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elena aceto di capriglia: «miamo», ovvero cosmetici per tutte le fasi della vita

Elena Aceto di Capriglia, fondatrice della Medspa, creatrice di prodotti cosme-ceutici Miamo Physical Care

a cura di
ANNA MARIA BRANCA

 

Linea di prodotti «cosme-ceutici» d’avanguardia, che combinano principi attivi in grado di migliorare e preservare la funzionalità della pelle, «Miamo» è frutto di un’innovazione «cosmetico-funzionale» studiata per accompagnare le varie fasi della vita. Metaforicamente essa prende la donna, ed anche l’uomo, per mano e li accompagna in un itinerario che va dai problemi estetici dell’adolescenza, quindi dalle macchie, fino all’invecchiamento cutaneo. Sono solo tre le gamme dei prodotti, «Acnèver», «Total Face Care» e «Longevity Plus», caratterizzati da una forte componente scientifica, dalla ricerca medica applicata alla cosmesi prodotta in Florida e distribuita in Europa. È un’azienda di famiglia che «si ama», di una famiglia che ha voluto unirsi nelle generazioni più prossime per compiere passi da gigante e, goccia a goccia, inserire le varie competenze nei prodotti. Tutto questo per mantenersi davvero sempre giovani.
«Miamo», termine che diviso si legge «mi amo», ha anche una funzione psicologica: se si impara ad apprezzarsi di più, oltre che esteticamente si ottiene giovamento anche per la psiche, perché la sicurezza di se stessi porta a un miglioramento sociale a 360 gradi, nel quale si può unire l’utile della bellezza al dilettevole. Lo sa bene la fondatrice della società Medspa, Elena Aceto di Capriglia, che, con grande competenza farmacologica e imprenditoriale e con la forza che le ha infuso il marito, un chirurgo estetico con una grande esperienza all’estero, ha creato a Miami la Miamo, quasi con un gioco di parole, e il rigeneramento ha avuto inizio.
Domanda. Come è nata la società e quindi l’azienda Miamo?
Risposta. È nata da un progetto familiare nel quale abbiamo unito tutte le competenze: oltre alle mie, quella di mio marito che è un chirurgo plastico, e quelle dei miei figli una volta  terminati gli studi. Giovanni ha frequentato l’Università Bocconi di Milano, ed è l’anima manageriale dell’azienda. Camilla è farmacista come me. Mia figlia ha pubblicato la propria tesi per la Facoltà di Farmacia dell’Università di Napoli; ha scoperto alcune molecole per l’antinvecchiamento su cui si basano i nostri prodotti, ed ha esperienza degli Stati Uniti dove abbiamo acquistato un’industria. Le schede tecniche e tutta la parte concettuale e scientifica restano in Italia. Da tempo accarezzavo questo progetto. Ho conseguito anche una specializzazione in dermatologia cosmetica ed estetica, per la cura dell’aspetto estetico dell’epidermide, richiesta da tanti pazienti, e per poterla realizzare associando la farmacologia alla cosmesi.  
D. Qual’è stata la leva per arrivare a tutto ciò, conoscendo le difficoltà e gli ostacoli che una donna incontra nella propria affermazione?
R. Miamo significa amarsi. Se ci si ama non ci si trascura. Si fa tutto per mantenere il proprio aspetto, le qualità, anche nonostante gli eventuali traumi subiti ad esempio in tenera età in quelle famiglie in cui non è stata messa in luce la vera personalità dell’individuo. Al di là del campo specifico del quale io mi occupo, si tratta anche di un concetto psicologico.
D. Che cosa chiede oggi la gente?
R. La richiesta che spesso viene rivolta al chirurgo plastico riguarda un intervento relativo a qualche problema che insorge nei diversi momenti della vita: nell’età adolescenziale si manifestano problemi di epidermide legati all’acne e alle macchie; più avanti sorgono quelli legati all’invecchiamento cutaneo. Poiché desideravo risolvere questi problemi con la cura, abbiamo creato tre linee per l’acne, le macchie e l’invecchiamento, somministrando principi puri ed essenziali. Mediamente la durata della vita si è allungata, per cui l’esigenza di base ora è quella di mantenersi «in forma elegante», concetto che mi piace molto anche se nel packaging i nostri prodotti sono molto essenziali.
D. Nelle profumerie si vendono tante linee cosmetiche; in che cosa si differenzia la sua produzione da esse, oltre al prezzo che è molto più accessibile?
R. La gente deve sapere che, per acquistare questi prodotti e per curarsi, non bisogna contrarre un mutuo; i nostri sono praticamente prodotti «cosme-ceutici»:  seguiamo un protocollo che prevede pulizia, esfoliazione e applicazione di un brevetto, perché nelle nostre tre linee disponiamo di sette brevetti; e abbiamo concentrato la cura su solo 16 «referenze», ossia solo 16 prodotti.
D. Dove sono rinvenibili questi?
R. Sono presenti solo ed unicamente nelle farmacie, attualmente in tutta Italia, in Svizzera, a Montecarlo e ovviamente negli Stati Uniti, in particolare in Florida, dove abbiamo anche la nostra sede produttiva. Abbiamo scelto di produrre lì per affidarci ad una ricerca scientifica avanzata, basata sulla sicurezza, sulla concentrazione e sulla purezza del principio attivo. Il prodotto viene realizzato negli Stati Uniti e giunge già etichettato direttamente sul banco del farmacista.
D. Quanti dipendenti avete?
R. Non moltissimi, una trentina di persone che lavorano per noi negli Stati Uniti. In Italia abbiamo cominciato l’attività da due anni e il nostro fatturato è aumentato in maniera esponenziale. Aver ottenuto questo successo in anni difficili come gli attuali costituisce un valore aggiunto. In questo momento, oltre al nostro nucleo familiare, in Italia abbiamo una quindicina di collaboratori che operano su tutto il territorio nazionale, ma siamo in una fase di nuove assunzioni. La nostra azienda consta di tre sedi; Napoli, Roma e Milano, quest’ultima è la sede operativa.
D. Che cosa le ha dato maggiore soddisfazione in questa attività?
R. Il contatto diretto con il consumatore. Per avere un confronto e capire che cosa esattamente vuole il paziente, ho cominciato a vivere la realtà della farmacia in tutta Italia. Essendo un Paese con varie etnie ed essendo l’epidermide un organo, sono presenti pelli diverse in Sicilia, nel Nord e altrove. La mia esperienza in loco mi è servita per comprendere quali prodotti offrire maggiormente in alcune zone rispetto ad altre. Perciò da due anni sono presente ogni giorno in una diversa città, cercando di far capo a Roma, punto nevralgico e di snodo di tutte le mie attività, che mi consente di raggiungere in maniera molto più rapida tutta l’Italia.
D. Quando ha cominciato a lavorare per quest’azienda?
R. Anche per dedicarmi alla famiglia, per anni ho coltivato in maniera latente, ristretta, questo progetto che poi ho realizzato quando la professione di moglie e di mamma mi ha lasciato più tempo. Quando finalmente ho avuto la possibilità, ho avviato la realizzazione e ho avuto la certezza che la mia famiglia mi avrebbe seguito e assistito nelle mie scelte. Lavorando nello stesso settore, mio marito mi è stato di grande aiuto, ha molto influito con la sua esperienza e i suoi consigli in questa mia nuova attività. Con lui sono in un perenne incontro-scontro dal quale poi nasce un risultato. È sempre stato un faro, ed essendo un chirurgo plastico, è molto artista ma poco imprenditore, mentre noi donne siamo più imprenditrici. Con le sue due specializzazioni e con ben cinque borse di studio oltre alla sua grande esperienza all’estero, è sempre stato la mia fonte di ispirazione ed ho potuto usufruire di tutto il suo bagaglio culturale. Attraverso di lui ho conosciuto la società americana di anti-aging, ovvero anti-età, alla quale poi ho fatto iscrivere mia figlia. Quindi pratichiamo anti-aging a 360 gradi, curando l’epidermide con questi «cosme-ceutici». Ma il progetto è molto più ampio perché prevede una sinergia tra tutte le funzioni dell’essere umano; infatti non bisogna trascurare niente, fino ad arrivare alla chirurgia plastica.
D. In cosa si differenzia la sua azienda dai colossi della cosmetica internazionale?
R. Ho un grande rispetto per queste grandi imprese che mi hanno offerto lo spunto per andare avanti e per migliorare la ricerca. Prima di tutto quest’ultima è diversa. Noi, per esempio, sul web e su internet siamo addirittura primi in classifica in determinate patologie, e di questo oggi c’è un riscontro immediato. Ma, ovviamente, siamo limitati nella comunicazione di marketing. La differenza sostanziale è che noi produciamo un cosme-ceutico che ha una rilevante percentuale di principio attivo, ma soprattutto ci differenziamo per il servizio offerto al cliente nel punto vendita. La nostra è una consulenza a 360 gradi totalmente gratuita e questo è il nostro vero valore aggiunto.
D. Avete il primato nei cosiddetti cosme-ceutici?
R. Molte aziende si stanno avviando in questo comparto, ma sono straniere. Non offrono prodotti uguali ai nostri, le schede tecniche mostrano diverse concentrazioni del principio attivo; inoltre noi abbiamo cercato di conseguire brevetti che non fossero disponibili in altre aziende.
D. Perché le altre aziende non usano gli stessi principi attivi? La sua azienda potrebbe aver risolto il problema dell’acne giovanile e dell’invecchiamento della pelle? Ritiene che le sue creme aiutino la donna a fermare il tempo e a migliorare?
R. Vi sono altri che producono cosmetici, ed altri ancora che fanno cosme-ceutici. Quindi le aziende di cosmetici non possono paragonarsi a noi, che produciamo cosme-ceutici, perché i cosmetici si fermano alla superficie dell’epidermide mentre il cosme-ceutico penetra in profondità, oltrepassando la barriera dell’epidermide. Per «fermare il tempo» si torna al discorso di partenza: se, invecchiando, si perde collagene ma se ne assume altro, si migliora lo status. Certamente non si può far sparire una ruga o un solco profondo, ma si può migliorarlo. La prevenzione è alla base di tutto, quindi bisogna usare subito prodotti funzionali, ossia cosme-ceutici, perché sono innovativi, e noi ne mostriamo il risultato.
D. È soddisfatta di questo?
R. Sono contenta di aver vinto una grande battaglia; abbiamo fatto tutto da soli, senza nessun tipo di assistenza, siamo un’azienda di famiglia e ci siamo trovati in un momento in cui nessuno aiutava le piccole imprese, e le banche non le finanziavano. Per me, ho già vinto la sfida. Ma una volta che uno ha vinto, non deve fermarsi. Innanzitutto io per il mio sviluppo devolvo il 10 per cento dell’introito alla ricerca e, soprattutto, rispetto il consumatore. È significativo che le etichette di questi prodotti contengano le indicazioni minime indispensabili e, secondo le normative europee, solo quelle sul contenuto del prodotto. Ma noi curiamo tutto, la salvaguardia dell’ambiente, il modo in cui sono collaudati i prodotti, cioè in laboratorio e non sugli animali, e tutto quello che è il rispetto del futuro, perché questo pianeta ci è stato dato in prestito e il nostro compito è di trasmetterlo ai figli. Personalmente ho fatto tutto per lasciare ai miei un progetto duraturo e per indurli a continuare la ricerca.
D. Che cosa punta a diventare un’azienda che fattura moltissimo pur mantenendo questi criteri etici?
R. Desidero che diventi la più importante nel mondo, spero addirittura nella quotazione in Borsa. Oggi il mio progetto è l’internazionalizzazione, anche perché l’Italia è un Paese in grande crisi. Nel momento di entrare nel mercato e di rapportarci con gli altri ho puntato moltissimo all’educazione, alla serietà aziendale, al rispetto per il rivenditore e per il consumatore, anche attraverso l’uso corretto del nostro numero verde. Nella mia carriera sono stata anche presidente regionale di un’associazione di consumatori, e penso che, per fare l’imprenditrice, occorre conoscere vari aspetti, quindi ho frequentato corsi sulla comunicazione.
D. Come pubblicizza i prodotti?
R. In questo momento il contatto con la clientela avviene attraverso i punti vendita e soprattutto attraverso il rapporto personale tra l’azienda e il farmacista. Inoltre la nostra direttrice scientifica cura una trasmissione della Rai e siamo presenti in una serie di canali. Ma tutto questo si basa sulle competenze che abbiamo, perché alla comunicazione abbiamo potuto dedicare solo limitate risorse, per cui non siamo presenti, come altre aziende, in tutte le televisioni e in tutti i giornali. Abbiamo cominciato a piccoli passi, con il passaparola, per poi ramificarci, anche attraverso le fiere, in tutto il territorio nazionale.
D. Avete venditori che si recano nelle farmacie a proporre i prodotti? E sono destinati anche agli uomini?
R. Abbiamo direttori commerciali che curano la distribuzione. L’epidermide è un organo unico, gli stessi prodotti sono destinati a uomini e donne; non c’è differenza.
D. Come definirebbe la donna?
R. Uno scrigno pieno di tanti piccoli grandi gioielli, ma nel quale sono contenuti tutti. La donna possiede un insieme di competenze che funzionano tutte contemporaneamente e nel miglior modo possibile. Forse è necessario capire come, diffondendo anche minimamente l’idea di curarsi, possano evitarsi altre patologie, come quella dell’esaurimento.
D. In sostanza vorrebbe migliorare la donna esteticamente ma anche psicologicamente?
R. La prima frase che dico sempre quando vedo una paziente è questa: «Lei è una bella persona, che può migliorarsi, perché tutti possiedono una bellezza interiore che va scoperta e aiutata, fuori e dentro».  

Tags: Dicembre 2013 Miami cosmesi

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