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Orafi: uno schiaffo dalla Commissione Europea

Licia Mattioli

Secondo Licia Mattioli, presidente della Federorafi aderente alla Confindustria, la decisione della Commissione Europea di togliere il dossier «Made in» dall’agenda 2013 «rappresenta uno schiaffo alle imprese manifatturiere e ai cittadini». Colonna portante del made in Italy nel mondo con oltre il 70 per cento di prodotto esportato, spiega Licia Mattioli, il settore orafo, è da tempo attaccato dai Paesi concorrenti, sempre più aggressivi anche nel mercato italiano. «La decisione del commissario europeo Karel De Gucht, motivata dal pericolo che la regolamentazione potesse contrastare con il quadro giuridico della WTO, Organizzazione mondiale del commercio, è incomprensibile se teniamo presente che in altri Paesi, come Usa, Cina e Giappone, vigono regole simili mai messe in discussione». Dello stesso parere i principali distretti orafi, gioiellieri e argentieri. Ivana Ciabatti, presidente della Sezione Orafi della Confindustria di Arezzo, ha annunciato un appello al vicepresidente della Commissione Europea Antonio Tajani. Secondo Francesco Barberis, presidente dell’Associazione Orafa Valenzana,  la decisione «sconfessa il Parlamento europeo che nel dicembre 2010 aveva approvato la proposta a larghissima maggioranza e avvantaggia le grandi lobby del trading internazionale, da sempre contrarie a  regolamentare l’etichettatura di origine per le merci importate». Si sono associati Giuseppe Corrado, presidente della Sezione della Confindustria di Vicenza, e Romano Sagni, presidente dell’Associazione Argentieri. Il ministro per lo Sviluppo economico Corrado Passera ha inviato una protesta alla Commissione Europea.

Tags: Gennaio 2013

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