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Stefano Pileri: tutte le novità Italtel al «Mobile World Congress 2016» di Barcellona

Stefano Pileri, amministratore delegato Italtel

Si è svolto dal 22 al 25 febbraio scorso il «Mobile World Congress 2016», il più grande evento mondiale delle tecnologie di comunicazione mobile che annualmente vuole fare il punto della situazione nel settore. In questa edizione, cui hanno partecipato oltre 100 mila visitatori e 2 mila espositori, Italtel, storico fornitore di riferimento di prodotti e soluzioni per il mercato delle telecomunicazioni (TLC), era una delle pochissime realtà italiane presenti. Nata come azienda di telecomunicazioni e artefice della nascita e trasformazione della rete di telecomunicazioni italiana, da parecchio tempo ormai, Italtel ha intrapreso una strada diversa, orientata allo sviluppo della componente software e non solo hardware, che l’ha portata a collocarsi come fornitore di soluzioni di Information Technology rivolte al mondo delle imprese, pubbliche e private. Senza mai lasciare l’impegno allo sviluppo di prodotti proprietari nell’ambito della trasformazione e semplificazione delle reti e la fornitura di servizi di ingegneria e consulenza sulle reti, oggi propone un portafoglio di soluzioni rivolte ad ambiti quali i data center, la Unified Communication & Collaboration in ambito aziendale attraverso strumenti di video comunicazione e customer engagement, le soluzioni di Internet delle Cose applicate ad ambiti come la Sanità, l’efficientamento energetico, lo smart metering. Una realtà da circa 1.300 dipendenti, di cui quasi 250 all’estero in numerosi Paesi Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) ed in America Latina. Ne parliamo in dettaglio con Stefano Pileri, da sei anni amministratore delegato dell’azienda dopo una lunga esperienza in Telecom Italia.
Domanda. Ci può illustrare quali prodotti e soluzioni innovative avete presentato al «Mobile World Congress 2016» di Barcellona?
Risposta. Il primo grande tema riguarda la «Network Function Virtualization» (NFV), cioè la virtualizzazione e automazione delle reti di comunicazione. È doverosa, però, una spiegazione per i non addetti ai lavori. Le centrali di telecomunicazioni negli anni hanno avuto molte evoluzioni: da quelle elettromeccaniche degli anni 80, si è passati a quelle elettroniche. Oggi anche queste vengono dismesse, cioè tolte dalle reti degli operatori per diventare dei «centri di calcolo»: tutti gli elementi della rete divengono componenti software e poggiano su Data Center centralizzati nella rete o distribuiti. In sostanza, quindi, questa riduzione delle componenti di rete ad applicativi software sta trasformando le reti di telecomunicazione in una logica che è sempre più vicina a quella dell’informatica e dunque del Cloud. Dietro questa trasformazione delle reti ci sono logiche economiche, poiché gli operatori hanno necessità di reti più agili, semplici e meno costose da gestire, ma anche esigenze legate alla possibilità di offrire alla clientela tipologie di servizio che le reti tradizionali non sono in grado di sostenere, per esempio le numerose applicazioni e servizi che utilizzano video in streaming. In questo ambito abbiamo presentato una evoluzione del nostro prodotto virtualizzato «NetMatch-S Cloud Inside», che consente l’abilitazione dei servizi on-demand, grazie alla istanziazione dinamica nei Data Center della rete del service provider. Anche le grandi aziende possono trarre vantaggio dall’evoluzione delle loro reti e fruire di nuovi servizi che aumentano la loro efficienza operativa. La soluzione che abbiamo presentato per la clientela business degli operatori è progettata per consentire di avere strumenti di Unified Communication & Collaboration a costi contenuti (videocomunicazione su Ip, teleconferenza e dei servizi voce su Ip).
D. Quale la seconda innovazione?
R. Riguarda l’Internet delle Cose (IoT), che è stata, insieme al 5G, sigla che identifica le reti di nuova generazione, la «buzzword», la parola più usata di tutta questa edizione della fiera spagnola. Italtel ha iniziato a lavorare sul tema dell’IoT due anni fa ed ha progettato una piattaforma distribuita, aperta, dedicata alla raccolta ed elaborazione dei dati per monitoraggi energetici, infrastrutturali e ambientali. La piattaforma è usata per erogare servizi a supporto dell’efficienza operativa delle aziende o delle municipalità. Il cloud computing, la nuvola virtuale paradigma di erogazione di tante risorse informatiche, si sposa bene con le necessità funzionali dell’IoT. Diversamente dai nostri competitor, lo abbiamo interpretato in senso «distribuito», per cui riusciamo a sommare le funzioni cloud locali, le Edge cloud, con le funzioni cloud centralizzate in un grande Data Center, il Central cloud. La nostra piattaforma IoT acquisisce i dati da vari tipi di sensori, ad esempio di corrente, allarme, temperatura, stabilità delle infrastrutture che sono tutti elaborati dal nostro Central cloud per poi essere trasmessi ai nostri clienti e suggerire azioni per risparmiare.
D. Che applicazioni avete presentato?
R. A Barcellona abbiamo presentato due particolari applicazioni IoT, una è «DoctorLINK» e l’altra è «Smart Metering». La prima, sviluppata per un ambito sanitario e che ha catalizzato l’interesse di moltissimi visitatori, dà l’opportunità di mantenere la relazione medico-paziente, consentendo, a distanza, la continuità delle cure ed il monitoraggio dei parametri vitali anche dopo che il paziente è tornato a casa. Questo si ottiene attraverso l’uso di appositi tablet in dotazione al paziente a casa che lo interconnettono con l’ospedale, permettendo al sanitario di gestire, in tempo reale, i parametri biometrici ed ambientali che provengono dai sensori e inviati al medico attraverso audio e video in qualità HD. Il sistema è ora in fase di sperimentazione in alcune strutture ospedaliere della penisola. La seconda nostra applicazione IoT riguarda il comparto dell’Energy saving, ed è lo «Smart Metering» che serve, con opportuni sensori, a misurare, ad esempio in un impianto industriale, flussi di corrente, di calore, di temperatura, di umidità, di qualità dell’aria, permettendo all’operatore, dopo apposita elaborazione, di intervenire per ottimizzare tutti i consumi. In questo modo le aziende possono documentare il loro risparmio energetico per concorrere all’acquisizione dei certificati bianchi, i titoli di efficienza energetica, emessi dal Gestore del mercato elettrico (Gme) per conto dell’Autorità per l’energia elettrica il gas ed il sistema idrico. Mi piace sottolineare che la nostra piattaforma, scalzando competitor molto importanti a livello mondiale, ha vinto una gara indetta da un importante operatore che ha apprezzato l’alta qualità tecnica del prodotto. La nostra soluzione si è rivelata particolarmente adatta per lavorare in ambienti industriali con forti problematiche di natura elettromagnetica, ostacolo che non è stato facile superare.
D. In quale settore si concentra la terza, importante novità da voi presentata?
R. Riguarda gli «analytics», una nuova scienza che raccoglie e studia l’incessante flusso di dati che passa su Internet e che sta formando nuove figure professionali multidisciplinari in grado di interpretarli, il «data scientist» e il «datawarehouse manager», cioè gli scienziati dei dati. I campi applicativi di tali specialisti sono molteplici all’interno del mondo delle industrie come anche in quello delle istituzioni pubbliche. L’analisi di questi flussi si realizza attraverso appositi software in grado di elaborarli e correlarli con quelli provenienti, anche, dalle piattaforme IoT. Nello specifico, abbiamo presentato una nostra applicazione, Italtel Data Science che, studiando l’universo informe di dati che arrivano da clienti e dalle reti mobili degli operatori telco, analizza i comportamenti degli utenti per ricavarne informazioni, per esempio sulla loro propensione a cambiare operatore, in gergo a fare «churn». Dall’analisi di questi dati e dalla migliore conoscenza dei comportamenti del cliente, la nostra applicazione permette all’operatore di decidere di adottare opportune strategie di marketing studiate sulle esigenze dello specifico cliente e contrastare il fenomeno dell’abbandono. La nostra soluzione ha suscitato l’interesse di moltissime aziende, con le quali si sono attivati subito i contatti.
D. Quale bilancio può trarre a manifestazione conclusa e, tra i tanti, quali incontri interessanti si sono realizzati durante la Fiera?
R. Il bilancio è molto positivo: quest’anno avevamo un nuovo stand molto più grande, dal design curato, con un allestimento che dava spazio alle nostre aree demo, e soprattutto abbiamo proposto temi di interesse per i nostri clienti, fattori che hanno aumentato l’attenzione e la curiosità dei visitatori. Quantitativamente poi, è stato un successo. In confronto a quella del 2015 infatti, in questa edizione abbiamo triplicato i contatti. Quest’anno, tra le centinaia di imprese o operatori incontrati, sul piano estero mi ha particolarmente colpito il grande entusiasmo dimostratoci da molti manager e tecnici dell’Iran che, appena conclusosi lo scorso gennaio il quarantennale embargo del loro Paese, si sono subito attivati sui mercati internazionali per aggiornarsi e studiare le nuove tecnologie. In ambito italiano invece abbiamo ricevuto la graditissima visita di Infratel, la società in-house del Mise e soggetto attuatore dei piani Banda Larga e Ultra Larga del Governo italiano, cui abbiamo presentato i nostri progetti proprio in merito alla Bul. Abbiamo tenuto incontri con molti nostri clienti internazionali ma rilevante è anche la parte di nuovi contatti e opportunità raccolte. Avevamo ben sette diverse aree di dimostrazione dal vivo di nostri prodotti e soluzioni. Una di queste riguardava la misura della QoE (Quality of Experience) dell’utente e uno dei casi d’uso presentati era il progetto realizzato per Trenitalia: sui Frecciarossa è stata installata la nostra applicazione software per misurare la qualità della navigazione in Internet all’interno del treno lungo specifiche tratte per migliorare il comfort di viaggio.
D. Una delle vostre aree di attività è la network transformation. Quali sono le novità del progetto «Mantra», che prevede la trasformazione della rete tradizionale di Proximus, il maggior operatore belga tlc fisso e mobile?
R. Riuscendo, lo scorso mese, in anticipo sui tempi a spegnere l’ultima centrale elettronica Ewsd, è stato anticipato il completamento del programma «Mantra» di trasformazione della rete tradizionale dell’operatore belga verso un’infrastruttura di nuova generazione, digitale, meno costosa e più flessibile ai bisogni del cliente. Grazie a questo risultato i lavori si chiuderanno entro la fine del 2017, un anno in meno sui tempi previsti. Dall’inizio della realizzazione del piano, nella rete di Proximus sono stati installati oltre 10 mila «access gateway» e sono stati stesi oltre 570 chilometri di cavi in fibra per connettere questi apparati alla rete di distribuzione. Oltre 1 milione e 700 mila utenze voce sono state migrate in contemporanea con la completa dismissione delle 475 centrali elettroniche Ewsd senza alcuna interruzione del servizio. È un progetto significativo per Italtel, del valore di circa 7 milioni di euro.
D. Ci può anticipare qualche risultato del bilancio societario 2015 che state per pubblicare a giorni?
R. Posso senz’altro dire che la gestione aziendale dell’anno passato è stata soddisfacente. Il debito è stato ridotto, siamo cresciuti nel fatturato del 10 per cento ed abbiamo migliorato il nostro margine operativo lordo. È il terzo anno consecutivo che cresciamo del 10 per cento e nel nostro settore questo è un risultato che non si riscontra spesso. La quota di fatturato estero è cresciuta ancora ed è al 45 per cento.
D. Recentemente nel corso del summit annuale che ha fatto con tutti i suoi partner, la multinazionale Cisco vi ha premiato quale partner dell’anno. Per l’occasione lei è volato in America. Che significato riveste tale premio?
R. In realtà Cisco, una delle più grandi aziende al mondo nella fornitura di apparati di networking e nostro partner storico nonché azionista di Italtel, ad inizio anno ci ha premiato con due riconoscimenti in qualità di miglior partner. Il primo comprende tutte le tecnologie nel mercato del Sud Europa, mentre il secondo riguarda il nostro lavoro sugli operatori di tlc e i service provider nell’intera Europa. Oltre a riempirci di orgoglio, queste importanti attestazioni sono il migliore segnale di un rapporto in costante crescita con il «gigante» americano.
D. Lo scorso 11 febbraio a Bruxelles c’è stata la prima riunione del DAC, il Digital Advisory Council di DigitalEurope. Come è andata e quale è il suo ruolo all’interno di tale organismo, specie nell’ottica della spinta alla digitalizzazione dell’Italia?
R. Il DAC, Consiglio consultivo digitale, è un organismo creato lo scorso anno dalla DigitalEurope, l’associazione europea che raccoglie le maggiori imprese dell’Ict e le singole associazioni nazionali di settore, con il compito di portare avanti le istanze e gli interessi dell’industria Ict e Telco nella Commissione europea. Ho partecipato alla riunione quale rappresentante nel DAC di Anitec, l’Associazione nazionale delle industrie di informatica, telecomunicazioni ed elettronica di consumo, cofondatrice di Confindustria Digitale. L’occasione è stata molto utile per fare il punto sui programmi europei sulle tlc a Banda Ultralarga, su quelli 5G e, soprattutto, sull’impatto che questo avrà nella prossima rivoluzione industriale che si chiama «Industria 4.0», con cui si promuoverà a breve l’informatizzazione delle industrie tradizionali come quella manifatturiera, con l’obiettivo di creare la fabbrica intelligente, o «smart factory», caratterizzata da capacità di adattamento, efficienza ed ergonomia, oltre alla creazione di partnership in ecosistemi aziendali e processi di valore.
D. A che punto è il piano strategico varato lo scorso anno dal Governo sulla Banda Ultralarga e quale potrà essere il ruolo di Italtel nel progetto?
R. Sono molto soddisfatto di quello che ha fatto il Governo nel settore e posso rilevare che il piano sta procedendo molto bene. Proprio in questo mese sono attese le prime gare che farà Infratel in cinque regioni italiane per un valore di un miliardo di euro. Da un paio di anni è operativo un centro di progettazione Italtel delle reti in fibra ottica che ha raggiunto dei livelli molto importanti, avendo già realizzato in questo ambito molti lavori per diversi clienti tra cui il principale operatore energetico nazionale. Abbiamo maturato una forte esperienza e abbiamo un riconosciuto know-how per cui intendiamo proseguire a fare bene in questo ambito con le nuove opportunità che verranno.
D. Matteo Renzi lo scorso gennaio ha incontrato i vertici di Cisco, annunciando una serie di investimenti strategici da parte dell’azienda in Italia che valgono 100 milioni di euro per i prossimi tre anni. Che parte potrà avere Italtel nel piano?
R. È fuor di dubbio che il nostro premier stia attraendo in Italia gli investimenti di aziende importanti. Per quanto riguarda lo sviluppo delle competenze digitali, Cisco ha firmato un accordo con il Miur che prevede azioni di formazione per docenti e studenti sui percorsi del programma Cisco Network Academy, permettendo a questi ultimi di acquisire le nuove competenze digitali richieste dal mercato ed avere quindi maggiori opportunità di occupazione. Cisco ha inoltre annunciato che, sulla base di questi investimenti, porterà avanti nel prossimo triennio iniziative legate alla ricerca e sviluppo, alla collaborazione con le università e alla trasformazione digitale di due settori industriali di eccellenza del nostro Paese, il manifatturiero e l’agroalimentare nel loro percorso di trasformazione digitale. Non escludo, augurandomelo, che la nostra azienda, come altre, potrà essere coinvolta in tale grande progetto, importante per l’Italia.     

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