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mario abbruzzese: ecco i tagli del consiglio

Mario Abbruzzese

Intervista a Mario Abbruzzese, presidente del Consiglio regionale del Lazio

 

Crisi e costi della politica. Tante sono le interpretazioni in campo. Il presidente del Consiglio regionale del Lazio Mario Abbruzzese risponde. Domanda. Lei crede che le misure di rigore siano atti necessari o le considera un freno allo sviluppo? Risposta. Credo che il ripercuotersi degli effetti della crisi sulla produttività e sui consumi abbia imposto necessariamente alla politica una fase di austerity in grado di porre un freno alla crescita dei costi legati alla rappresentanza. Dotare i cittadini di un apparato decisionale più efficiente ed allo stesso tempo più pronto a reagire alle sollecitazioni che vengono dall’UE, dalla società civile e dai mercati è stata da sempre una direttiva prioritaria della mia azione politica, sul territorio prima, ed istituzionale poi. Senza di esso non ha senso parlare di sviluppo. D. Quali sono dunque le azioni che, durante la sua presidenza, sono state poste in essere per ridurre le spese del Consiglio? Lei, a quanto lascia intendere, si considera dunque un precursore? R. Esattamente. Sin dall'inizio del mio mandato e ben prima di quello nazionale ho voluto farmi promotore, in sinergia con tutti i componenti dell’Ufficio di Presidenza, di una serrata spending review interna, una revisione della spesa che, favorendo l'innovazione, puntasse a ridurre di circa 6 milioni di euro le spese del Consiglio. Grazie a una riorganizzazione degli uffici e delle competenze, coniugata ad una riduzione sostanziale dello stipendio di dirigenti e direttori, sono stati tolti dal bilancio capitoli cospicui di spese non più giustificabili alla luce del nuovo scenario economico nazionale. Se a questo aggiungiamo anche i risparmi dovuti ad una rilevante riduzione delle auto blu, delle spese di rappresentanza, delle spese per le missioni, e quelli dovuti all’introduzione della PEC e alla rescissione del contratto di locazione della sede di rappresentanza di Via Poli nel centro di Roma, abbiamo un quadro abbastanza netto di come si sia agito nell’ottica del risparmio della spesa pubblica. D. Quali decisioni, invece, sono scaturite dai tagli concordati con la presidente Polverini? R. Proprio all’interno di questo quadro di attenzione ai conti e di responsabilità intergenerazionale vanno contestualizzati anche i tagli imposti dal successivo Ordine del Giorno n. 299, documento che ha impegnato la Giunta ed il Consiglio regionale a provvedere allo scioglimento dei monogruppi, a un dimezzamento delle Commissioni consiliari (con conseguente cancellazione delle Commissioni speciali), al dimezzamento delle somme destinate al rapporto eletto-elettore, all’azzeramento dei contributi destinati alle attività dei Gruppi consiliari, alla revoca di ogni investimento in conto capitale previsto od avviato per le strutture del Consiglio regionale, e alla revoca definitiva dell’assegnazione delle automobili di servizio per le cariche di natura consiliare. D. Crede che simili tagli possano in qualche modo inficiare l’autonomia e l’indipendenza del Consiglio? R. Mi preme precisare che tutto ciò è stato fatto nel pieno rispetto e nella salvaguardia delle prerogative di autonomia e di indipendenza dell’Assemblea regionale, istituzione che viene resa più funzionale anche da una riforma del Regolamento dei lavori consiliari che includa il contingentamento dei tempi (in analogia alla Camera dei deputati), da una riduzione nel numero dei consiglieri (secondo le disposizioni legislative nazionali), dall’introduzione del Collegio dei revisori regionale costituito da revisori professionisti esterni nominati con sorteggio, e dall’armonizzazione tra il bilancio del Consiglio regionale e quello della Regione. D. L’Esecutivo Monti si è fatto promotore di una serie di tagli draconiani che hanno ridotto di molto il budget degli enti locali. Lei cosa pensa al riguardo? R. Trovo l’azione dell’Esecutivo estremamente oculata e sono convinto che, fino a quando i tagli non saranno indiscriminati, l’intero spettro delle forze parlamentari non potrà esimersi da misure di contenimento della spesa che, soprattutto oggi, mi sembrano improcrastinabili. Misure come quelle contenute nel Decreto 174, recentemente approvato in Parlamento, che, voglio ripeterlo, sono state sempre in perfetta sintonia con l’azione legislativa di quest’Assemblea, che ha voluto in ogni proprio atto segnalare una discontinuità netta con la vecchia politica di costante incremento della spesa pubblica. Un costume nefasto che, alla luce della stabilità finanziaria che l’Europa e i mercati ci richiedono, andava messo da parte e sostituito con scelte coraggiose e virtuose in termini di contenimento dei costi della burocrazia. 

Tags: Dicembre 2012

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