MARA CARFAGNA: Mamme lavoratrici, cambia tutto. Investiamo sul nostro futuro
Asili nido dentro gli uffici della pubblica amministrazione, per i dipendenti e non solo. Perché non c’è nulla di meglio, come ha detto il ministro Mara Carfagna, «che sapere i propri piccoli in mani esperte a due passi dalla propria scrivania». È questa la ragione per cui è nato, da una collaborazione tra il ministero per le Pari Opportunità, il ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione e il sottosegretario alla Famiglia, il progetto «Nidi p.a.», che prevede di utilizzare spazi a disposizione delle Pubbliche Amministrazioni realizzando al loro interno un asilo aziendale per i figli dei dipendenti e riservando una quota dei posti anche ai figli degli esterni all’amministrazione pubblica.
Il primo bando, firmato nel novembre scorso, è servito a finanziare lo start-up di 50 asili nido che, nel giro di pochi mesi, potranno ospitare 1.000 piccoli. L’obiettivo è arrivare entro 10 anni a una copertura per 80-100 mila posti, cifra che dovrebbe soddisfare la richiesta, considerando che i figli di dipendenti pubblici di età inferiore ai 3 anni sono 110 mila e che la propensione ad utilizzare il nido è di circa il 50 per cento delle famiglie. Tra i primi uffici pubblici che si sono adoperati per dare vita a questo servizio figurano alcuni tribunali.
«Se nel primo anno del mio mandato mi sono occupata della sicurezza delle donne, introducendo protezioni come il reato di stalking e le aggravanti per le violenze sessuali–commenta il ministro Carfagna–, nel secondo anno di Governo abbiamo investito tutte le risorse finanziarie a nostra disposizione per potenziare i servizi a favore delle mamme lavoratrici e, quindi, delle famiglie. Fare un figlio era diventato quasi un atto di eroismo, tali erano le difficoltà che una madre poteva incontrare nei primi anni di vita del bambino; sono certa che con le misure introdotte daremo una boccata di ossigeno alle donne che decidono di mettere al mondo un figlio e le aiuteremo a non ritrovarsi costrette ad abbandonare il loro posto di lavoro».
Ma il potenziamento dei servizi a disposizione dell’infanzia costituisce un’azione combinata e passa anche per gli albi comunali per le baby sitter. Si chiama «Dimmi che sei Mary Poppins» e prende in prestito il nome della più famosa «tata» della storia cinematografica il progetto del ministero per le Pari Opportunità che prevede la creazione di albi professionali di baby-sitter e badanti. Scopo fondamentale degli albi, che saranno tenuti in ciascun Comune italiano, è quello di mettere fine alla giungla nel settore. Fino ad oggi, infatti, il personale veniva scelto attraverso il «passaparola» e, in quasi il 70 per cento dei casi, è stato impiegato in nero, quindi senza nessuna garanzia e senza che vi fosse una preparazione professionale adeguata e certificata. Nato per agevolare le famiglie nel reperimento di personale adeguatamente formato, parte proprio in questi giorni. Molti comuni, tra questi Milano e Monza, stanno già sperimentando gli albi, dove mamme e papà possono trovare professioniste in grado di accudire il loro figlio mentre sono al lavoro.
Altra iniziativa targata ministero per le Pari Opportunità è l’«importazione» dai Paesi del centro Europa della figura della «tagesmutter» o «baby sitter di condominio». Si tratta dei cosiddetti micro-asili nei quali una donna (o un uomo), dopo avere seguito un corso di formazione e avere ottenuto la conformità della propria abitazione agli standard richiesti, può ospitare fino a cinque bambini di età compresa tra zero e tre anni. I primi risultati del piano Conciliazione, finanziato nel 2009 da Mara Carfagna, si cominciano a vedere: a Milano è già attivo l’albo delle babysitter, il Comune di Monza ha già formato 22 tagesmutter. Fino allo scorso anno, la percentuale di copertura degli asili nido rispetto alla richiesta era dell’11,4 per cento, con notevoli sperequazioni tra le Regioni. La disponibilità odierna, grazie a questo progetto, è salita al 16 per cento del fabbisogno, il numero dei posti ha superato quota 260 mila (erano 185 mila nel 2004). Con l’entrata a regime delle tagesmutter questa percentuale aumenterà ulteriormente.
Sorrisi, giochi, calore umano. Queste le missioni dei clown-dottori che operano tutti i giorni presso molti ospedali italiani e alleviano, così, le sofferenze dei bambini ricoverati e delle loro famiglie. I clown-dottori, con le loro vesti colorate, sono operatori sanitari appositamente formati per lavorare, attraverso il gioco, al recupero psico-fisico dei bambini malati. «La scienza ha ampiamente dimostrato che la spensieratezza di un sorriso determina l’attivazione di aree celebrali inattive, libera le endorfine naturali che aiutano ad innalzare la soglia del dolore e a tollerare la sofferenza, insomma fa bene alla salute del malato», ha detto il ministro Mara Carfagna. Per questa ragione il Ministero per le Pari Opportunità ha stanziato 2 milioni di euro per sostenere la clown-terapia, che sono stati utilizzati per finanziare 35 progetti di altrettante associazioni Onlus già impegnate in questo tipo di attività. «Lo scopo è quello di aumentare la presenza dei clown-dottori negli ospedali: portarli anche nelle strutture che fino ad oggi non li avevano conosciuti e potenziare la loro attività in quelle in cui già operano da tempo con profitto e con soddisfazione sia del personale medico che dei pazienti», ha aggiunto il ministro Carfagna alla proclamazione dei vincitori.
I progetti, finanziati attraverso un bando e presentati a gennaio 2010, sono stati distribuiti affinché dessero copertura all’intero territorio nazionale, al Nord come al Sud, da Torino a Palermo. La clown-terapia ha ottenuto buoni risultati anche al di fuori degli ospedali. Dopo il sisma che ha colpito l’Abruzzo, infatti, il ministero per le Pari Opportunità ha inviato una squadra di clown-dottori che, operando all’interno delle tendopoli, ha aiutato soprattutto i più piccoli a superare il trauma della «terra che trema».
Nell’ambito dei progetti per migliorare la degenza dei più piccoli ospiti nelle strutture ospedaliere rientra anche la creazione di ludoteche permanenti all’interno degli ospedali e strutture di accoglienza per i parenti. Grazie alla collaborazione con Happy Family onlus ne sono state attivate sedici nuove in un solo anno. Secondo gli esperti, infatti, il gioco aiuta i bambini a guarire più velocemente e a subire meno lo stress causato dalla malattia. La degenza ospedaliera è sempre un momento traumatico per il bambino; la separazione dai genitori e l’ingresso in un nuovo ambiente possono determinare in lui insicurezza, confusione, disorientamento.
Sul fronte della salute l’impegno del ministero per le Pari Opportunità è intenso. Dall’insediamento del Governo, infatti, è attiva la commissione Salute che, presieduta dal professor Lucio Vizioli, elabora studi e propone interventi. È stata proprio la commissione a produrre il primo studio su «Ansia e depressione», che ha dato risultati inattesi: il 18 per cento della popolazione italiana - circa 17 milioni e mezzo di persone - ha sofferto di un disturbo mentale; la depressione è la malattia più diffusa (10 per cento di tutte le patologie), e il 3 per cento degli italiani ne soffre tuttora. Il ministro Carfagna, durante la presentazione di questo studio, ha ribadito l’importanza di chiedere aiuto per uscire dall’isolamento: «Bisogna imparare ad ammettere di essere malati. Perché prima ci si rivolge a uno specialista, meglio si riesce a curare la malattia». L’iniziativa avviata dal ministero ha quindi l’obiettivo di «sradicare» i pregiudizi, che, come emerge dall’indagine, sono ancora molto diffusi, e sostenere i malati.
Sempre su proposta della commissione è stata realizzata, in collaborazione con il Ministero della Salute, una campagna di comunicazione per la prevenzione del cancro alla prostata, che sarà lanciata proprio in questi giorni. L’iniziativa, ha spiegato il ministro, punta a «informare gli uomini sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce di questa neoplasia, la più diffusa fra i maschi e secondo ‘big killer’ dopo il cancro al polmone». L’obiettivo è quello di diffondere la cultura della prevenzione che, spesso, attraverso la diagnosi precoce aumenta la possibilità di guarire garantendo cure tempestive, meno invasive e più efficienti.
Tags: babysitter pubblica amministrazione P.A. stalking Forum P.A. Maggio 2010