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*SPECIALE GIUBILEO* Nicolò D’Angelo: livello di allerta 2, la questura di Roma vigila sulla sicurezza capitolina e giubilare

Nella foto, il questore Nicolò D’Angelo

Chi paga maggiormente le conseguenze di un evento giubilare, quando non i rischi, oltre alla popolazione capitolina, sono le Forze dell’Ordine, in una città appena scossa dallo scandalo del sindaco ed ora appoggiata nelle mani di un sostituto. È per questo che è importante conoscere cosa sta facendo per la nostra sicurezza la Questura di Roma, dal 16 ottobre 2014 capitanata da Nicolò D’Angelo.

Giubileo è un termine derivato dall’ebraico «Jobel», ossia «caprone», in riferimento al corno di montone che si suonava in apertura dell’anno sacro. L’anno di rimessione dei peccati è stato avviato da molti papi (del primo non v’è traccia, ma un vecchio di 108 anni, interrogato da papa Bonifacio VIII, asseriva che 100 anni prima, il primo gennaio 1200, il padre l’avrebbe portato innanzi a Innocenzo III per ricevere l’Indulgenza dei Cent’Anni). Oggi, più che per le indulgenze, il Giubileo è impiegato ad uso e consumo di interessi economici. E infatti Giubileo significa anche «tripudio». Vero è che il nome straordinario della «Misericordia» è stato intensamente voluto da Papa Francesco, che l’ha indetto il 13 marzo 2015 a 50 anni dalla fine del Concilio Vaticano II; ma è innegabile che la notizia ha reso felici romani e fedeli, centurioni, negozietti, risciò, b&b senza licenza, commercianti al nero e venditori di rosarietti. Ecco i vari e veri «giubili», allora, ed ecco perché giubileo. Per non parlar della rete politica, vera e propria ragnatela nella quale gli euro si incastrano come mosche e non «moschee». Giubili sono i terroristi che, una volta minacciato e colpito l’Occidente, oggi hanno pure questa grande occasione per far fuori «capra e cavoli», ossia: con il minimo dispendio di energie colpire la Cristianità, il Papa, l’economia, la politica, la gente e Roma. Una vera e propria crociata. Ed ecco perché, allora, oggi «caprone» si addice così bene al Giubileo che il Belpaese ha inteso fare il sordo all’allarme terrorismo.
Chi ne paga maggiormente le conseguenze, oltre alla popolazione capitolina, sono le Forze dell’Ordine, in una città appena scossa dallo scandalo delle dimissioni del sindaco ed ora nelle mani di un sostituto. È per questo che è importante conoscere cosa sta facendo per la nostra sicurezza la Questura di Roma, dal 16 ottobre 2014 capitanata da Nicolò Marcello D’Angelo: il Giubileo, fissato dall’8 dicembre 2015 al 20 novembre 2016,implica la messa in campo di risorse che, in effetti, Roma non ha. Ma le mani sono quelle giuste: D’Angelo ha ricoperto delicati incarichi tra cui la direzione di vari Commissariati, del Nucleo antiterrorismo e della Squadra mobile della Questura romana, dirigente della Sezione Antirapine, poi delle Sezioni Omicidi, Criminalità organizzata, quindi della Squadra Mobile romana. Numerosi successi contro la criminalità, dalle operazioni contro la «Banda della Magliana» al recupero di varie opere d’arte di inestimabile valore, tra cui tele di Paul Cezanne e Vincent Van Gogh, alla risoluzione dei sequestri di Dante Belardinelli e Antonella Caponeri, all’arresto dei responsabili dell’omicidio della studentessa universitaria Marta Russo.
Domanda. Quale la principale differenza tra questo Giubileo, «straordinario» per l’appunto, e il Giubileo dell’anno 2000?
Risposta. A differenza di quanto è avvenuto in occasione dell’ultimo Anno Santo, il Giubileo straordinario della Misericordia è stato organizzato in tempi molto più stretti dettati dall’annuncio del tutto imprevisto che ha compiuto Papa Francesco il 13 marzo 2015. Questa circostanza ha improntato tutto il nostro lavoro preparatorio a criteri di snellezza e di maggior celerità, per cui tutte le Amministrazioni e gli Enti maggiormente coinvolti nella fase organizzativa hanno costituto strutture ad hoc che hanno collaborato in stretto raccordo tra di loro. Altre Amministrazioni hanno nominato esperti e rappresentanti che hanno partecipato e che continueranno a partecipare a riunioni organizzative e operative.
D. Come penserete alla sicurezza?
R. Abbiamo sentito la necessità, per questo tipo di evenienza, di avvalerci di strutture organizzative che abbiamo messo in campo; intanto il Governo ha previsto una Segreteria tecnica per il Giubileo straordinario, è stato previsto anche un Ufficio speciale per il Giubileo nel Comune di Roma Capitale; quindi abbiamo un gruppo di pianificazione per il Governo per la gestione dei grandi eventi presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, e i gruppi «interdirezionali» per la pianificazione e l’impiego delle risorse umane e di tutti gli aspetti connessi ai profili operativi. Ma quello che ci interessa più da vicino è il Gruppo tecnico di pianificazione per l’ufficio del Giubileo della Questura. Insieme abbiamo sviluppato un programma relativo a un più capillare controllo del territorio durante questo tipo di emergenza.
D. Cosa è cambiato, nella vostra gestione del Giubileo 2015, dopo i fatti di Parigi?
R. Già dopo i primi fatti relativi alla strage di Charlie Hebdo avevamo innalzato il livello di guardia, quindi eravamo preparati ancor prima di novembre avendo cominciato a suo tempo a programmare tutto un tipo di attività che esulava dall’ordinario. A seguito dell’ultimo attentato a Parigi, questo programma ha subìto un innalzamento della guardia e dell’attenzione, e siamo passati ad un livello chiamato operativamente «Livello 2». Tutto questo si traduce in numeri e in attività giornaliera: quanti numeri per il Giubileo, quanto personale impiegare, cosa impiegare, come e dove impiegarlo, questi sono i principali gradi di tutta l’attività che abbiamo svolto finora.
D. Quali sono le peculiarità di questo Giubileo straordinario?
R. Due tipi di variabili, positive e negative: le variabili positive sono il forte richiamo costituito dal carisma del Papa, cioè «l’effetto Bergoglio»; la concezione del maggior valore spirituale del Giubileo fatto a Roma che unisce tematiche spirituali e turistiche; l’attuale debolezza dell’euro rispetto al dollaro; gli andamenti delle presenze turistiche in forte crescita; l’espansione dell’area territoriale Schengen che favorisce una maggiore mobilità delle persone. Queste invece le variabili negative: la prima è proprio costituita dal fatto che le variabili negative non sono quantificabili al momento e in alcun modo essendo la prima volta che in epoca moderna viene fatta questa scelta. Quindi la lunga crisi economica mondiale che ha diminuito la disponibilità economica di pellegrini e turisti; la paura di attentati terroristici proveniente dall’Isis; il fatto che questo pericolo abbia necessariamente un forte impatto emotivo sulla vita delle persone; la diminuzione del turismo verso i Paesi africani. C’è poi da registrare un fenomeno di disgregazione della tradizionale organizzazione del turismo religioso, la diminuzione del senso di comunità che porta alla diminuzione dei grandi gruppi organizzati, anche per l’aumentata facilità di accesso individuale, tramite internet, ai mezzi di trasporto.
D. Che valutazioni avete compiuto per selezionare gli opportuni provvedimenti?
R. Abbiamo tenuto presente gli elementi di valutazione del rischio e sulla base di questo ci siamo determinati a svolgere tutto un tipo di attività. Abbiamo considerato anche l’andamento della criminalità, che in questo caso è in diminuzione, e abbiamo previsto una serie di servizi che vado ad elencare. Avremo un aumento delle udienze papali, saranno 3 a settimana, con un impegno notevole di personale e di risorse in termini di uomini e mezzi;si prevedono una serie di iniziative che saranno calendarizzate nel corso dell’anno ed avranno il loro apice in alcuni eventi molto particolari quali l’apertura della Porta Santa, l’esposizione delle Spoglie di Padre Pio, la canonizzazione e la santificazione di Madre Teresa di Calcutta, un evento mondiale.
D. Qual è il momento più pericoloso?
R. Non possiamo definirlo, né saperlo. Abbiamo visto che gli attacchi vengono portati dove c’è tanta gente perché il terrorismo mira a scardinare il vivere civile.
D. E come mai all’Expo non c’è stato nessun attacco?
R. Innanzitutto dobbiamo fare una grande distinzione: L’Expo non è Roma e non è stato un evento religioso, Roma è la seconda città per estensione in Europa, l’Expo è stato circoscritto nel tempo e nello spazio di un evento provvisorio, per cui facilmente difendibile sotto il punto di vista tecnico e operativo. È chiaro che la presenza di turisti, visitatori e capi di Stato ha fatto innalzare anche a Milano il livello di guardia, ma allo stato attuale con la minaccia terroristica che incombe su Roma, ci sono delle significative diversità. Roma è meno difendibile da un punto di vista di estensione territoriale rispetto all’Expo perché ci sono tantissimi obiettivi da vigilare: la sede e la culla della cristianità, è piena di monumenti e chiese, ha il Colosseo, è la sede delle istituzioni. La città ha una presenza giornaliera di circa 5 milioni di persone tra stanziali, non stanziali, pellegrini, turisti. I nostri servizi punteranno a una maggiore presenza nel territorio, avremo un controllo su tutte le aree di afflusso, abbiamo usato gli stessi canali privilegiati impiegati nel 2000 che hanno dimostrato la loro efficienza dal punto di vista tecnico ed operativo, riadattandoli alla circostanza. Maggiore prevenzione e maggior controllo del territorio con l’impiego massivo di pattuglie motomontate e non.
D. Ci sono pericoli di un’eventuale uso di armi chimiche?
R. Non abbiamo segnalazioni in tal senso, ma nel piano antiterrorismo provinciale e nazionale siamo stati dotati di squadre disposte per la difesa «NBC», ossia nucleare, batteriologica e chimica. Vigileremo in maniera più attenta durante gli eventi in tutte le aree basilicali dove è stato previsto un innalzamento dell’attività di controllo e stabiliremo una presenza maggiore e capillare di Forze dell’Ordine in pattuglie che gireranno nelle aree che riteniamo più sensibili. Abbiamo già messo in campo un controllo intenso su tutte le metropolitane, quasi tutte le fermate metro sono presidiate, inizieremo anche sugli autobus con pattuglie appiedate che faranno le corse dando anche una maggiore percezione di sicurezza ai passeggeri.
D. Siamo in uno stato di guerra?
R. No, siamo in allerta 2. In uno stato di guerra c’è il coprifuoco; attualmente siamo solamente in un momento delicato e dobbiamo innalzare il livello di guardia e di attenzione. L’unico metodo è presidiare in maniera più attenta e capillare con una presenza maggiore delle Forze dell’Ordine e di tutto l’apparato di sicurezza. Aggiungiamo che faremo controlli in tutti i luoghi che riteniamo significativi, come per esempio il Colosseo, dove useremo anche dispostivi elettronici per l’accesso; anche allo stadio useremo metal detector e controlli più selettivi; lo stesso nei grandi concerti ed eventi. Non dobbiamo tralasciare niente, abbiamo potenziato tutti i servizi investigativi e d’intelligence già attivi da tempo.
D. Cosa consiglia alla gente?
R. Di vivere senza psicosi. Abbiamo un piano di controllo degli spazi aerei e il divieto di sorvolo, anche in riferimento ai droni, abbiamo compiuto una ricognizione di tutte le aviosuperfici presenti nella nostra città, stiamo potenziando il sistema di videosorveglianza e il sistema di flusso informativo, abbiamo rivisto anche il nostro piano di controllo coordinato del territorio insieme alle altre forze di polizia e tra poco entrerà in funzione il 112, numero di assistenza. Al cittadino diciamo di non cambiare lo stile della nostra vita, ma di essere più attento, avere un occhio diverso e segnalare ogni situazione anomala.
D. Le segnalazioni di falsi pacchi bomba alle metropolitane non possono essere esche, in modo che la polizia si stanchi?
R. Noi non ci stancheremo mai, siamo molto attivi e molto attenti, faremo tutte le verifiche secondo i protocolli di sicurezza.
D. Avete fatto una riunione con tutti i questori d’Italia?
R. Questo non è compito del questore di Roma ma del Dipartimento della pubblica sicurezza. Il capo della polizia ha già diramato tutte le direttive agli organi periferici e alle questure.
D. Roma è la città più a rischio?
R. Sì, è la più esposta. Quindi Milano e Firenze.
D. Qual’è la logica dei terroristi?
R. Seminare terrore in tutto il mondo con l’obiettivo di costituire lo Stato Islamico. Ma non credo abbiano la forza di farlo. Esiste un’organizzazione mondiale, l’Europol, che raccoglie tutta la polizia del mondo; abbiamo una banca dati in comune e conoscenze molto approfondite. Un lavoro di scambio di informazioni che la nostra intelligence ha con gli altri Paesi, rete molto efficiente. 

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