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CASSA FORENSE, GLI ATTUALI OBIETTIVI DOPO LE MOLTE NOVITÀ DEGLI ULTIMI ANNI

di Maurizio De Tilla, presidente della Cassa Forense e dell’AdEPP

L’assetto organizzativo e gestionale della Cassa Forense ha subito, negli ultimi anni, una serie di importanti novità nel quadro di un processo di cambiamento verso una gestione realmente privatistica e flessibile del personale e una totale e continua verifica dello stato delle attività. A tale proposito occorre innanzitutto ricordare la svolta gestionale introdotta mediante la messa a punto, in collaborazione con professionalità esterne di primario livello nazionale, di fondamentali strumenti di gestione delle risorse umane, quali quelli relativi alla valutazione delle performance, delle responsabilità e delle competenze del personale della cassa.

Sul piano organizzativo interno costituisce un’importante svolta l’introduzione della funzione «internal auditing» recentemente deliberata dal consiglio di amministrazione attraverso l’individuazione del responsabile del nuovo ufficio, che sarà coordinato da altre due figure professionali scelte all’interno dell’ente. La riorganizzazione dell’area istituzionale in due servizi anziché in tre e il rafforzamento della direzione generale mediante la nomina di un vicedirettore generale, a partire dal primo gennaio 2004, costituiscono già un importante patrimonio acquisito sulla via della modernizzazione dell’Ente, pur con le inevitabili difficoltà legate alla fase di prima attuazione, con particolare riferimento all’armonizzazione delle attività e delle procedure informatiche sottostanti.

Presto saranno visibili anche i benefici, sia in termini di efficienza nelle lavorazioni che per quanto riguarda la circolarità delle informazioni, derivanti dalla massiccia introduzione delle nuove tecnologie. Si pensi all’avvio, dal primo gennaio 2005, del nuovo centro documentale unico - limitato inizialmente, per quanto riguarda l’acquisizione ottica, all’area istituzionale -, nel quale transita tutta la corrispondenza dell’ente, nonché alla conclusione dell’acquisizione ottica di tutti i fascicoli personali degli avvocati italiani, che saranno visibili simultaneamente da tutti gli uffici mediante consultazione in rete del cosiddetto «fascicolo elettronico».

Va ricordata, inoltre, la costituzione del nuovo centro informazioni previdenziali che ha sostituito, nel corso del 2004, il vecchio ufficio informazioni e ha contribuito al miglioramento dei servizi nei confronti degli iscritti sgravando, per ora in parte, il carico di telefonate destinato agli uffici istituzionali. Anche in questo caso sono in fase di studio interventi migliorativi sia tecnologici che organizzativi, in parte già all’esame del Consiglio di amministrazione, allo scopo di risolvere gli attuali problemi di fruibilità da parte degli iscritti.

La situazione descritta evidenzia lo sforzo organizzativo e tecnologico compiuto negli ultimi anni, e tuttora in corso, per far fronte in termini di efficienza all’enorme crescita di attività derivante dal considerevole aumento degli iscritti pari al 50 per cento negli ultimi 6 anni, e dall’introduzione di nuovi istituti o progetti straordinari: pensione contributiva, nuove forme di assistenza, polizza sanitaria, revisione degli iscritti, totalizzazione ecc. Tutto ciò senza influire in modo significativo sul numero dei dipendenti, rimasto sostanzialmente invariato con riferimento all’area istituzionale.

La definitiva messa in efficienza della macchina organizzativa e del personale che porti a considerevoli miglioramenti dei tempi di istruttoria delle principali attività dell’ente - iscrizioni, pensioni ecc. -, costituisce un obiettivo primario dell’attuale gestione per l’immediato futuro. Anche sotto il profilo dell’assetto normativo generale vanno segnalate importanti novità negli ultimi anni. A tale proposito va ricordata con particolare evidenza la legge del 23 agosto 2004 n. 243 sulla delega previdenziale, approvata dopo un laborioso iter parlamentare, che ha introdotto importantissime novità anche per quanto riguarda gli enti previdenziali privati dei professionisti italiani.
Il riferimento è, in particolare, ai commi dal 34 al 38 dell’articolo 1, che introducono le seguenti importanti disposizioni: possibilità per le casse professionali di prevedere anche forme di tutela sanitaria integrativa a favore degli iscritti, nel rispetto degli equilibri finanziari di ogni singola gestione; possibilità per le casse professionali di istituire, anche direttamente, forme pensionistiche complementari, fermo restando l’obbligo della gestione separata; possibilità per i medesimi enti di accorparsi fra loro nonché di includere altre categorie professionali similari di nuova istituzione che dovessero risultare prive di una protezione previdenziale pensionistica.

Ed ancora: possibilità per gli enti di cui al decreto legislativo 103 del 1996 di modulare l’aliquota contributiva ai fini previdenziali dovuta dagli iscritti con facoltà di opzione per questi ultimi e ferma restando la completa deducibilità fiscale del contributo; definitiva precisazione sulla non applicabilità agli enti di previdenza privati delle norme pubblicistiche sulle dismissioni degli immobili e sui canoni calmierati, anche nel caso in cui la privatizzazione sia avvenuta successivamente all’entrata in vigore della legge 104 del 1996.

È di tutta evidenza l’importanza, anche strategica, di queste innovazioni legislative, per la Cassa Forense e per tutti gli enti previdenziali privati aderenti all’AdEPP. Ma il risultato forse più importante che emerge dal testo della riforma consiste nella definitiva affermazione dell’autonomia normativa e gestionale delle casse professionali mediante la precisazione, inserita nel comma 6 dell’articolo 1, sul fatto che i nuovi requisiti per il pensionamento, previsti per il regime pubblico non si applicano alle casse stesse. Principio, questo, rafforzato da quello, parimenti fondamentale, contenuto nello stesso articolo 1, comma 2, lettera g) che esclude gli enti previdenziali privati dai futuri interventi di perequazione dei trattamenti pensionistici tra le varie gestioni previdenziali.

Sempre sul fronte dell’assestamento del quadro normativo, ma con più specifico riferimento alla Cassa Forense, va ricordata l’approvazione ministeriale, nel corso del 2004, degli articoli 4 e 49 del regolamento generale. In particolare, la modifica regolamentare introdotta con l’articolo 4, a decorrere dal primo dicembre 2004, ha sostituito nell’ordinamento previdenziale forense il vecchio istituto del rimborso dei contributi versati - in caso di cancellazione dalla cassa senza aver maturato i requisiti per il diritto a pensione - con una pensione contributiva. Va sottolineato, che la modifica regolamentare, fortemente voluta dal comitato dei delegati, non sottrae alcun diritto all’iscritto ma ne sostituisce il contenuto con un altro diritto - pensione contributiva -, sostanzialmente equivalente e sicuramente più in linea con le finalità previdenziali proprie dell’ente.

Da ricordare, infine, l’approvazione del nuovo regolamento sull’assistenza con importanti novità in termini di ampliamento delle prestazioni assistenziali erogabili da parte della Cassa e di disponibilità economiche destinate a tali fini, che raggiungono complessivamente il 3 per cento delle entrate correnti iscritte nel bilancio di previsione di ciascun anno. Battaglie tuttora in corso, ma che hanno segnato apprezzabili aperture governative, sono quelle sulla doppia tassazione gravante sugli enti previdenziali dei professionisti e sulla totalizzazione, il cui regolamento di attuazione deliberato dalla Cassa Forense è in avanzato stato di approvazione presso i ministeri.

Per quanto riguarda la doppia tassazione dobbiamo segnalare un grave ritardo dell’attività governativa e ministeriale. La delega previdenziale è già scaduta e non si vede all’orizzonte alcun decreto attuativo. La Cassa Forense ha in programma l’impugnazione per via giudiziaria per far dichiarare la incostituzionalità del doppio prelievo fiscale. Nonostante il delinearsi di un quadro normativo di riferimento più stabile, i lusinghieri risultati del bilancio di esercizio che anche per il 2004 evidenzia un avanzo di gestione di 160 milioni di euro, e il buon rapporto tra iscritti e pensionati tuttora con trend in crescita, la Cassa sulla base dei segnali di attenzione richiamati nei bilanci attuariali ha comunque programmato di porre la massima attenzione al problema della sostenibilità dell’attuale sistema previdenziale forense nel lungo periodo. In tale prospettiva, infatti, non possono non destare preoccupazione elementi negativi quali il trend in aumento della spesa pensionistica e il fatto che la base degli iscritti sia costituita per oltre il 60 per cento da avvocati che non hanno compiuto i 45 anni di età.

Tags: Maurizio de Tilla pensione previdenza anno 2005

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