Pino Nano racconta la straordinaria vita di Giuseppe Borgia
Sotto forma d’intervista, il volume scritto da Pino Nano ricostruisce e racconta la storia pubblica e privata di Giuseppe Borgia, calabrese, originario di San Procopio, un’infanzia interamente trascorsa a Palmi e per anni presidente di sezione della Corte dei Conti. In realtà, Giuseppe Borgia è stato soprattutto uno dei «grand commis» di Stato della Prima Repubblica: provveditore generale dello Stato, direttore generale della Previdenza Sociale sotto diversi ministri, responsabile dell’Istituto Poligrafico e della Zecca di Stato, consulente giuridico di decine di Governi diversi, consigliere d’amministrazione di Alitalia, commissario della Croce Rossa Italiana, autorevole consigliere dell’Authority per la Vigilanza sui Lavori Pubblici, e tutto questo fino alla nascita dell’Anac, l’Autorità Nazionale Anticorruzione diretta oggi dal giudice Raffaele Cantone. Giulio Andreotti, Flaminio Piccoli, Lamberto Dini, Carlo Azeglio Ciampi, Antonio Marzano, Gennaro Cassiani, Gino Giugni, Giuliano Amato, Tiziano Treu, Giorgio Napolitano, Oscar Luigi Scalfaro, Giovanni Leone, Gianni Letta, Giulio Tremonti, Clemente Mastella, Carlo DonatCattin, Antonio Catricalà, Federico Tedeschini, Sergio Santoro, Walter Pedullà, Armando Veneto, Carmelino Pujia, Agostino Saccà, sono stati solo alcuni dei tantissimi «compagni di viaggio» che Giuseppe Borgia ricorda di avere incontrato lungo la strada della propria intensa vita istituzionale, e che racconta riservando ad ognuno di essi il rispetto profondo che si deve ai grandi protagonisti della storia del Paese. Ma la storia personale di Giuseppe Borgia è anche, però, il racconto della grande trasformazione della Pubblica Amministrazione in Italia, ed è soprattutto la testimonianza severa e lucida di un testimone privilegiato del nostro tempo, che all’età di 80 anni ricorda gli insegnamenti avuti dal suo primo maestro, don Luigi Sturzo, agli inizi del suo lungo percorso professionale; ma anche i consigli, e la grande lezione di vita istituzionale, che in tutti questi anni gli è venuta da almeno 5 diversi capi di Stato. Una vita interamente spesa al servizio della Repubblica, a diretto contatto con le grandi emergenze sociali del Paese e i problemi più attuali e più scottanti del momento, ma con il pensiero eternamente rivolto alla Calabria, sua terra di origine, e che lui racconta con una malinconia e una solitudine struggenti, ripercorrendo gli anni dell’infanzia, quando suo padre lo portava a spasso per i sentieri più inaccessibili dell’Aspromonte e quando la marina di Palmi era lo scrigno segreto dei suoi sogni. La chiave di tanto successo? Giuseppe Borgia risponde con una battuta: «La vita mi ha insegnato che la dote più importante di un uomo chiamato a guidare la vita di un paese è la modestia, e poi forse la capacità di sapere ascoltare gli altri. Per tutta la vita, ho cercato di seguire questa regola».
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