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SPECIALE FORUM PA 2013: gianni dominici: nuova pa, ma con cittadini nel ruolo di protagonisti attivi

gianni dominici

Domanda. Quali sono le novità di quest'anno, oltre alla più grande e più visibile costituita dallo spostamento, dalla Fiera di Roma al Palazzo dei Congressi, della sede in cui si svolge la manifestazione?
Risposta. Forum PA è sempre più luogo di relazionalità piuttosto che vetrina, quindi occorreva una sede più facilmente accessibile trattandosi di un ambiente da vivere anziché da visitare, anche perché spesso i nostri interlocutori assumono un ruolo attivo rispetto alla classica manifestazione. Con la nuova sede ci siamo avvicinati alla città ed è evidente che lo spazio è completamente diverso, perché puntiamo  sempre su un’area espositiva che ci dia la possibilità di mostrare una serie di soluzioni ma che sia anche occasione di incontri, di approfondimento e di conoscenze per le aziende. E perché chi realizza uno stand ha anche bisogno di una sala in cui poter organizzare seminari, incontri, workshop, meeting.
D. Quindi la partecipazione delle aziende potrebbe essere ridotta, ma sarà più intensa e concreta?
R. Certamente. Per consentire ad esse un risparmio, quest'anno nel Palazzo dei Congressi abbiamo evitato di realizzare grandi allestimenti, offrendo spazi più limitati ma anche collegamenti logistici più agevoli. Gli espositori sono gli stessi, hanno una minore superficie a disposizione ma devono svolgere una maggiore attività.
D. Quali sono le aziende che, un anno dopo l’altro, vi hanno sempre accompagnato?
R. Una parte è formata dalla zoccolo duro, costituito dalle grandi aziende che hanno fatto la modernizzazione della PA, e che sono Telecom Italia, Poste Italiane, Oracle, IBM, Microsoft; un’altra parte è composta, in un settore in grande mutamento anche in termini strutturali, dai nuovi soggetti che vanno emergendo.
D. Quali nuovi trend si stanno manifestando?
R. Accanto alle vecchie aziende, i nuovi trend sono rappresentati da nuove attività che in questo momento si orientano prima di tutto verso i «social»; lo si constata dai bandi di gara diffusi e dalla tendenza delle aziende a cercare il risparmio. Nell'ottobre scorso abbiamo realizzato a Bologna la prima edizione della manifestazione Smart City Exhibition, in collaborazione con Bologna Fiere. Un’iniziativa grazie alla quale per la prima volta il numero dei visitatori virtuali ha superato quello dei visitatori reali. Attraverso lo streaming e Twitter abbiamo stimolato la partecipazione anche di chi si trovava lontano. È chiaro che in questi contesti nascono modi di interazione nuovi, ma non riteniamo che questa quota virtuale di visitatori tolga spazio all’altra, perché i  bisogni e le fruizioni sono diverse, anche se complementari. Chi ha la necessità di incontrare partecipa fisicamente, chi necessita di frequentare un seminario, per esempio uno studente, ricorre allo streaming. Curiamo entrambe le modalità. A Roma anche quest'anno vi saranno diversi canali, compreso quello che abbiamo chiamato «InnovaTiVi»; e soprattutto una serie di strumenti tecnologici per legare il canale a Twitter, in modo tale che tutti possano partecipare e «twittare» quanto stanno vedendo o facendo, un’iniziativa tecnologicamente avanzata, quindi. Da una parte ci avviciniamo a Roma per rafforzare le reti corte, dall'altra usiamo le nuove tecnologie per allungare le reti di riferimento.
D. Avete fatto molto con i webinar, che avete già sperimentato da un paio di anni?
R. Certamente. Durante l’anno realizziamo un’esperienza composita e articolata basata su una serie di iniziative organizzate localmente. Per esempio a Padova abbiamo stretto un accordo con Smau, e nell’ambito degli Smau territoriali organizziamo incontri sull’Agenda digitale. All’inizio di maggio abbiamo realizzato un intervento a Torino. Il Forum PA si sposta nel territorio per divulgare  questi temi, la nostra formula è usare le reti, i webinar, Twitter, per allungarle in maniera capillare e riservare l'evento nazionale come momento di incontro.
D. Quali i risultati di queste esperienze territoriali?
R. Forum PA si occupa di innovazione nella Pubblica Amministrazione e nei territori. Se prendiamo l’Agenda digitale, l’obiettivo ultimo parte da Bruxelles, dopodiché è stata redatta una road map a livello nazionale e poi anche a livello territoriale. In questa triangolazione in ambiti internazionale, nazionale e locale, quest’ultimo non costituisce un rivolo ma le fondamenta,  anche perché localmente esistono una serie di dimensioni che a livello internazionale non si possono avere. Ma insieme si crea l’innovazione di un Paese nel settore della Pubblica Amministrazione. Noi cerchiamo di seguire lo stesso metodo, per di più legando anche le community trasversali che vanno on line; e gli argomenti che andiamo a trattare a livello nazionale riguardano proprio l’Agenda digitale. Questa è la nostra logica.
D. Com’è articolato il Forum PA di quest’anno?
R. Il tema fondamentale a monte di tutto e legato a tutti gli altri è la trasparenza, che  significa fiducia, efficacia, accountability, semplificazione. Non vi sono dubbi che in questo momento è il tema-chiave. Basta guardare la disaffezione nei confronti della politica e di tutto l’apparato pubblico. La trasparenza è fondamentale, anche come metodo. Non so se il cambiamento verificatosi in sede governativa possa costituire una base per una maggiore trasparenza. In questo momento la situazione è confusa, il metodo in vigore non è esatto. Lo stesso  vale per le votazioni primarie e quirinarie, non sappiamo quanti hanno votato, non conosciamo le percentuali. La trasparenza è un metodo. Prendiamo ad esempio Opencoesione, il portale voluto dall’ex ministro Fabrizio Barca: ha deciso che tutti i finanziamenti europei fossero monitorati in termini open, cioè in trasparenza. Basta stabilire che tutti i fondi concessi dalla Commissione europea e distribuiti in campo nazionale vengano monitorati in questo modo. Con lo stesso principio è stato istituito Open parlamento, creato dall’associazione Open polis, nella quale viene monitorato tutto il lavoro svolto dal Parlamento. Sempre con questa tecnologia è stato creato Open municipio rivolto ai Comuni, per cui tutto quello che avviene in questi è trasparente, e ha un costo molto basso. Ma solo un Comune su oltre 8 mila, quello di Udine, ha aderito al progetto, e mostra gli atti dei politici e le attività dei cittadini.
D. Pensa che possa cambiare a breve la mentalità della classe politica?
R. Finora è cambiato poco. A parte questo, sosteniamo in tutti i convegni che non si tratta solo di avere una PA che spenda di meno, ma di rivedere il modo di essere della Pubblica Amministrazione, il modo in cui opera. Non si può andare avanti semplicemente tagliando i costi. Questo sarà il tema del convegno inaugurale. Abbiamo diviso i temi nella trasparenza, nella partecipazione dei dipendenti e dei cittadini e nella PA per lo sviluppo. La logica è evidente, riteniamo necessario ragionare su un nuovo modello.
D. Ma sarà realizzabile prima o poi?
R. Prima la riflessione avveniva tra poche persone consapevoli. Ora assistiamo a due spinte fortissime: una  viene dall’alto, dove non ci sono più risorse finanziarie per cui la Pubblica Amministrazione, per ottenere di più spendendo di meno, deve trovare modi diversi, essere più efficace grazie alla trasparenza; e c’è la spinta che viene dal basso, quella della trasparenza e della partecipazione. Non è più possibile immaginare la Pubblica Amministrazione che conoscevamo, basata sulle procedure, invece che sugli obiettivi. Essa deve operare in base ad obiettivi e non a procedure, alla partecipazione dei cittadini nella creazione di valore. Il cittadino non può più essere considerato un utente o un consumatore, deve essere  coinvolto nella gestione della cosa pubblica. Esistono  molti esperimenti di partecipazione, ad esempio l’Associazione «Città delle mamme» che sta attuando un progetto di co-gestione di spazi pubblici nel quartiere Pigneto di Roma, in un parco abbandonato dove Pubblica Amministrazione e cittadini gestiscono un bene in comune. Così è avvenuto vicino, a Torpignattara, in un altro parco abbandonato, dove però il rappresentante del Municipio ha concesso alla stessa associazione la totale gestione. Ma è necessaria una collaborazione tra cittadino e Pubblica Amministrazione per gestire i beni comuni.
D. Le imposte che pagano non danno diritto ai cittadini di avere comunque i servizi dalla Pubblica Amministrazione?
R. I servizi o non esistono, o sono insufficienti e inadeguati. Oggi non basta più il semplice rapporto economico tra il pagamento delle imposte e la fruizione di un servizio; il contribuente deve essere parte attiva in questo processo. Anche se non riesce ad ottenere tutto insieme, deve essere ascoltato in modo che l’Amministrazione possa fare proprie le sue richieste. Si sta verificando una frammentazione dei bisogni creata da immigrazione, disoccupazione, invecchiamento della popolazione; i bisogni sono molto articolati, quelli di un giovane non sono quelli di un anziano o di un bambino. E in proposito abbiamo dedicato l’ultima giornata del Forum PA alla cittadinanza attiva.
D. Quali sono gli altri temi in programma?
R. Quello della PA digitale, necessaria per fare di più  spendendo di meno, risparmiando con l’ICT, cioè usando le nuove tecnologie, aumentandone l’efficacia. Risparmiare con l’ICT e risparmiare nell’ICT sono i nostri due temi classici attraverso la digitalizzazione, la Giustizia digitale, una PA senza carta, cui si aggiungono i temi del big data e del cloud computing. Il terzo campo, di cui ci  occupiamo da vario tempo, è il tema delle smart cities. L’abbiamo affrontato a Bologna e lo riproponiamo a Roma. Su di esso siamo ormai entrati in una fase interessante perché abbiamo una serie di progetti a livello internazionale. Come Forum PA abbiamo avviato una partnership con l'Anci per la gestione del loro Osservatorio Nazionale sulle Smart city e, nel corso della manifestazione, si terrà un Tavolo di lavoro riservato ai Comuni che ne fanno parte e che stanno lavorando a un Vademecum per la via italiana alle smart city. Poi in ottobre, a Bologna, mostreremo le prime applicazioni di questo vademecum.
D. E per quanto riguarda l’internazionalizzazione?
R. Ancora il tema smart cities: il 29 maggio a Forum PA si apre una due giorni dedicata alle smart cities, in cui la visione internazionale sarà garantita dalla Periphèria Final Conference «Human Smart Cities: from Vision to Practice». Periphèria è un progetto di 30 mesi finanziato dalla Commissione Europea nell'ambito del Programma ICT PSP. Parleremo poi della Programmazione europea 2014-2020, con un importante appuntamento il 28 maggio. Stiamo andando verso una nuova fase della programmazione dal 2014 al 2020, e ne parleremo con il commissario europeo per le Politiche regionali e per i Fondi strutturali Johannes Hahn, approfondendo i tempi e i metodi da attuare per evitare di perdere un'ennesima volta, a causa del ritardo, tali fondi strutturali il cui impiego nella prossima fase dovrà invece essere garantito e cadenzato da un'agenda e da un planning effettivo. Infine l'innovazione tecnologica in sanità. Forum PA dedica a questo tema un'intera giornata di approfondimento il 29 maggio. Un'occasione inedita per incontrare, grazie alla partnership con Himss Europe, esperti provenienti da Paesi europei e extraeuropei che si confronteranno sulle politiche per l'innovazione tecnologica in sanità avviate nei rispettivi Paesi, e commenteranno i dati raccolti da HIMSS in Italia, in Europa, nel resto del mondo.
D. E per quanto riguarda invece l’argomento privacy?
R. Costituisce uno dei temi della PA digitale, nel senso che, nell’ambito del tema del risparmio con l’ICT, troviamo persino la sicurezza della società dell’informazione. In materia è già tutto delineato; un argomento però nuovo che tratteremo è la PA della trasparenza dinamica, la cosiddetta «total disclosure», anche perché il tema della privacy è direttamente legato a quello della trasparenza. Nel momento in cui si parla di quest’ultima, bisogna capire quali sono i confini per arrivarci.
D. La privacy è uno dei vostri temi tradizionali, ma la materia si evolve ogni anno e si assiste a polemiche anche in relazione al «cloud». Perché?
R. Si stanno creando questioni di principio ed altro. Per esempio a Facebook gli utenti affidano i propri affari privati, è una fenomeno impressionante, ne sono esterrefatto. Le persone non se ne rendono conto, vi inseriscono  tutto, il rischio non dipende quindi solo da una carenza normativa, ma anche da una questione educativa. Dobbiamo difendere la privacy, ma bisogna anche capire alcuni comportamenti che poi diventano un pretesto per non compiere alcuni adempimenti.
D. È cambiato il carattere della vostra manifestazione, e verso quale direzione?
R. Molti anni fa Forum PA era il luogo in cui la Pubblica Amministrazione incontrava i cittadini e attraverso il quale si è aperta ai cittadini; molti enti vi istituivano un proprio sportello, come l’Inps, l’Inail, il Comune di Roma. Vi installavano i propri terminali e gli addetti parlavano con i cittadini. Anche grazie a Forum PA la Pubblica Amministrazione si è aperta ai cittadini. Poi è arrivata la seconda fase, quella della comunicazione pubblica, grazie alla quale la Pubblica Amministrazione cominciava a comunicare in maniera diversa con il cittadino. Quindi è giunta l’era di internet che, nonostante difetti, limiti e arretratezze di questo Paese, è diventato uno strumento formidabile di comunicazione diretta e di avvicinamento tra Pubblica Amministrazione e cittadino; spesso il sistema è ancora unidirezionale, dalla PA al cittadino, ma a volte funziona anche in direzione inversa. Il ruolo di Forum PA è un po’ cambiato perché i problemi si sono complicati. Complici anche lo spostamento alla nuova Fiera di Roma e la maggiore lontananza dalla città, il Forum PA è diventato il luogo rivolto non più solo ai cittadini, ma agli operatori. Il suo pubblico negli ultimi 10 anni è diventato quello della Pubblica Amministrazione, delle imprese e di coloro che si occupano di questi temi, quindi da una fiera rivolta ai consumatori è diventata uno strumento di incontro tra aziende.
D. Quindi con la «Giornata della cittadinanza attiva», fissata per l’ultimo giorno della manifestazione, volete ripristinarne il carattere originario?
R. Vogliamo ripristinarlo in parte, ma poiché  parliamo di PA, quello che conta è che nella nuova PA i cittadini rivestono un ruolo importante ed anzi vogliono essere protagonisti, avere un ruolo attivo. Altrimenti non ci può essere una nuova PA senza il cittadino e senza il cittadino attivo. Per cui con l’ultimo tema torniamo ai primi, ossia alla partecipazione, alla democrazia, alla sussidiarietà orizzontale, al fatto che la Pubblica Amministrazione ha bisogno del cittadino per operare. Ovviamente non parlo del cittadino indistinto, ma di quello che desidera svolgere un ruolo attivo. Ed è evidente che in questo momento non possiamo pensare a un futuro efficace di questo Paese se nella Pubblica Amministrazione il cittadino non assume un nuovo modo di essere; se i cittadini non assumono una cultura, un comportamento e un atteggiamento da cittadino attivo e soprattutto operante in forma organizzata.
D. Le nuove tecnologie hanno migliorato gli italiani?
R. Hanno rafforzato comportamenti, culture e atteggiamenti già esistenti; se non c’è una cultura civica, del bene comune, dello stare insieme, del convivere, le nuove tecnologie non servono a nulla, anzi mettono in evidenza i limiti. In Inghilterra c’è FixMyStreet, un sistema tipico di quella cultura: se in una strada si forma una buca, qualcuno con il telefonino la fotografa e invia la foto all’Amministrazione pubblica; il Comune registra la foto e fa eliminare la buca, e con procedura trasparente risparmia denari per il monitoraggio e per l’intervento. In Italia un sistema simile è attivo nel Comune di Udine, grazie all’ex assessore all’e-Government, Paolo Coppola. Anche le amministrazioni di Venezia e di Genova consentono questa modalità di segnalazione dei disservizi. Purtroppo  questo sistema non è stato ancora adottato in maniera diffusa dalle amministrazioni.   

Tags: Giugno 2013 pubblica amministrazione P.A. Forum P.A.

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