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Il risanamento della Regione Siciliana: 14 mesi di serietà, trasparenza, responsabilità

ALESSANDRO BACCEI assessore all'Economia della Regione Siciliana

La situazione economico-finanziaria nella quale si è venuta a trovare la Sicilia, frutto di lunghi anni di una gestione dissennata e irresponsabile, era ed è nota da tempo. Se i numeri parlano più di ogni altra supposizione e ancorano ogni ragionamento alla realtà, l’eredità trovata era impressionante: oltre 3 miliardi di disavanzo, prodotto da scelte dissennate di antica origine o di più recente prassi.
Tra le prime sicuramente la liquidazione del Fondo Pensioni dei dipendenti della Regione Siciliana che gestiva un patrimonio immobiliare i cui proventi erano destinati a pagare le pensioni. Alla fine degli anni 70 il Fondo è stato liquidato ed il patrimonio trasferito alla Regione. Da quel momento, le pensioni sono a carico del bilancio che oggi sostiene una spesa di 577 milioni di euro a fronte di un incasso di contributi versati pari a 163 milioni.
Più recentemente, le operazioni connesse alla presunta valorizzazione del patrimonio immobiliare ed il ricorso sistematico alla sopravvalutazione delle entrate tributarie hanno contribuito ad aumentare il buco di bilancio. L’inevitabile conseguenza delle scelte operate nel tempo come sopra descritte, è stato l’aumento dell’indebitamento che aveva superato 8 miliardi di euro. A questa situazione, si aggiunga poi il confronto con il Governo centrale sui temi propri dell’attuazione dello Statuto siciliano che, anziché essere improntato a criteri di una leale collaborazione, ha registrato un’anacronistica rivendicazione di principio della specialità statutaria senza mai sfociare in una reale spinta autonomistica responsabile e autorevole.
La Sicilia, infatti, riconosciuta agli occhi della nazione per il mantenimento di privilegi e per un sistema di spesa pubblica rivolto ad un assistenzialismo improduttivo, non ha contrastato efficacemente la sottrazione di risorse proprie. Sul piano finanziario, infatti, per effetto della continua erosione del gettito spettante imposto dalle norme nazionali, ha adito con scarso successo le vie legali, mentre le altre Regioni a Statuto Speciale hanno provveduto a negoziare con lo Stato l’adeguamento degli Statuti e garantirsi entrate tributarie collegate alle capacità di produrre reddito.
Questa è la situazione di fatto dei conti trovata nel novembre 2014 all’atto dell’avvio di un’esperienza nata sotto i diretti auspici del Governo nazionale e che, in collaborazione con esso, porterà, in 14 mesi a porre le basi per rimettere in pareggio i conti della Regione.

Il percorso di risanamento e le riforme (2015-2016)
Le azioni intraprese sono state improntate a tre parole chiave: serietà (bilanci veri ed entrate certe), trasparenza (comunicazione schietta delle difficoltà finanziarie all’interno della Regione e chiarezza nella rivendicazione dei torti subiti nei rapporti finanziari con lo Stato), responsabilità (riforme necessarie a recuperare la credibilità per presentarsi con le carte in regola al confronto con il Governo nazionale). Tutto questo non disgiunto da una seria politica del rigore verso l’aggressione agli sprechi e ai privilegi allineando la Sicilia al resto d’Italia.
L’elenco delle azioni avviate è molto lungo. Nel Pubblico impiego regionale si è giocata la partita più difficile. Con l’adeguamento alla normativa nazionale dei sistemi di calcolo dei trattamenti pensionistici, l’allineamento alla normativa statale dei principali istituti del trattamento giuridico (permessi, assenze per malattia, etc.), i prepensionamenti, con una finestra di 5 anni (2015-2020) e la riduzione delle strutture dirigenziali del 30 per cento, si è inteso, agire non solo sul costo ma anche sull’efficienza della burocrazia.
L’altro settore caldo è indubbiamente quello dei forestali, noto alla cronaca nazionale per la maestosità delle fila ma anche alle casse regionali per l’esoso esborso (circa 227 milioni per circa 24 mila soggetti). La riduzione del contingente dell’antincendio boschivo, del rimborso chilometrico e l’utilizzo della manodopera anche in altri ambiti sono stati gli interventi messi in atto in un comparto ritenuto intoccabile.
Con l’istituzione della Centrale unica degli acquisti si è colmato il ritardo, ingiustificato, che vedeva la Sicilia unica Regione a non avere un sistema di razionalizzazione degli acquisti, mentre la redazione di un piano di riordino per le partecipate in linea con le strategie della legge di stabilità nazionale ha agito in un settore cresciuto a dismisura nell’ultimo decennio con pochi risultati di efficacia. Inoltre sono state ridotte da 11 a 3 le liquidazioni in corso, alcune delle quali iniziate da svariati anni.
La Sicilia risultava inoltre non in linea con la normativa vigente nel resto d’Italia, anche per composizione e compensi degli organi istituzionali negli enti locali ed è stata emanata apposita norma per la riduzione dei costi della politica.
Con la manovra 2016 si sta proseguendo nella direzione intrapresa per il raggiungimento dell’equilibrio di bilancio, sono state rafforzate talune delle azioni già in corso e, nel contempo aperti nuovi fronti di razionalizzazione, prendendosi anche il lusso di guardare con rinnovato interesse agli obiettivi di sviluppo della Regione. Si registra infatti nel 2016 un’importante inversione di tendenza rispetto all’utilizzo delle risorse del Fondo di Coesione per lo Sviluppo non più destinate in maniera massiccia alla copertura di spesa correnti, (fino a 700 milioni di euro in un anno). Tutte le risorse disponibili saranno destinate ad investimenti.
È in dirittura d’arrivo il piano di riordino degli enti regionali, che ha l’intento di ridurre la galassia degli enti, unificare la governance, con conseguente taglio di centinaia di poltrone, e liquidare quelli non più in grado di garantire la propria mission istituzionale, nonché introdurre norme di mobilità del personale per assicurare livelli di gestione più efficienti. Le misure in corso di attuazione e quelle in via di definizione permetteranno di ridurre il disavanzo di un importo pari ad un miliardo di euro, risultato di tutto riguardo non solo per la cifra in sé ma anche per le effettiva esiguità delle spese comprimibili nel bilancio regionale, circa 3.800 miliardi nel 2014.
Sulla scia dell’azione risanatrice della situazione economico-finanziaria della Regione avviata dal 2015, si è nel contempo sviluppato un proficuo rapporto con il Governo nazionale che, a partire dalla presentazione della reale situazione finanziaria della Regione, ha portato alla puntuale rivendicazione delle risorse a vario titolo sottratte nel tempo dalle norme nazionali alle esigue casse regionali.
Questo cambio di scenario ha prodotto degli immediati risultati: già nel bilancio 2016 si è realizzata l’assegnazione di 900 milioni prevista della legge di stabilità nazionale, mentre per i restanti 500 milioni si attende la sottoscrizione di un nuovo patto tra Regione e Stato. Alla fine delle negoziazioni saranno 1,9 miliardi le maggiori entrate ordinarie realizzate nel 2016 rispetto al 2014 (per il 2016) incluse le azioni regionali sulla tassa di circolazione e l’attenzione alle entrate proprie comprese concessioni sui beni e lotta alla evasione.
Suddetto riconoscimento chiude i diversi «conflitti» aperti con lo Stato e consente di sottoscrivere un accordo finanziario tra Stato e Regione Siciliana di portata storica. Alla luce dell’anno appena trascorso, non si può sottacere e mostrare lo sforzo immane operato e i risultati inaspettati raggiunti.
Se, all’atto d’insediamento di novembre 2014, presentare in un mese di tempo un bilancio sembrava opera titanica e impossibile, l’ipotesi di raggiungere un equilibrio strutturale dei conti in appena 12 mesi non poteva che considerarsi un’opera di fantascienza. E invece oggi, il consuntivo 2015 viaggia verso il pareggio dopo il disavanzo 2014 di 1 miliardo e ottocento milioni ed il bilancio 2016 ha in nuce tutte le condizioni per raggiungere l’equilibrio strutturale. Il superamento della grave situazione ereditata dalle precedenti gestioni rischia di diventare realtà.   

Tags: Febbraio 2016

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