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*Speciale energia* 'antropologia della luce': deve formarsi una cultura per l’illuminazione a led

Idilio Ciuffarella,  amministratore delegato di Delta Italia e opinion leader  in efficienza energetica

L'American Council for an Energy Efficiency Economy sancisce la seconda posizione dell’Italia come Paese innovativo nell’efficienza energetica. Le spinte alla creazione di una cultura dell’energia sono molteplici: il costo dell’energia che aguzza l’ingegno di legislatori, consumatori e costruttori; la creazione di posti di lavoro in nuovi settori; la necessità di riconversione dell’industria fotovoltaica; l’inventiva e capacità di «system integration» tutta italiana; persino il fattore «cattolicità», che vede il Vaticano all’avanguardia nelle problematiche di tipo interattivo uomo-ambiente. Così come nell’enciclica «Caritas in veritate» di Benedetto XVI si introduceva il concetto di «sostenibilità ambientale», anche la prossima di Papa Francesco sarà centrata sulla salvaguardia del creato, con enfasi sulla riduzione degli sprechi e la custodia, piuttosto che la signoria, del Creato. Sotto tali premesse l’opportunità per il Paese è reale, e le stime indicano un mercato con volumi d’affari ragguardevoli persino nello scenario più moderato (44 miliardi di euro l’anno). Esiste un Piano d’azione per l’efficienza energetica 2014 con detrazioni fiscali, certificati bianchi, conto termico, applicazione di nuovi standard per condizionamento di uffici e diagnosi energetiche obbligatorie. Accanto alla figura dell’energy manager e dell’esperto di sistemi di gestione di energia nascono aziende certificate ISO 50001 con obiettivi di risparmio energetico e con il diritto-dovere di individuare aree di intervento energetico all’interno dei propri edifici, prima di essere esportate come soluzioni di mercato. Il prezzo di acquisto dell’energia a livello industriale, superiore del 45 per cento rispetto alla Germania, ha consentito miglioramenti tecnologici e la creazione di un’industria con ottima ricaduta sul piano occupazionale. Pur seconda a livello globale per la ricerca di efficienza energetica nelle aree di trasporto, industria e programmi nazionali, l’Italia è ultima per consumo energetico degli edifici commerciali, circa 14 milioni, il 70 per cento dei quali costruito prima del 1976 in totale assenza di norme per l’efficienza. Nell’ambito degli interventi per gli edifici commerciali, l’illuminazione con tecnologia a Led gioca un ruolo decisivo per la riqualificazione degli edifici, il risparmio, l’obsolescenza dei dispositivi, l’impegno manutentivo e la sicurezza. Se l’evoluzione tecnologica ha consentito una notevole riduzione dei costi e la normativa si è evoluta rapidamente traendo spunto dai restrittivi standard americani, ancora molti passi devono compiersi ai fini della creazione di una cultura. Gli investimenti sono tuttora considerati eccessivi, ostacolati da aspetti psicologici e da barriere nell’accettazione. Si tratta di comunicare con chiarezza i ritorni degli investimenti e di abbattere la reticenza per l’introduzione della luce elettronica. Il problema culturale dell’introduzione del Led si supera informando, non imponendo aggressive strategie di marketing; occorre convincere con applicazioni e referenze concrete. L’accettazione della nuova tecnologia transita per il fattore umano, oltre che per una motivazione economica e di risparmio. Nuovi prodotti implicano nuove criticità. Tra le questioni di fondo: è diritto del consumatore creare un sistema efficiente automatico di illuminazione a discapito della volontà degli impiegati di decidere accensione e spegnimento? Quali sono le ripercussioni della nuova luce elettronica? Quale l’influenza del colore? Si tratta di una luce sicura? È noto quanto la luce influisca sulla psiche dell’individuo, e il problema etico esiste da tempo. Frequenti i casi in cui gli impiegati nelle aziende disattivano la luce al neon soprastante le proprie aree di lavoro per motivi di visibilità o protezione oculare. La regola del bilanciamento tra etica e profitto quale miglior mezzo di sviluppo commerciale, economico e sociale, risulta vincente. Nasce il concetto di «Antropologia della luce», alla base di una sana e duratura creazione di un business ecosostenibile nel quale sono rispettate le esigenze di tutti gli attori in gioco. L’azione fondamentale è conciliare le esigenze del consumatore di energia che ha il diritto-dovere di risparmiare, il piano industriale del costruttore di tecnologia, le normative internazionali, l’ambiente e soprattutto il libero arbitrio degli utenti nella gestione individuale della luce. Occorre un elevato grado di competenza per sfruttare nel modo migliore le nuove tecnologie che consentono -tramite soluzioni a Led intelligenti e personalizzate - di bilanciare le indicate necessità e di ottenere un risparmio energetico accettato consapevolmente o, meglio ancora, auspicato dagli utilizzatori. Nei sistemi di efficienza energetica le capacità di system integration e consulenza si confermano come fattori vincenti per aziende in grado di coniugare il business dell’efficienza energetica con il nuovo stile di vita ecologico, e di trasformare i valori della «Corporate Social Responsibility» in filosofia applicata piuttosto che in pura teoria. Saper conciliare interessi difformi, lavorare trasversalmente sulla tecnologia, definire le «best practices», adeguare le norme senza perdere di vista il rapporto consumatore-utilizzatore di energia, tutto ciò determina la vera crescita di un mercato autosostenibile in grado di attrarre istituti di credito e investitori locali e alimentare le risorse necessarie per lo sviluppo di progetti intelligenti.

Tags: Ottobre 2014

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