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CLARICE PECORI GIRALDI: MERCATO DELL’ARTE, INVESTIMENTO E PASSIONE

Da sempre l’arte è considerata un investimento sicuro, un bene rifugio. Ma è senza dubbio negli ultimi anni che in molti hanno finalmente compreso che si tratta di una grande opportunità anche in ambito finanziario, in grado di registrare, in molti casi, rendimenti superiori a quelli ottenuti investendo in titoli. Dal dopoguerra anche quello dell’arte come gli altri mercati è stato caratterizzato da un andamento ciclico, attraversato da momenti di entusiasmo e periodi di crisi, da inflazione dei prezzi e fasi di intensa speculazione che finivano con l’esplosione di «bolle», come quella della crisi vissuta dal mercato dell’arte agli inizi degli anni Novanta. E nell’ultimo ventennio anche il mercato dell’arte è inevitabilmente diventato globale, con una grande differenza rispetto a molti altri settori economici: nell’arte la globalizzazione ha avuto solamente conseguenze positive.
Si è infatti assistito da una parte a un’impressionante impatto nel mercato dovuto all’ingresso di nuovi attori provenienti dai Paesi cosiddetti emergenti, dall’altra a una forte spinta nel mondo occidentale alla diversificazione degli investimenti finanziari che ha portato alla rapida affermazione dell’art advisory, soprattutto all’interno dei servizi offerti dal private banking alla clientela con alta disponibilità finanziaria. E se per riprendersi dalla bolla speculativa esplosa nel 1991 il mercato dell’arte impiegò oltre 4 anni prima di rivedere una risalita dei prezzi, l’impatto della crisi finanziaria internazionale - lo tsunami partito dagli Stati Uniti nel 2008 - non solo è stato brillantemente superato in meno di 18 mesi, ma la pazienza è stata ripagata da una crescita dei volumi e dei prezzi mai registrata in precedenza.
I risultati di un’analisi dell’indice della Borsa Italiana dal 2 gennaio 1928 al 30 aprile 2009 ha rivelato che senza il reinvestimento dei dividendi il rendimento nominale è stato pari al 6,8 per cento. Ma in termini reali questo diviene negativo per il 2,3 per cento l’anno. Un dato non certo entusiasmante. D’altronde quanti si sono pentiti di avere tra le mani un pezzo di carta firmato Lehman Brothers, invece di un foglio strappato da un quaderno a quadretti, magari anche senza firma, ma disegnato con matite colorate dalla mano di Pablo Picasso?
Forse è stata proprio la crisi ad imporre un cambiamento epocale e a segnare una svolta nel mercato dell’arte che oggi non è più una esclusiva riserva di pochi facoltosi collezionisti, ma un mercato ampio e solido, sempre più trasparente e in rapida evoluzione, caratterizzato dalla presenza di fondi di investimento, dalla crescita delle vendite online, da centinaia di fiere specializzate che si svolgono in tutto il mondo e dalla grande competizione all’insegna della qualità tra le case d’asta. All’alba di questo terzo millennio il collezionismo sta quindi conoscendo un enorme sviluppo.
Una collezione, di qualunque natura essa sia, conserva traccia dello spirito, del gusto e della passione di chi la realizza. A proprietari estrosi e stravaganti, corrispondono collezioni a volte eccentriche, ma molto più spesso le collezioni rispecchiano più semplicemente la società. Arte, arredamento e design sono la nuova tendenza dell’investire, non solo perché gli italiani amano e spendono sempre volentieri per la loro casa, non solo perché costituiscono dei beni rifugio, ma anche e soprattutto perché allietano concretamente la vita quotidiana.
Una bella scultura, un dipinto, antico o moderno, un mobile o complemento d’arredo, un divano di tendenza, di alta qualità e di raffinato design, non potranno far altro che arricchire la casa e migliorare la qualità della vita quotidiana. Questo rappresenta, insieme, un bel lusso e un investimento sicuro. Ecco allora mercatini delle pulci, brocante, fiere e mostre di antiquariato e modernariato sempre più affollate. Non solo mobili e dipinti ma anche gioielli, orologi, auto d’epoca e memorabilia, la passione di collezionare non conosce confini. Non c’è dubbio però che i momenti più emozionanti siano quelli che si vivono nelle case d’asta quando, dopo aver attentamente visionato i lotti in vendita, annotati gli opportuni appunti direttamente sul catalogo, l’adrenalina cresce man mano che il banditore si avvicina al dipinto o al mobile che ci interessa.
E parlando di case d’asta non possiamo che partire dalla più importante e prestigiosa del mondo, la storica Christie’s che nel corso degli ultimi mesi a New York, Londra e Hong Kong, ha elettrizzato il mondo dell’arte registrando dei totali senza precedenti. Ma qual’è la situazione in Italia? «La nostra casa d’aste –spiega Clarice Pecori Giraldi, amministratore delegato di Christie’s Italia– ha riaffermato il proprio status di piattaforma d’elezione per alienare nel modo migliore le opere d’arte di grande qualità, ottenendo un totale complessivo di oltre 14.7 milioni di euro con le tre aste di primavera a Milano. Questo solido risultato corrisponde ad una crescita di del 35 per cento rispetto alla cifra raggiunta nel maggio dello scorso anno, ed esprime chiaramente lo stato del mercato attuale nel nostro Paese, caratterizzato da una crescita regolare e progressiva. Rispetto a New York, Londra e Hong Kong, a Milano abbiamo assistito a un atteggiamento più equilibrato, sebbene sempre recettivo nei confronti della qualità dei lotti selezionati dai nostri specialisti. È, inoltre, interessante notare la decisiva partecipazione dei collezionisti privati, sia compratori che venditori, così come l’aumento di attività da parte di compratori internazionali in tutte e tre le categorie: arte moderna e contemporanea, dipinti antichi e gioielli».
Clarice Pecori Giraldi ha cominciato la carriera da Christie’s nel 1992 come specialista nel dipartimento di arte moderna e contemporanea, di cui diviene presto la responsabile. In pochi anni assume il ruolo di direttrice dell’ufficio di Milano, che conserva fino al 1998. Nel 2006, dopo una significativa parentesi che la vede alla guida della comunicazione e del marketing nei settori del lusso e della moda, torna da Christie’s come direttrice generale. Sotto la sua direzione è stato attuato un processo di sviluppo dell’azienda che ha portato alla creazione della nuova immagine di Christie’s Italia, il trasferimento degli uffici nella prestigiosa sede di Via dei Bossi e la scelta della sede d’asta di Palazzo Clerici.
Domanda. Come spiega che, di fronte a una così grave crisi economica, il mercato dell’arte non soltanto resiste, ma cresce e con tanta forza?
Risposta. Il mercato dell’arte cresce essenzialmente per due fattori. Siamo in un momento di crisi, ma è una crisi che riguarda soprattutto il vecchio mondo, Nord America ed Europa, e non certo altre economie. Il primo fattore è quindi geopolitico; i mercati emergenti sono in forte crescita, dal Sud America e dall’Estremo Oriente si affacciano sempre più persone con grande capacità di spesa. L’arte è universalmente considerata un punto di arrivo, uno status symbol. Quando uno ha una bella casa e un alto tenore di vita, il passo successivo è quello di investire per circondarsi di cose belle e preziose. Il mercato si è, quindi, notevolmente arricchito di acquirenti dei Paesi emergenti che prima non compravano. Il secondo motivo è invece legato proprio alla crisi finanziaria. Un numero sempre maggiore di persone, piuttosto che tenerli in banca, preferiscono godersi in casa i propri soldi investendo in opere d’arte e oggetti di arredamento, così come in orologi e gioielli da indossare.
D. In Italia i vostri risultati registrano, rispetto allo scorso anno, una crescita del 57 per cento dell’arte antica e del 40 per cento nella moderna e contemporanea. Ma come vanno i grandi maestri dell’arte italiana del XX secolo sui mercati internazionali?
R. I nostri grandi maestri del XX secolo stanno andando piuttosto bene all’estero. Solo per fare alcuni esempi, nel 2004 a New York un olio su tela degli anni Venti di Giorgio de Chirico ha superato i 7 milioni di dollari; nel 2007 a Londra un dipinto di piccole dimensioni di Giorgio Morandi è stato battuto a un milione 300 mila sterline. Quando si riesce a seminare, facendo un buon lavoro soprattutto sotto il profilo espositivo, a livello internazionale, come per esempio la grande mostra su Morandi portata in America dal Mambo, il museo d’arte contemporanea di Bologna, si raccoglie un risultato di grande riconoscibilità che porta riflessi decisamente positivi sul mercato. Oggi, infatti, Morandi è diventato uno degli artisti più amati tra i grandi collezionisti cinesi. Molto importante è quindi proseguire su questa strada, valorizzando i movimenti storici italiani.
D. Per la fotografia, il mercato in Italia è decisamente in ritardo. Siamo di fronte ad una carenza culturale?
R. Purtroppo è così, all’estero c’è una maggiore attenzione verso la fotografia. Forse anche perché il mondo anglosassone come i nostri cugini francesi si è espresso molto di più con questo mezzo, e il mercato ovviamente ne risente. Siamo molto indietro, ma penso che riusciremo a colmare questo ritardo. Sono assolutamente convinta che il mercato della fotografia abbia un enorme potenziale di crescita nel nostro Paese.
D. Da qualche anno avete cominciato a dedicare aste anche ai vini. Perché e con quali risultati?
R. In realtà facciamo aste di vini da molto tempo, a Londra, New York e Parigi. Quello che, invece, è avvenuto negli ultimi anni è la fine dell’embargo sugli alcolici che ci impediva di operare per esempio a Hong Kong, dove ora si stanno registrando record e volumi di vendita davvero notevoli, un successo incredibile.
D. Molti credono che le aste siano riservate a pochi fortunati, dotati di ampi portafogli. È vero questo mito?
R. No, assolutamente. Anche nelle aste in cui si raggiungono record milionari decine e decine di lotti vengono aggiudicati a poche migliaia e persino a centinaia di euro. Noi offriamo un sistema attraverso il nostro sito internet che, tra i parametri, ha proprio quello del prezzo. Quindi, in maniera molto semplice ed efficace possiamo inserire «tutti i tavoli a meno di 500 euro» e verremo avvertiti via email di ogni lotto che andrà in asta con queste caratteristiche, per cui possiamo partecipare e cercare di aggiudicarcelo sia assistendo dal vivo sia intervenendo a distanza, online o per telefono. Abbiamo anche delle sedi particolari, come quella di South Kensington a Londra, dove si svolgono le interior sales, delle vendite che ormai sono frequentate non solo dai collezionisti ma da chiunque deve arredare la propria casa. Sono sessioni davvero interessanti, nelle quali è anche possibile trovare un’ampia scelta di soluzioni alternative e divertenti, che inoltre sono davvero alla portata di ogni portafoglio.

Tags: borsa italiana vino arte Economia e arte fotografia Settembre 2011 Christie's

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