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CARMEL INGUANEZ: MALTA E L'ITALIA, PIÙ CHE AMICI SIAMO COME UNA FAMIGLIA

Carmel Inguanez è nato nel 1961 a B’Kara, nell’isola di Malta. Laureatosi in Amministrazione pubblica presso l’università maltese nel 1985, nel 1987 ha conseguito il Foreign Service Programme nell’università di Oxford e nel 1991 ha ottenuto un master in public management nella Libera Università di Bruxelles. Nel 2002 ha conseguito una specializzazione sull’Unione Europea nell’École Nationale d’Administration di Parigi. Ha lavorato per 24 anni nel ministero degli Affari esteri del proprio Paese e successivamente ha svolto vari incarichi tra cui, dal 2006 al 2009, quello di direttore generale per gli Affari europei e, dal luglio 2009 al luglio 2011, quello di ambasciatore di Malta presso la Federazione russa, quindi presso la Repubblica italiana. In questa intervista illustra i rapporti tra l’Italia e il suo Paese.
Domanda. Lei è in Italia da un anno. Come ha trovato i rapporti tra i due Paesi e cosa intende fare per migliorarli?
Risposta. In precedenza sono stato ambasciatore di Malta a Mosca. L’Italia, dove sono arrivato nel luglio di un anno fa, è per noi un Paese strategico, non soltanto per la vicinanza ma perché da tanti anni condividiamo molti valori politici, economici, culturali e sociali. Sono orgoglioso di essere accreditato presso il Quirinale perché l’Italia è un Paese speciale per noi, veramente amico, che ha sempre sostenuto il mio Paese: quando ha ottenuto l’indipendenza dalla Gran Bretagna, quando ha deciso di essere militarmente neutrale, quando ha chiesto di aderire all’Unione Europea. L’Italia ci ha dato un grande aiuto e questo avviene anche attualmente come partners europei nel forum europeo. Lavoriamo insieme per cercare delle soluzioni europee per i problemi europei, che purtroppo non sono stati riconosciuti come tali da tutti gli altri partners europei.
D. Perché avviene questo?
R. La difficoltà principale è la questione dell’immigrazione illegale. Malta ed anche altri Paesi lavorano per far capire ai nostri partners europei che il fenomeno non riguarda soltanto la sponda meridionale del Mediterraneo, ma ha un’incidenza molto più ampia; il problema non consiste soltanto in un flusso di gente in movimento tra Africa ed Europa, ma influisce nel dibattito sull’effettività della politica per lo sviluppo. L’Italia, Malta e altri Paesi mediterranei ritengono che il fenomeno dell’immigrazione illegale deve essere risolto non solo bilateralmente ma in sede europea, con soluzioni e mezzi europei. In termini assoluti, i dati relativi al numero degli immigrati presenti a Malta non mostrano la reale entità del problema; per questo non riusciamo a farci capire dai nostri colleghi europei.
D. Che significa questo?
R. Che occorre considerare il flusso in relazione al nostro territorio, alla nostra superficie e alla nostra popolazione. Per esempio, 2 mila persone da noi equivalgono a 40 mila in altri Paesi. E l’effetto di questo afflusso a Malta deve essere anche calcolato in base a questa proporzione. Perciò, quando i nostri partners europei valutano le cifre in termini assoluti anziché relativi, non sono in una posizione giusta per valutare ed esaminare il problema che si pone davanti a noi, riconoscendo che esiste un problema ma non tale da creare una crisi. Noi cerchiamo di spiegare che per noi questi numeri rappresentano proprio una crisi destinata ad aggravarsi sempre più. Circa le relazioni tra i nostri due Paesi, siamo molto vicini anche nella valutazione degli avvenimenti svoltisi e in atto in Medio Oriente e Nord Africa; su molte situazioni abbiamo posizioni comuni.
D. E sul piano finanziario?
R. A prescindere da quello politico, l’Italia ha costantemente sostenuto Malta finanziariamente tramite protocolli diretti a farla diventare un Paese sviluppato e moderno. Per cui, quando trattiamo con l’Italia, penso che si debba considerare il quadro comprensivo e discutere con i colleghi italiani non su campi settoriali ma mettendo tutto in pentola, perché tutto è rilevante per noi. Per quanto riguarda il commercio abbiamo già un rapporto straordinario con l’Italia. Malta importa più di un miliardo di euro dall’Italia ed esporta circa 140 milioni di euro verso l’Italia. È un rapporto commerciale di cui beneficia più l’Italia che Malta. Noi siamo consapevoli di questo fatto, ma vorremmo semplicemente migliorare la nostra esportazione, dando per scontato che la realtà dell’economia maltese non potrà mai raggiungere il pareggio di bilancio commerciale. Per questo noi siamo contenti che il primo partner commerciale di Malta sia e rimanga l’Italia, soprattutto perché i due Paesi sono favoriti dalla posizione geografica nel Mediterraneo. Giustamente ci si chiede con chi dobbiamo rafforzare i nostri legami commerciali, se non con l’Italia. La risposta diventa naturale: l’Italia è un Paese amico e vicino con cui noi condividiamo tanti valori, ed ha contribuito molto al nostro sviluppo economico. Cercheremo di aumentare le esportazioni verso l’Italia e di accrescere il numero dei turisti italiani che vengono a Malta. Ma siamo soddisfatti del trend positivo in atto, anche se nel biennio 2010-2011 si è registrato un lieve calo. I dati relativi al 2012 sono incoraggianti, e speriamo che continui così. Prevediamo un arrivo a Malta di circa 200 mila italiani.
D. Quanto inciderà la crisi italiana nel settore turistico? Cosa fate per incentivare il turista italiano a recarsi a Malta?
R. Finora non mi sembra che la crisi economica e finanziaria in atto in Italia e in tutta Europa abbia influito molto sul settore turistico maltese. Grazie al nostro ente nazionale per il turismo, il Malta Tourism Authority, abbiamo realizzato una campagna pubblicitaria proficua e mirata per sensibilizzare il mercato turistico italiano. Malta gode di una cultura eclettica con influenze di diverse nazioni e siti con oltre 10.000 anni di storia. Nelle città italiane è in atto una promozione di Air Malta basata su cartelloni pubblicitari contenenti l’invito a recarsi a Malta con questa linea aerea e a trascorrervi una vacanza al costo minimo. Abbiamo oltre 1,3 milioni di turisti ogni anno. Abbiamo anche il vantaggio di essere nel Mediterraneo, che significa il sole presente in tutto l’arco dell’anno. È un Paese politicamente stabile, privo di situazioni preoccupanti, dove si può trascorrere una vacanza serena.
D. È assicurata la sicurezza nonostante la presenza di numerosi stranieri?
R. Malta è un’isola tranquilla, non c’è molta criminalità, è notoriamente un Paese che vive in pace. È normale che anche noi abbiamo piccoli problemi ma non la criminalità organizzata. È alquanto attraente per il mondo studentesco: molti studenti vi si recano per studiare l’inglese, i minorenni, spesso raggiunti dai genitori, sanno che è un posto tranquillo. Ritengo di poter rafforzare le eccellenti relazioni che abbiamo con i settori commerciali e culturali italiani. Inoltre abbiamo relazioni politiche eccellenti. Malta ha appoggiato l’Italia in varie iniziative che questa ha assunto in Europa e in ambito internazionale, e l’Italia ha sostenuto le azioni intraprese da Malta. Il mio compito è rafforzare queste relazioni eccellenti, trovare convergenze su cui noi possiamo presentare soluzioni comuni ai nostri problemi comuni. Con l’Italia dobbiamo dialogare perché, più che amici, siamo come in una famiglia; sarebbe un peccato non coltivare questo sodalizio anche sulle questioni più delicate. Questo è il mio augurio.
D. Quali prodotti, in particolare, vengono importati dall’Italia e quali sono gli altri legami odierni con l’Italia?
R. Importiamo dall’Italia varie merci, ma principalmente prodotti petroliferi, macchinari, elettrodomestici, prodotti di plastica e generi alimentari. Invece noi esportiamo molti prodotti tra i quali microchip per computer, componenti elettronici e prodotti farmaceutici e di recente prodotti ittici. Abbiamo fabbriche realizzate con investimenti italiani, ad esempio la ST Microelectronics a partecipazione italiana e francese e i cantieri navali adesso gestiti dalla società commerciale Palumbo, altra azienda italiana. Per quanto riguarda i legami odierni, a prescindere dall’aspetto commerciale, c’è una vicinanza sentita tra i popoli. Molti maltesi, sposati con italiani, risiedono in varie regioni; in Sicilia vive una folta comunità di maltesi, che godono di doppia cittadinanza. Un numero considerevole di comuni, anche siciliani, è gemellato con paesini maltesi. La nostra linea aerea Air Malta collega quotidianamente l’isola con Roma e con Milano, inoltre l’Alitalia compie voli Roma-Malta giornalieri. Malta è anche collegata direttamente con la Sicilia dal traghetto Virtù Travel che opera ogni giorno.
D. Che cosa costituisce il vostro fiore all’occhiello?
R. Il mio Paese è diventato indipendente nel 1964. All’epoca la sua economia si è sviluppata in funzione delle basi militari esistenti durante il dominio britannico, per cui l’industria ha dovuto convergere sulla struttura militare di un’isola-fortezza. Abbiamo avuto cantieri navali che producevano al cento per cento per l’esercito inglese. Poi subentrò un’altra fase economica negli anni 70-80, basata sullo sviluppo dell’industria turistica e su quella manifatturiera, principalmente di tessuti, indumenti e scarpe. Quel periodo era caratterizzato dalla manodopera non molto costosa e quindi il costo della produzione era competitivo rispetto a quello di tanti altri Paesi europei. Questo fatto spiega perché all’epoca abbiamo attirato molte fabbriche dall’Europa. Era anche un periodo caratterizzato da una politica commerciale fortemente protettiva, nella quale l’economia era al riparo da forze esterne. Dalla metà degli anni 80 a questa parte, Malta ha compiuto con grande successo una trasformazione sintonizzata in ogni senso con quella europea. Abbiamo trasformato l’economia in aperta e competitiva e nello stesso tempo abbiamo investito molto nell’educazione terziaria del popolo. Con l’adesione all’Unione Europea la struttura manifatturiera si è qualificata, la manodopera si è valorizzata, le retribuzioni sono aumentate, sono migliorate qualità e produttività. Abbiamo fatto un passaggio da un settore manifatturiero a basso costo ad uno basato sulla conoscenza e sulla elevata intensità tecnologica. Tutto questo senza compromettere i posti di lavoro. Ciò a mio avviso è il fiore all’occhiello di Malta.
D. In quale settore eccellete?
R. Malta ha incrementato il settore manifatturiero ad alto valore aggiunto. Abbiamo sviluppato settori come ingegneria di precisone, componentistica elettronica, settore farmaceutico e medical device, componentistica per i settori auto, aereo e marittimo. Inoltre abbiamo ampliato i servizi finanziari e il servizio marittimo che oggi svolge una funzione commerciale e non più per sostenere quello militare. Il Registro Navale maltese è diventato il più denso in Europa. Abbiamo curato i servizi educativi, il turismo e l’ecosostenibilità in direzione di un Paese totalmente «sostenibile», anche perché, essendo il nostro un territorio limitato, dobbiamo essere attenti al suo uso in maniera sostenibile per le generazioni future. La dimensione dell’isola ci permette di compiere 8 ore di lavoro, 8 ore di riposo e 8 ore di divertimento. Perciò, grazie anche al clima mite, a Malta la qualità di vita è eccellente. Queste caratteristiche sono illustrate in una promozione per gli investimenti stranieri.
D. Anche questo fa parte del suo programma?
R. Sicuramente, ma adesso tutto è guidato da Vision 2015+, un documento strategico che spiega i nostri traguardi per l’anno 2015 e per i successivi. Questo fa parte del programma del nostro Governo e comporta che dobbiamo aumentare gli sforzi per raggiungere livelli più elevati. Vediamo Malta come un’economia dinamica con alto valore aggiunto, basata sulla competenza, professionalità ed eccellenza, in grado di mantenere un elevato tenore di vita a beneficio di tutta la propria popolazione.
D. Quindi non c’è disoccupazione?
R. Abbiamo una percentuale di disoccupati del 6,5 per cento, che non scenderà mai sotto un 4 per cento fisiologico; comunque la situazione del lavoro è ben gestita. Malta in questo frangente è stata fortunata e lo dico con soddisfazione e con un grande senso di responsabilità. Nonostante l’attuale crisi economica e finanziaria in Europa, che indubbiamente influisce sulla nostra economia, direi che l’economia maltese sta affrontando tutto questo con disagi minori, grazie alle decisioni corrette adottate dal nostro Governo ed anche alla nostra capacità di ripresa. L’inflazione è del 2,8 per cento l’anno, ma l’elemento più sorprendente è che anche quest’anno avremo una crescita del 2 per cento, non molto, ma sicuramente un grande successo, alla luce di quello che succede intorno a noi.
D. Vi sono aziende che spostano le produzioni a Malta, perché il costo della manodopera in Italia è più alto? E qual è il vostro settore per eccellenza?
R. Vi sono tante agenzie finanziarie con partecipazione italiana, e tante imprese che hanno scelto Malta come base di produzione. Ho già citato ST Microelectronics. Come settore di eccellenza non posso menzionarne uno solo, perché puntiamo a realizzare eccellenze in sette settori: tecnologia dell’informatica e comunicazione, servizi finanziari, manifatture ad alto valore aggiunto, scienza della vita, servizi educativi, turismo ed ecosostenibilità. Tutti sono nell’obiettivo Vision 2015+. Inoltre puntiamo ad approfittare al massimo della nostra posizione geografica come hub del Mediterraneo; a questo si presta la base della Lufthansa Technic per la manutenzione degli aerei della compagnia tedesca.
D. Di quanto potrebbe crescere la popolazione? C’è un limite?
R. Oggi è composta di 400 mila abitanti, ma l’incremento si è ridotto perché le coppie fanno meno figli. Non è più come prima, ed anche per questo stiamo studiando il sistema pensionistico, perché diminuiranno le persone che lavorano e che mantengono i pensionati. Concediamo incentivi alle famiglie numerose per indurre più donne ad entrare nel mondo del lavoro; nel confronto con gli altri Paesi europei, la partecipazione femminile al lavoro è ancora bassa e il Governo sta avviando iniziative per stimolare questo potenziale economico.
D. Il lavoro aiuta le pensioni ma non la famiglia; la donna lavoratrice non è meno portata ad avere figli?
R. Bisogna incentivare il lavoro femminile e assicurare l’assistenza necessaria per formare una famiglia. Esistono sistemi per questo, ad esempio lo smart working, che consente alla donna o madre di lavorare da casa, fornendole un computer e linee telefoniche. Inoltre le autorità stanno lavorando per migliorare la rete di asili nido e incoraggiare la donna a lavorare. Per quanto riguarda la situazione pensionistica, stiamo dando agli stranieri la possibilità di lavorare in settori da loro richiesti. Con l’adesione all’Unione Europea abbiamo aperto il mercato del lavoro ai nostri partners. Per noi l’Unione è stata determinante non solo perché ha favorito l’aumento del nostro tenore di vita, che comunque era già alto, ma anche perché non possiamo continuare a crescere in questo mondo globalizzato senza un’economia di mercato.
D. Come opera la vostra burocrazia?
R. Siamo mediterranei ma come cultura di lavoro siamo anglosassoni, e i nostri dipartimenti governativi gestiscono l’amministrazione pubblica su un modello più o meno inglese. Per questo direi che operiamo in modo più efficiente. La lingua nazionale è il maltese che è lingua ufficiale insieme all’inglese; questo ci aiuta a comunicare con il mondo esterno.
D. Nell’energia elettrica siete autosufficienti?
R. No, e questo è un problema, ma stiamo trattando anche con il Governo italiano per ottenere un’interconnessione con Ragusa. Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare il ministero dello Sviluppo economico per la collaborazione in questo campo. Abbiamo due centrali elettriche, una moderna e una vecchia, ma funzionano con gasolio e olio combustibile pesante. Lavoriamo per trasformare il settore energetico in modo da garantire energia pulita, sicura e sostenibile, e nello stesso tempo di soddisfare le aspettative dell’economia maltese.
D. Con chi siete in contatto?
R. Pensiamo di collegarci, tramite un cavo sottomarino, alla stazione di Ragusa dalla quale Malta può acquistare l’energia prodotta in eccesso. È un progetto costoso, ma finanziato in parte dall’Unione Europea; per l’Italia se ne occupa Terna.

Tags: turismo Borsa di Malta Anna Maria Branca studenti ambasciate in Italia Luglio - Agosto 2012

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