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RAPPORTO CAIO. TUTTO SU BANDA LARGA, AGENDA DIGITALE E FONDAZIONE UGO BORDONI

Alessandro Luciano,  presidente della fondazione ugo bordoni

L'economia digitale può svolgere un ruolo fondamentale nel promuovere la crescita del prodotto interno e dell’occupazione, facilitando la responsabilizzazione dei consumatori e la trasparenza del Governo. Da questa analisi fondamentale prende le mosse lo studio da cui è derivato il «Rapporto Caio», che individua i problemi legati alla diffusione della banda larga veloce e ultraveloce. Una questione d’interesse nazionale che, nello spirito del documento, richiede al Governo italiano di assumere il coordinamento e una leadership forte e decisa per assicurare il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda digitale: la connessione del 100 per cento della popolazione ad internet entro il 2013, la copertura del 100 per cento con banda larga con velocità minima di 30 Mbps entro il 2020 e, sempre entro il 2020, il raggiungimento del 50 per cento della popolazione con banda ultra larga, ad almeno 100 Mbps.
Gli esperti internazionali incaricati di redigere il Rapporto, Scott Marcus e Gerard Pogorel, hanno collaborato direttamente con la Fondazione Ugo Bordoni (Fub), rappresentata all’interno del gruppo di lavoro da Valerio Zingarelli e Vittorio Trecordi, rispettivamente presidente e membro del Comitato scientifico, e dal direttore delle Ricerche Mario Frullone, coadiuvato da un nucleo selezionato di esperti della struttura.
La Fub ha prodotto una serie di analisi e approfondimenti tecnici sia sul versante dell’offerta (cioè architetture di rete, piani di dispiegamento, qualità); sia su quello della domanda (modelli di adozione, qualità) di servizi a banda larga e ultra-larga. Il team di esperti ha quindi incontrato gli operatori e le istituzioni per conoscere gli impegni già in fase di attuazione, soprattutto da parte di Telecom Italia, operatore dominante. L’analisi di questi piani ha rilevato la possibilità, proseguendo con il ritmo degli ultimi mesi, di raggiungere una copertura del 50 per cento della popolazione nel 2016/2017 con soluzioni basate su tecnologia in fibra ottica Fiber to cabinet in grado di erogare al minimo 30 Mbps.
Le previsioni per il periodo oltre il 2016/2017, sono molto meno delineate, e non esistono impegni per raggiungere il terzo obiettivo dell’Agenda digitale, la copertura del 50 per cento nel 2020 con almeno 100 Mbps. Anche perché i piani strategici degli operatori convergono verso una concentrazione degli investimenti nelle zone a maggior potenziale di domanda, lasciando senza prospettiva larga parte della popolazione.
Da queste prime osservazioni risulta chiaro che il raggiungimento effettivo degli obiettivi dell’Agenda digitale non può prescindere da forme di cooperazione e coordinamento per migliorare gli investimenti nei territori meno interessanti dal punto di vista del ritorno economico, e per promuovere lo sviluppo della domanda di servizi e diffusione dell’alfabetizzazione digitale. Per far questo, è indispensabile prevedere un monitoraggio continuo e preciso dei progressi verso gli obiettivi dell’Agenda, per rilevare eventuali rallentamenti e intraprendere azioni correttive di varia portata. Tale monitoraggio, relativo sia alla fornitura sia alla domanda, dovrà includere non solo i fattori necessari per il raggiungimento degli obiettivi indicati, ma anche le azioni di sostegno necessarie a far sì che la banda larga veloce e ultraveloce offra reali benefici ai consumatori e le imprese italiane.
Quello descritto dal Rapporto Caio è un processo che, per sua natura, deve partire da considerazioni politiche, tecnologiche e normative. Deve essere quindi il Governo italiano a prendere l’iniziativa di formulare i parametri per il monitoraggio. Tuttavia, affinché sia adeguatamente obiettivo e trasparente, tale monitoraggio dovrà essere condotto da un organismo super partes. Inoltre, poiché gran parte dei dati elaborati dal processo saranno per loro natura commercialmente sensibili, il soggetto incaricato di svolgere il processo dovrà essere in grado di garantirne la riservatezza e la sicurezza.
Per rispondere a queste indispensabili garanzie il Rapporto individua l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) come soggetto naturalmente idoneo a condurre la valutazione complessiva, e attribuisce alla Fondazione Ugo Bordoni un ruolo fondamentale nella valutazione di come le tendenze tecnologiche delle reti, sia fisse che mobili, possano contribuire al raggiungimento degli obiettivi e nella conduzione dell’attività di monitoraggio in collaborazione con l’Autorità stessa e con l’Organismo di Vigilanza.
Un ruolo che conferma le competenze più volte espresse dalla Fub nella propria veste di advisor tecnico-scientifico delle pubbliche amministrazioni, che in più occasioni ha fornito il proprio aiuto a queste ultime, agli operatori, e alle Autorità indipendenti per l’introduzione delle nuove tecnologie digitali, facendosi carico, nello stesso tempo, di iniziative orientate a favorire la consapevolezza dei cittadini circa i propri diritti nell’ambito di tali processi.
Per esempio, la qualità dell’accesso ad internet dove, con la delibera n. 147/09/CSP dell’Agcom, la Fub si è aggiudicata il progetto per il monitoraggio della qualità della banda larga offerta ai consumatori, realizzando un applicativo certificato (Ne.Me.Sys.), scaricabile da ogni utente, per la verifica delle prestazioni della propria connessione. Un progetto, «MisuraInternet», poi confluito nel più ampio progetto europeo «MPLane», finalizzato alla realizzazione di un’architettura all’interno della rete IP dedicata al monitoraggio delle prestazioni della rete stessa a livello sia fisico sia di applicazione.
L’armonizzazione dello spettro radio è il terreno nel quale l’unicità dell’esperienza della Fondazione Bordoni nel panorama italiano è emersa con maggiore evidenza, a partire dalla transizione al digitale terrestre che ha reso disponibile il primo dividendo digitale (corrispondente alla banda a 800 MHz) da assegnare agli operatori di comunicazione mobile per lo sviluppo di servizi LTE. In riferimento ai problemi di potenziale interferenza per gli utenti della televisione digitale terrestre legati all’uso della banda a 800 MHz da parte dei sistemi 4G, la Fub è stata chiamata a svolgere un ruolo di supporto tecnico e scientifico e di interfaccia tra l’Amministrazione pubblica, gli operatori e i cittadini.
Le analisi svolte dalla Fondazione hanno consentito la realizzazione di mappe di rischio per la previsione dei fenomeni interferenziali nel territorio. In più la stessa è stata chiamata ad occuparsi della gestione e smaltimento delle segnalazioni da parte degli utenti. La Fub ha quindi predisposto un numero verde e un help desk e avviato una campagna di comunicazione mirata per un’informazione corretta e non allarmistica.
Sempre con riferimento allo spettro radio, vanno citati il supporto al Ministero dello Sviluppo economico per l’attuazione del Piano di riorganizzazione della banda a 900 MHz, e all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni per la realizzazione dell’indagine conoscitiva sull’attribuzione, l’assegnazione e l’uso dello spettro radioelettrico (Spectrum Inventory), una delle azioni preliminari di maggior rilievo imposte dall’Unione Europea agli Stati membri, finalizzata a conoscere il reale uso delle frequenze.
Nel maggio del 2013, l’Agenzia per l’Italia Digitale e la Fondazione Bordoni hanno firmato una convenzione quadro. Il primo accordo esecutivo riguarda uno dei principali obiettivi dell’Agenzia: la razionalizzazione e il consolidamento delle infrastrutture digitali delle pubbliche amministrazioni. La convenzione, che avrà termine il 31 dicembre 2015, regola l’affidamento alla Fondazione di attività di studio, di analisi e assistenza di natura tecnica e scientifica e di assistenza in relazione alle fasi applicative, nonché di comunicazione dei risultati conseguiti. Il primo accordo esecutivo riguarda uno dei principali obiettivi dell’Agenzia: la razionalizzazione e il consolidamento delle infrastrutture digitali delle pubbliche amministrazioni.
La normativa italiana, dal Codice dell’Amministrazione digitale in materia di e-government all’attuazione della comunicazione della Commissione europea «Un’agenda digitale europea», impone innovazione, efficienza, qualità e trasparenza ai servizi della pubblica amministrazione. Il Piano nazionale di razionalizzazione e consolidamento dei Centri di elaborazione dati (Ced) della pubblica amministrazione risponde alle esigenze di ammodernamento e riduzione dei costi nel campo delle tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni (Ict), ridisegnando completamente il panorama nazionale e intervenendo sulle principali cause di inefficienza, come la frammentazione delle risorse, una spesa non coordinata, la mancanza di integrazione e cooperazione tra i sistemi informativi. Il Piano nazionale dispone che l’Agenzia per l’Italia Digitale compia il censimento dei Centri di elaborazione dati della pubblica amministrazione sia centrale che locale, ed elabori le linee guida per un piano triennale di razionalizzazione degli stessi.
A tal fine l’Agenzia digitale ha deciso di avvalersi del supporto della Fub per la sua riconosciuta competenza in tale campo. Quest’ultima ha compiuto il censimento dei Centri di elaborazione dati tramite un questionario elettronico e, nella fase di risposta, ha fornito assistenza alle pubbliche amministrazioni tramite servizi di contact center e help desk. Al termine di questa prima fase, che ha coinvolto circa mille amministrazioni, la Fub ha elaborato le informazioni raccolte per fornire all’Agenzia digitale le statistiche sulla dotazione infrastrutturale dei Ced.
Lo scorso mese di agosto l’Agenzia digitale e la Fondazione Bordoni hanno redatto e posto alla pubblica consultazione una prima versione delle linee guida per la razionalizzazione dei Ced della PA. Il 30 settembre, recepite le osservazioni pervenute, le linee guida sono state trasmesse alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parallelamente, la Fub ha coinvolto i soggetti privati operanti nel territorio italiano organizzando un meeting che ha visto la partecipazione delle più importanti aziende nell’ambito dei datacenter.
Fino al 31 dicembre 2013 la Fub ha assistito l’Agenzia digitale nella definizione e nella scrittura del Piano triennale, nonché negli incontri con le diverse amministrazioni coinvolte. Infine ha partecipato alla redazione del Rapporto Caio, occasione che non può che confermare il riconoscimento della capacità e delle competenze da essa espresse nel settore delle telecomunicazioni e delle tecnologie informatiche, ma anche di un modello di governance pubblica che le consente di coniugare l’attività di ricerca con servizi d’interesse pubblico, con ricadute sempre più marcate nell’ambito della tutela del cittadino.    

Tags: Aprile 2014

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