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L’idrogeno comincia ad Itaipu' ma, prima ancora, in Italia...

La diga di Itaipù sul fiume Paranà, in Brasile

L’H2 Nitidor, azienda con sede a Codogno, nel Lodigiano, ha siglato un accordo con la FPTI, Fondazione Parco tecnologico di Itaipù, per la vendita di apparecchiature che saranno utilizzate nel progetto pilota della società per la produzione di idrogeno: l’impresa italiana ha venduto alla brasiliana un elettrolizzatore ad alta efficienza che produce idrogeno, un compressore e diversi serbatoi di stoccaggio. Sarà possibile sfruttare integralmente la capacità della diga di Itaipù sul fiume Paranà, al confine tra Paraguay e Brasile, che ha una capacità di 29 miliardi di metri cubi di acqua, oltre che moderare i costi e ridurre le variazioni nella produzione nell’arco dell’anno. L’impianto dovrebbe guadagnare il 6 per cento in termini di efficienza energetica. In vista dei Mondiali di calcio del 2014 e delle Olimpiadi di Rio del 2016, il Governo brasiliano ha anche acquistato una flotta di bus elettrici alimentati a idrogeno, che saranno messi in circolazione grazie agli studi realizzati ad Itaipù. Sarà anche studiato il ciclo di vita dell’idrogeno, dalla produzione allo stoccaggio, dal controllo di qualità al trasporto, all’uso in celle a combustibile come vettore di energia a zero emissioni. «Questa commessa è molto interessante­–ha sottolineato Mario Dragoni, responsabile tecnico dell’azienda codognese–. Abbiamo sempre applicato la nostra tecnologia in progetti notevoli ma legandoli ad iniziative dagli usi circoscritti; il progetto in questione dà invece il via all’uso diretto e allargato dell’idrogeno quale combustibile a zero emissioni per veicoli di nuova generazione. Il Brasile è uno Stato che crede davvero alla prospettiva futura di una mobilità ecologica, e questa firma ne è la riprova».

Tags: Maggio 2013

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