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*Speciale Droni* Centro Studi Demetra: Droni, parte da grottaglie la grande virata italiana verso l’Europa

Pierluigi Di Palma presidente Centro Studi Demetra

È importante impegnarsi per un riassetto istituzionale che, superando le difficoltà del presente, indirizzi l’attenzione al futuro, cogliendo le nuove opportunità legate allo sviluppo dei sistemi aerei a pilotaggio remoto, che l’Europa intende valorizzare secondo un programma di interventi di cui alla recente Comunicazione della Commissione.

 

Da alcuni anni è sempre più avvertita l’esigenza di un riassetto istituzionale del trasporto aereo, in una visione strategica di carattere duale. Troppi sono gli interlocutori ed eccessivamente frammentate le loro competenze, di talché gli operatori del settore si trovano a dover fronteggiare un’indubbia difficoltà di relazioni, con un freno ai processi decisionali dannoso per lo sviluppo del settore che, data la continua innovazione tecnologica, necessita di un sistema di regolazione univoco, ciò anche in ragione del ruolo di rilievo che il nostro sistema Paese rivendica nel settore degli aeromobili a pilotaggio remoto (Rpas o Apr).

 

Il Centro Studi Demetra ha avanzato, da tempo, la proposta di un nuovo modello di Governance dell’intero settore aerospaziale, con l’istituzione, nel rispetto delle prerogative della Difesa, di uno specifico Dipartimento presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il progetto è quello di un’amministrazione snella e, nello stesso tempo, autorevole che, con l’ausilio di un board pubblico-privato, sia in grado di elaborare un piano strategico decennale, articolato in piani triennali, che impegni il Governo nella sua globalità tramite una direttiva annuale del presidente del Consiglio dei Ministri. In questa visione strategica del comparto aerospaziale, il trasporto aereo deve comunque mantenere una forte autonomia e specificità, indirizzata, in particolare, alla regolamentazione tecnica. Nel contempo, è necessario delimitare con certezza l’ambito di competenza Enac e quello dell’Art, l’Autorità di regolazione dei trasporti.

 

Di particolare importanza è l’impegno per un riassetto istituzionale che, superando le difficoltà del presente, possa consentire di indirizzare l’attenzione al futuro, cogliendo, in particolare, le nuove opportunità legate allo sviluppo dei sistemi aerei a pilotaggio remoto, una realtà che l’Europa intende valorizzare secondo un programma di interventi di cui alla recente Comunicazione della Commissione (2014) 207, dal titolo «Una nuova era per il trasporto aereo - Aprire il mercato del trasporto aereo all’uso civile dei sistemi aerei a pilotaggio remoto in modo sicuro e sostenibile». Con tale Comunicazione, adottata nell’aprile 2014, la Commissione europea, prendendo le mosse dalla precedente determinazione del Consiglio europeo del 19 dicembre 2013 finalizzata a promuovere azioni per consentire la graduale integrazione dei sistemi Rpas nello spazio aereo civile dal 2016 in poi, ha individuato 6 specifiche azioni da porre in essere, rispondendo all’appello lanciato dall’industria manifatturiera europea per accelerare l’apertura del mercato europeo ai sistemi aerei a pilotaggio remoto e all’uso civile dei droni.

 

Secondo la Comunicazione, in tutto il mondo esistono oltre 1.700 diversi sistemi di Rpas documentati di cui quasi 600 in Europa, costruiti da 471 produttori nel mondo, di cui 176 in Europa. L’incremento delle attività Rpas che, nel mercato globale, è destinata a passare dagli attuali 5,2 a circa 11,6 miliardi di dollari nel 2036, si tradurrà, in Europa, nella creazione di oltre 150 mila posti di lavoro entro il 2050, escludendo l’occupazione generata dai servizi.

 

In ogni caso, in assenza di norme europee che dovrebbero essere elaborate dall’Easa, e senza lo sviluppo di tecnologie abilitanti (Kets), la nascita di un vero mercato europeo non è possibile. Naturalmente, il quadro normativo di riferimento deve risultare compatibile con la regolamentazione Icao e basarsi su un consenso internazionale. Inoltre, è evidente, le operazioni dei sistemi Rpas non devono portare alla violazione di diritti fondamentali quali il diritto alla vita privata e familiare e la tutela dei dati personali. Particolare attenzione deve essere, altresì, prestata ai problemi della sicurezza, pensando alla possibilità di azioni terroristiche informatiche tendenti ad acquisire il controllo in volo dell’Apr.

 

La mancanza di norme armonizzate a livello europeo e tecnologie convalidate costituisce quindi il principale ostacolo all’apertura del mercato dei sistemi Rpas e alla loro integrazione nello spazio aereo europeo non segregato. Il settore sollecita rapidi passi in avanti verso la creazione di un quadro normativo di sostegno ai sistemi Rpas. In tale contesto, lo sviluppo di infrastrutture di prova sviluppo, ricerca, test e certificazione («test ranges») può favorire il raggiungimento dei seguenti obiettivi: 1) definire uno spazio aereo sicuro per lo svolgimento di operazioni di volo integrate tra aerei pilotati e a pilotaggio remoto nello spazio aereo; 2) sviluppare standard di certificazione e requisiti del traffico aereo per le operazioni di volo senza pilota nei test ranges; 3) coordinare e sfruttare al meglio in una logica di integrazione europea le risorse previste dai programmi europei (Horizon 2020); 4) garantire la sicurezza dei sistemi aerei senza pilota e le correlate procedure di navigazione prima che vengano integrati nello spazio aereo nazionale; 5) elaborare un quadro giuridico e procedurale basato su dati di esperienza concreta.

 

L’Enac, anche con il fattivo contributo del Centro Studi Demetra, ha individuato l’aeroporto di Grottaglie quale infrastruttura dedicata allo sviluppo dei sistemi Rpas, concretizzando nel nostro Paese l’esistenza di un laboratorio che, oltre ad avere capacità di attrattiva internazionale, permette all’Italia di essere protagonista nell’elaborazione della regolamentazione tecnica, offrendo un importante vantaggio competitivo al nostro sistema produttivo. Il Progetto «Grottaglie Airport Test Bed», nato e sviluppato su impulso del Distretto tecnologico aerospaziale pugliese (Dta) e della Società Aeroporti di Puglia (AdP), sotto l’egida della Regione Puglia, dell’Enac e con il sostegno dell’Enav e dell’amministrazione della Difesa, vede già coinvolte istituzioni nazionali, università, industria nazionale e strutture di ricerca pubbliche e private.

 

L’obiettivo è quello di rendere l’aeroporto di Grottaglie un’infrastruttura internazionale capace di integrare il mondo del trasporto aereo con le imprese aerospaziali, il sistema della ricerca e dell’aerospazio, per generare nuove opportunità di business.

 

A tal fine la Regione Puglia, d’intesa con il Miur, ha incluso nella programmazione 2014-2020 la realizzazione di un’infrastruttura nazionale per attività di ricerca, sperimentazione, formazione ed integrazione di sistemi aerei e terrestri, «manned» e «unmanned», operativi in un cielo unico, integrata nel «Test Bed» di Grottaglie quale base operativa area di prova terrestre e sul mare, utilizzabile in condizioni di sicurezza e con continuità, a supporto del mondo industriale e degli organismi di certificazione nazionali ed internazionali.

 

Attraverso un continuo processo di attrazione e polarizzazione di iniziative industriali, tenuto conto che l’Enac si è impegnato a garantire un continuo presidio per l’elaborazione della regolamentazione tecnica sulla base dei dati di esperienza, si potrà generare un circuito virtuoso teso a rendere l’aeroporto di Grottaglie un sito dedicato alla logistica e all’industria, interconnesso in una rete di aree e «test range» nazionali ed europei. A supporto di tale visione strategica, tra i vari attori pubblici e privati di questa iniziativa è stata istituita una «Cabina di regia per l’automazione nel settore aerospaziale» ed è stato costituito un gruppo di lavoro per l’analisi della sperimentazione nazionale dei velivoli «unmanned», insediatosi lo scorso 14 maggio nell’aeroporto tarantino. In tale incontro è stato avviato anche il processo di autorizzazione per il primo volo sperimentale Apr dall’aeroporto di Grottaglie: un elicottero dell’Agusta.

 

L’auspicio è che la politica sappia cogliere l’esigenza del descritto riassetto istituzionale del settore, così da permettere alle nostre imprese di intercettare positivamente le opportunità, anche di carattere occupazionale, legate allo sviluppo dei sistemi aerei a pilotaggio remoto (Apr), una realtà, come detto, che l’Europa intende fortemente valorizzare e dove il nostro Paese può svolgere un ruolo guida, considerato quanto, sino ad oggi, ha concretamente realizzato.

 

 

Tags: Luglio Agosto 2015 droni Puglia

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