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*Speciale Droni* Piaggio Aerospace produce il primo velivolo a pilotaggio remoto in Italia pronto al volo

Il Piaggio P.1HH HammerHead

Lo ha sviluppato partendo dalla piattaforma del P180 Avanti II, uno tra i velivoli turboprop più veloci al mondo, seconda generazione del P180; questo ha dato all’azienda un enorme vantaggio in termini di tempi, costi di progettazione e sviluppo, consentendole di avere già in volo il primo sistema a pilotaggio remoto italiano parecchi anni prima rispetto ad ogni altro progetto simile in studio.

 

Piaggio Aerospace è un’azienda italiana dalle antichissime tradizioni (il primo velivolo fu progettato nel 1922), conosciuta in tutto il mondo soprattutto grazie a un aereo a turboelica dalle performance uniche ed imbattibili - il P180 - declinato oggi nella sua terza generazione: l’Avanti Evo. L’azienda è recentemente entrata con successo anche nel settore della Difesa e Sicurezza con due nuovi prodotti: l’MPA - un velivolo per la sorveglianza ed il pattugliamento terrestre e marittimo - e con un velivolo senza pilota, il P.1HH HammerHead.

 

Si tratta di un UAS (Unmanned Aerial System), progettato per missioni di intelligenza, sorveglianza e ricognizione. Piaggio Aerospace lo ha sviluppato partendo dalla stessa piattaforma del P180 Avanti II, seconda generazione del P180; circostanza, questa, che ha dato all’azienda un enorme vantaggio in termini di tempi e costi di progettazione e sviluppo, consentendole di avere già in volo il primo (ed unico) sistema a pilotaggio remoto italiano, parecchi anni prima rispetto ad ogni altro progetto simile ancora in studio nel nostro Paese.

 

Il P.1HH è stato presentato per la prima volta nel giugno del 2013 e nel dicembre dello stesso anno ha effettuato il primo volo di prova  (con esito totalmente positivo nel rispetto di tutti i parametri attesi) presso l’aeroporto militare di Trapani-Birgi che da allora ne ospita i flight test, ma che a breve verrà sostituito dalla Base dell’Aeronautica Militare di Grazzanise (CE), come di recente annunciato dall’azienda.

 

L’intuizione della Piaggio Aerospace, grazie alla quale l’azienda italiana ha, oggi, un vantaggio di molti anni rispetto ai numerosi progetti di UAS ancora in fase di progettazione in Italia ed Europa,  è stata quella di partire dalla piattaforma del velivolo civile (Piaggio Avanti II), «svuotarlo» di parti e sistemi necessari al volo passeggeri con equipaggio, e «riempirlo» di sistemi e impianti necessari al volo a pilotaggio remoto. Ciò è avvenuto a partire dal novembre del 2012, quando si iniziò a trasformare un Avanti II in velivolo «dimostratore», ed una volta constatato il successo dell’operazione - dopo un suo primo volo - se ne trasportò la tecnologia sul primo effettivo prototipo di P.1HH.

 

L’HammerHead («testa a martello» per la sua forma dovuta alla presenza di un’ala frontale,  tratto distintivo che rende unici e riconoscibili tutti i velivoli Piaggio) ha caratteristiche uniche: una combinazione vincente di velocità/carico/distanza percorribile, elevati livelli negli standard di sicurezza, strumenti per volare in aree non segregate, le migliori performance in termini di utilizzo della macchina anche con condizioni meteorologiche avverse (e che risultano ostative per velivoli appartenenti alla stessa categoria), massima affidabilità, una significativa flessibilità di impiego per svolgere differenti ruoli e missioni.

 

Il P.1HH costituisce il primo prodotto di Piaggio Aerospace nel mercato UAS; si tratta di un «MALE» (cioè un velivolo appartenente alla categoria con performance di Medium Altitude/Long Endurance). Il cliente di lancio di questo sofisticato velivolo è l’Aeronautica Militare Italiana che, come di recente annunciato dall’azienda nell’ambito del salone internazionale dell’aerospazio di Le Bourget - Parigi - lo assegnerà in uso al 28esimo Gruppo Apr, parte del 32esimo Stormo avente la propria base nell’aeroporto militare di Amendola, in provincia di Foggia. La scelta fatta dall’Aeronautica, che è stata la prima forza armata europea ad acquisire velivoli senza pilota (i Predator dell’americana General Atomics, anch’essi stanziati ad Amendola), conferma con forza l’idea che l’Europa sia un mercato importante per questi sofisticati tipi di velivoli.

 

È, infatti, fortemente sentita la necessità dell’Italia in primis, e degli altri Paesi europei, di disporre di sistemi che consentano il «controllo» dei propri confini e delle proprie acque territoriali in un momento in cui minacce di tipo asimmetrico e massicci flussi migratori pongono all’ordine del giorno i temi della sorveglianza e della cosidetta «Homeland Security».

 

Altri mercati per il P.1HH della Piaggio Aerospace sono sicuramente il Medio Oriente ed il Sud-Est asiatico, ma per adesso l’azienda concentra le proprie attività per assicurare la prima consegna all’Aeronautica Militare Italiana, che avverrà entro la fine del 2015. Questo tempo sarà necessario a completare l’intensa campagna di test propedeutici alla certificazione del velivolo.

 

Il P.1HH è prodotto con la collaborazione della Selex ES (Finmeccanica) che ne sviluppa la parte software.  Proprio il Gruppo Finmeccanica è attivo in un altro importante progetto di UAS, il MALE 2025 in sharing tra tre Paesi: Italia, Francia (con Airbus) e Germania (con Dassault Aviation). Pur se appartenente alla stessa classe (MALE, appunto) questo progetto, che è ancora in fase molto iniziale, e prevede uno «studio» e una messa in opera, non minaccia di togliere mercato alla Piaggio Aerospace. Anzi, in considerazione dell’enorme vantaggio temporale di cui l’azienda ligure dispone, il P.1HH potrebbe costituire il «test bed» ideale e il «gap filler» in attesa della futura generazione di MALE.

 

 

Piaggio P.1HH HammerHead

Apertura alare: 15.533 mt

Lunghezza: 14.400 mt

Altezza: 3.980 mt

Peso massimo al decollo: 6.146 Kg

Velocità massima: 730 Km/h

Autonomia di distanza: 8000 Km

Autonomia di durata: più di 16 ore           

 

Tags: Luglio Agosto 2015 droni aerospazio

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