sanità - prevenzione e stili di vita, come tutelare il diritto alla salute

di Vincenzo Atella, direttore del CEIS Tor Vergata e direttore scientifico della Fondazione Farmafactoring
La domanda che da qualche tempo ricorre è se e per quanto ancora riusciremo a sostenere un sistema sanitario come quello attuale. La tutela della salute è un diritto fondamentale, e garantire tale diritto con elevati livelli di stato di salute come quelli cui siamo stati abituati in questi anni ha un costo, che finora siamo riusciti a pagare ma che, visti le attuali condizioni della finanza pubblica, il progressivo invecchiamento della popolazione, l’aumento delle patologie croniche, forse nei prossimi anni non potremo più permetterci.
L’aspettativa di vita, che all’inizio del 1900 era di soli 45 anni, oggi è arrivata a circa 80 anni: la percentuale degli adulti con più di 65 anni è passata dal 4 per cento della popolazione (un cittadino su 20) del 1850, al 20,6 per cento (un cittadino su 5) nel 2010, ed è previsto che raggiungerà il 34,4 per cento della popolazione totale (un cittadino su 3) nel 2050. Sfortunatamente, però, ciò non si è associato a un aumento proporzionale degli anni vissuti in salute.
Oggi circa l’80 per cento degli ultrasessantenni è affetto da almeno una malattia cronica e il 50 per cento ne ha due o più, patologie principalmente cardiovascolari e tumorali, responsabili di circa il 70 per cento delle morti in Italia. Se a questo aggiungiamo il progressivo invecchiamento della popolazione, possiamo capire che la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale è a rischio.
E allora ci si chiede, chi pagherà per le costose cure di tante persone adulte e anziane affette da un crescente numero di malattie croniche per lo più legate agli scorretti stili di vita? Secondo una serie di valutazioni compiute dalla Ragioneria generale dello Stato e dal CEIS Tor Vergata, nei prossimi anni il finanziamento pubblico della sanità dovrebbe garantire risorse aggiuntive che, nel migliore dei casi, si aggirerebbero intorno ai 3,5 miliardi di euro all’anno, cifra in netta contraddizione con l’attuale quadro complessivo della finanza pubblica.
Finora il dibattito sul tema della sostenibilità dell’SSN è stato orientato quasi unicamente a cercare soluzioni «alternative» o «complementari» per finanziare la spesa. Quello che invece dovremmo fare è cercare soluzioni per evitare che la stessa continui a crescere. La chiave per garantirci in futuro un sistema come quello attuale è investire oggi nella prevenzione. Su questo tema la Fondazione Farmafactoring ha avviato una specifica attività di ricerca i cui risultati dovrebbero fornire valide indicazioni per capire gli effetti di tali investimenti in termini di minore spesa (riduzione del numero di persone da curare) e per indicare le modalità organizzative con le quali ottenere tali risultati.
A tal riguardo l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che circa l’80 per cento delle patologie cardiovascolari e del diabete, e almeno il 40 per cento dei tumori, possono essere prevenuti cambiando gli stili di vita. Questo permetterebbe di ottenere ingenti risparmi che potrebbero essere reinvestiti nella sanità per migliorarne la qualità e per garantire una popolazione più sana. Un altro valido esempio riguarda l’influenza, che ogni anno fa spendere all’Italia quasi tre miliardi di euro tra costi del Servizio Sanitario Nazionale e dell’INPS, e calo di produttività nelle aziende.
Il CEIS Tor Vergata ha stimato che, se si estendesse la vaccinazione antinfluenzale a tutta la popolazione in età lavorativa, il risparmio globale potrebbe essere superiore al miliardo e mezzo di euro. Per adottare una simile iniziativa è necessaria una netta inversione di tendenza nel destinare le risorse finanziarie per la sanità in Italia che al momento, con una quota di circa l’uno per cento della spesa complessiva, si colloca negli ultimi posti della classifica dei Paesi OCSE per l’investimento nella prevenzione.
Il nuovo paradigma dovrà, quindi, ambire a spostare risorse economiche e umane dalla cura delle malattie alla prevenzione. Investire in questa è la soluzione migliore, ma anche in questo caso sarà necessario conoscere dove intervenire esattamente e con quali strumenti. Da questo punto di vista, la disponibilità di dati e studi sempre più aggiornati e dettagliati potrà aiutare a capire i problemi della sanità e a disegnare soluzioni adatte. È questa un’attività che la Fondazione Farmafactoring sta portando avanti e i cui risultati saranno disponibili entro il corrente anno.
CENNI SUL CEIS E SULLA FONDAZIONE FARMAFACTORING
Il CEIS Tor Vergata (Centre for Economic and International Studies) è un centro riconosciuto in campo internazionale per la ricerca economica, istituito presso la Facoltà di Economia dell’Università di Roma Tor Vergata. Il programma di ricerca copre varie aree dell’economia, con particolare interesse su sanità, salute e politiche pubbliche, temi macroeconomici globali, sviluppo economico e teoria della crescita, energia e ambiente, welfare, sistemi di tassazione e politiche del lavoro.
La Fondazione Farmafactoring è attiva dal 2004 ed ha lo scopo di monitorare costantemente l’evoluzione del settore sanitario con studi e ricerche.
In tale ottica ha già da tempo fornito un impegno concreto e innovativo con ricerche e contributi conoscitivi su modelli di gestione e controllo dei sistemi sanitari europei. Inoltre si propone come centro di ricerca per l’individuazione di nuove soluzioni di sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale.
Tags: Aprile 2013 sanità ssn sostenibilità tutela della salute sostanze farmaceutiche industria farmaceutica università