di attenzione e un po’ di conoscenza, è possibile.

Tags: famiglie banca banche Intermediari finanza Fabio Picciolini Settembre 2022

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