PROFUMANO DI ABUSI I TERRAZZI DEI GRANDI GRUPPI FINANZIARI
Dopo tanti giorni di freddo e di pioggia registratisi nella scorsa primavera, approfittando del sopraggiunto tempo splendido e clima mite, ho avuto il desiderio di fare una passeggiata nella splendida Roma antica, nel famoso ma anche famigerato centro storico, come se fosse la prima volta. Certo, la prima volta, perché era un sabato tranquillo, senza stress né problemi di incontri di lavoro. Ho girato, guardato, ammirato con il naso all'insù. Che meraviglia, Roma, è veramente la «caput mundi», ma è anche vero che in una città come questa, grazie appunto al naso all'insù, non dovrebbero vedersi certi scempi che deteriorano l'architettura romana, dal '400 ai giorni nostri; compresa l'architettura umbertina di fine '800 e inizio '900, così bella, così imponente, così fantastica nella maestosità di quel periodo. La nostra bella Italia è ricca di cultura, di capolavori architettonici, di sculture, di arte, eppure nessuno dei nostri governanti negli ultimi 50 anni è riuscito a custodirla, a proteggerla e mantenerla nel suo splendore, che ci appartiene anche solo perché la viviamo. Purtroppo nessun dovere, nessun rispetto avvertiamo per coloro che, avendoci preceduto nei secoli, sono riusciti a creare e a donarci un'eredità costituita da tanta arte e magnificenza. Se si gira per l'Italia si intravedono scenari osceni, architetture inqualificabili, miriadi di abusi. Questo Paese, oggi in rilevanti difficoltà economiche, potrebbe far frutto di questa eredità se soltanto fosse curata con amore e con rispetto sia per il passato, sia per il presente. Invece solo abusi su abusi, coperture di terrazzi per costruire altri piani, per ampliare, modificare, aumentare il valore del proprio immobile dimenticando che si accresce, è vero, il proprio bene ma si deteriorano l'ambiente, l'immagine, lo stile, l'epoca. Si fa tutto senza il minimo controllo, oppure con un controllo che, con un piatto di lenticchie, è facile vanificare, distruggendo documentazioni, ottenendo permessi. Coadiuvati da staff sicuri e controllati, i sindaci delle città storiche e anche meno storiche dovrebbero curarsi di quanto accade nelle città che amministrano, non limitandosi a quanto sostengono di fare ma occupandosi anche di problemi che apparentemente sembrano meno importanti, ma che invece sono importantissimi. Per prima cosa dovrebbero occuparsi della bellezza e dell'ordine della città con la stessa attenzione con la quale curano la propria immagine. Dovrebbero fissare priorità, impartire ordini e stabilire precedenze nei lavori. Dovrebbero affidare ai cittadini e ai comitati di quartiere, a rotazione, la responsabilità di controllare tutto ciò che di diverso sta nascendo in quel quartiere, dall'abuso al disordine, alla sporcizia, alle vecchie antenne arrugginite che non servono più nemmeno ai gabbiani per prendere il sole tanto sono rovinate, alla manutenzione delle terrazze private e condominiali. Dovrebbero organizzare un premio di quartiere per il condominio o il privato che, nel corso di tre anni, sia riuscito a tenere la propria terrazza più bella, più ordinata, più fiorita. Dovrebbero istituire controlli per le terrazze di privati e di uffici, specie di grandi gruppi finanziari e immobiliari che, in luogo di piante e fiori, usano le terrazze per installarvi mega condizionatori d'aria dotati di enormi condotte in alluminio, esigendo di renderli più aggraziati, di non ricoprirli con una verdura finta. Se tutto ciò si mettesse in moto, oltre all'estetica, all'architettura, al paesaggio, ne beneficerebbe anche l'economia della città, perché si attiverebbero una serie di iniziative, di consumi, di occupazioni.