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BANCA D'ITALIA: CONSIDERAZIONI FINALI DEL GOVERNATORE IGNAZIO VISCO

Le considerazioni della Banca d’Italia quest’anno sono sembrate particolarmente attente, oltre allo naturale aspetto economico, agli aspetti sociali e politici che stanno attraversando il mondo e l’Italia.

È stata affrontata la guerra in Ucraina con particolare riguardo all’aspetto umanitario, al peggioramento del quadro economico, presente e futuro, alla pace, al differente peso che la guerra sta avendo nelle varie parti del mondo, con l’Europa particolarmente danneggiata, fino alla chiara condanna della Russia e alle conseguenze sulle fasce più deboli delle popolazioni e dei Paesi. Altro richiamo forte è stato alla pandemia che ha colpito il mondo intero, con milioni di morti, non ancora debellata e che non lo sarà fino a quando tutto il mondo non ne uscirà completamente.

Per l’aspetto economico globale è stata evidenziata la minore crescita del prodotto interno lordo mondiale, con particolare riflessi negativi per i Paesi europei, il livello, dimenticato da anni, dell’inflazione a causa della pandemia, della guerra ma anche della speculazione considerato che gli aumenti delle materie prime è aumentato non appena si è pensato di essere usciti dalla pandemia e prima che iniziasse la guerra Russia-Ucraina; inflazione su cui le previsioni positive a partire dal 2023 possono essere ribaltate dall’esito del conflitto. Inflazione, in larga parte dovuta ai prezzi dell’energia, ma significativa anche per l’aumento dei prodotti alimentari pur se anche questa componente soffre degli aumenti energetici.

Pur citandolo come possibilità è stato evidenziato l’aumento a breve dei tassi di interesse, anche se non dovrebbe avere conseguenze pesanti sul finanziamento delle imprese e delle famiglie; va però evidenziato che l’andamento positivo dei tassi anche nei prossimi anni è stato riferito solo per quelli a breve termine.

Un ruolo fondamentale, non poteva essere diversamente, è stato dato alla politica monetaria e al suo ruolo nella stabilità dei prezzi, sia in termini di inflazione sia di rincorsa prezzi salari.

Evidenziato, pur ancora in presenza della pandemia e dell’avvio della guerra, la riduzione del debito pubblico e, conseguentemente, il contenimento del suo costo, senza negare le difficoltà legate all’alto livello raggiunto, gli interventi a favore delle imprese e delle famiglie basati sulle loro condizioni economiche, l’indebitamento non eccessivo e, generalmente, sotto controllo di imprese e famiglie, la capacità degli imprenditori italiani di confrontarsi all’estero ma, anche, il rallentamento della crescita e i rischi di peggioramento in futuro se la congiuntura attuale dovesse prolungarsi nel tempo.

Un forte richiamo è stato fatto al ruolo dell’Europa sia con il Next Generation EU, sia col programma REPowerEU in discussione, utile per ridurre la dipendenza per i combustibili fossili dalla Russia sia per evitare future ripercussioni negative sui mercati finanziari. L’Italia, in particolare, secondo il Governatore, quale beneficiaria dell’intervento più importante del NGEU deve agire per superare i propri squilibri.

In ambio europeo non poteva mancare il richiamo al completamento dell’Unione economica e monetaria attraverso la creazione di un bilancio comune capace di superare le differenze esistenti tra singoli Paesi e politica monetaria europea e di sviluppare iniziative pubbliche europee; ciò evidenziando la forte difficoltà di modificare i trattati esistenti proponendo la più semplice possibilità della costituzione di uno strumento di sostegno europeo da utilizzare, quando e se necessario, senza incorrere nelle difficoltà di creare solo nel momento del bisogno, nuovi strumenti (l’avvio del new generation Ue è dimostrazione delle difficoltà di accordo tra i vari paesi) dimostrando la capacità dell’Europa da un lato di intervenire in caso di necessità, rafforzando la fiducia dei suoi cittadini, dall’altro di portare a termine la riforma del Patto di stabilità e crescita che mantenendo l’iniziale spirito di sostenibilità dei debiti pubblici in un quadro di regole più flessibile e più semplice che, sotto la supervisione della Commissione europea dovrebbe prevedere obiettivi di debito e tempi per il loro raggiungimento specifici per ogni paese. superando le rigide, a volte incongrue, regole attuali.

Un bilancio comune consentirebbe di avviare forme di gestione comune di una parte dei debiti nazionali emessi in passato (ad esempio per la pandemia) attraverso un fondo europeo che acquisisca una quota dei titoli pubblici emessi.

Sotto l’aspetto sociale evidenziata, a livello mondiale, la riduzione della povertà pur con il forte aumento della popolazione globale e a livello nazionale come i salari siano rimasti moderati, nonostante la perdita del potere di acquisto. Senza negare tale perdita Banca d’Italia ritiene che aumenti della retribuzione, a fronte dell’attuale situazione, siano possibili solo una tantum per evitare l’avvitamento nella spirale inflazione – crescita salariale che sviluppare la peggiore tassa possibile: l’inflazione. Evidenziata la denatalità del Paese a cui si aggiunge, per diversi motivi, una forte fuga di cervelli all’estero.

Non poteva essere taciuto dall’Autorità di vigilanza il ruolo assunto dall’intermediazione finanziaria non bancaria che produce maggiori rischi di volatilità né i rischi legati alla globalizzazione a partire dai trading normativi fiscali, di sostenibilità ambientale, di tutele, di protezione sociale e, a causa della guerra, al ritorno della divisione del pianeta in blocchi contrapposti con conseguenze che si pensava di non dover più vedere.

A livello nazionale è stata riconosciuta la capacità delle imprese nazionali di far fronte alla crisi, di recuperare competitività, di aumentare gli investimenti e partecipare alla ripresa, segnali utili a dimostrare la capacità italiana di superare le debolezze, a cui darà un notevole apporto il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) con gli impegni programmatici assunti per la transizione digitale e ecologica, per quella fiscale, per il miglioramento del funzionamento dei servizi pubblici, per recuperare il gap che affligge il sud del paese, per la riforma della giustizia, per lo sviluppo della concorrenza.

Riconosciuti i progressi del sistema bancario nazionale pur se è necessaria un’ulteriore crescita dei livelli di efficienza, di rivedere i modelli di attività, di sviluppare l’impiego del risparmio privato, fortemente aumentato durante la pandemia, verso attività produttive, favorendo quelle nazionali, nonché di porre la necessaria attenzione alle potenziali conseguenze della guerra in Ucraina.

Un’importante riflessione ha riguardato la finanza non bancaria e la necessità che operi in condizioni di stabilità, informando i risparmiatori dei rischi che gli intermediari devono tenere sotto controllo attraverso una corretta governance dell’impresa e competenze utili a tutela la clientela.

In questo ambito lo sviluppo di nuove tecnologie coinvolge ogni fase del processo di erogazione dei prestiti, la monetica che sta sostituendo, parzialmente, l’utilizzo del contante, il sistema dei pagamenti fino a coinvolgere le preferenze dei consumatori per l’utilizzo di strumenti digitale e canali distributivi alternativi, scelte che però, devono accompagnarsi ad una maggiore alfabetizzazione finanziaria.

Non poteva mancare un approfondimento sulle tecnologie dei registri distribuiti (distributed ledger technologies, DLT) che possono migliorare l’efficienza nell’offerta dei servizi finanziari e recare benefici significativi per gli utenti come la riduzione dei tempi di esecuzione e dei costi né sulla prossima introduzione a livello europeo del regime pilota per le infrastrutture di mercato basate su DLT (Pilot Regime for Market Infrastructures based on DLT Regulation).

Affrontato il tema delle criptoattività con particolare riguardo alle stablecoins e a quelle senza alcun valore intrinseco fortemente a rischio per volatilità e mancanza di alcun sottostante attività, nonché all’attività di regolamentazione della Commissione europea (Markets in Crypto-Assets Regulation, MiCAR), che prevede regole comuni per l’emissione e l’offerta al pubblico di criptoattività e requisiti per la prestazione di servizi a esse collegati, acquisto, custodia e vendita, che però non risolvono l’accesso a quei mercati senza coinvolgimento di operatori regolamentati né la scarsa conoscenza degli utenti  che utilizzano portafogli elettronici operativi senza l’intervento di fornitori di servizi e la fruizione di servizi finanziari attraverso programmi informatici (smart contracts) resi disponibili direttamente da soggetti non sottoposti a controlli (finanza decentralizzata o DeFi).

Infine, è stato confermato, pur se serviranno ancora anni, la creazione della moneta  digitale di banca centrale (euro digitale) che avrebbe la funzione di complemento al contante e ai mezzi di pagamento elettronici esistenti, di sviluppo di strumenti digitali affidabili e di alimentare la fiducia dei cittadini.

Ulteriore argomento è stata la lotta al riciclaggio e come possono essere previste nuove forme di rafforzamento dei sistemi di verifica, come l’identificazione elettronica e metodi avanzati di analisi dei dati. Antiriciclaggio su cui non sempre sono corrette le cosiddette società fintech a causa della mancanza di una giusta regolamentazione come si sta tentando di attuare con il Digital Operational Resilience Act - DORA che introdurrà disposizioni armonizzate, presidi per la resilienza operativa digitale e sorveglianza sui fornitori di servizi tecnologici particolarmente critici. Banca d’Italia in questo è attiva attraverso l’avvio della sandbox regolamentare, per la sperimentazione di prodotti e servizi tecnologicamente avanzati e con l’attività del centro di innovazione della Banca d’Italia, Milano Hub.

Non è stato dimenticato un richiamo agli investimenti sostenibili e sulla possibilità di modificare la regolamentazione prudenziale in funzione di tali rischi e l’entrata in vigore del Regolamento sull’informativa in materia di finanza sostenibile.

Il sostanziale breve riassunto delle considerazioni finali che sono uno stimolo, non solo un’analisi, della situazione italiana e mondiale, in un periodo, troppo lungo, di difficoltà. Per le famiglie che devono proseguire ad avere fiducia, a fare scelte sostenibili economicamente, a migliorare le proprie conoscenze per materie fondamentali nelle scelte quotidiane e sistemiche, per le imprese che devono svilupparsi, digitalizzarsi, avere una governance adeguata, essere le prime a tutelare la propria clientela, per il legislatore e il Governo che attraverso una nuova adeguata gestione delle finanze pubbliche e il supporto dell’Europa attraverso il NGeu potrà trasformare in un tempo estremamente breve, entro il 2026, il futuro del Paese, ammodernandolo in molti comparti pubblici e privati, rendendo possibile il recupero il ruolo che gli spetta a livello europeo e mondiale, di recuperare la fiducia dei cittadini che per colpe esterne, pandemia e guerra, ma anche proprie, la politica e i suoi rappresentanti, da molti anni è molto precaria.

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