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Food Reputation Map: la reputazione degli alimenti

Il prof. Marino Bonaiuto

La scelta di un alimento e il suo «successo» sono anche una questione di reputazione: a rivelarlo è uno studio accademico condotto dall’Università Sapienza di Roma grazie al finanziamento del Gruppo Nestlé nell’ambito del progetto Axìa che sarà presentato il 15 gennaio al centro congressi Roma Eventi in Via Alibert 5, vicino Piazza di Spagna. Lo studio e il modello messo a punto al termine di tre anni di lavoro dimostrano che anche i prodotti alimentari hanno una loro «reputazione» da guadagnare e da mantenere, che essa è concretamente misurabile ed è frutto di una  serie di fattori. La Food Reputation Map è lo strumento che consente di misurare la reputazione di un qualsiasi alimento e produzione agricola, nella sua forma sia originaria sia elaborata attraverso processi successivi, valutandone le caratteristiche di base e i suoi effetti sulla società in campo culturale, economico e ambientale, e sull’individuo a livello fisiologico e psicologico. Validata scientificamente grazie a elaborazioni compiute nel 2013 su un campione di 4.770 italiani, la Food Reputation Map consente una lettura ragionata di tre macroaree di reputazione, di sei indicatori sintetici e di ventitré indicatori specifici che influenzano la percezione nei confronti di un determinato alimento evidenziando quelli che sono considerati i fattori chiave che ne stimolano o ne scoraggiano, l’acquisto e il consumo. Essi riguardano aspetti connessi all’essenza del prodotto, agli effetti culturali, economici, ambientali, fisiologici e psicologici. «Noi esseri umani ci nutriamo nel ventre materno ancor prima di respirare. L’alimentarsi è certamente un fattore vitale, ma non dimentichiamo che intorno al cibo ruotano da sempre anche aspetti connessi al piacere, alla socialità, alla convivialità», ha sottolineato il professor Marino Bonaiuto, ordinario di Psicologia Sociale alla Sapienza di Roma, presidente del corso di studio magistrale in Psicologia della comunicazione e del marketing e responsabile del progetto di ricerca nel Centro interuniversitario di ricerca in Psicologia ambientale. «L’interesse del singolo e, per esteso, della collettività verso il fattore nutrizione oggi può essere misurato. Non è cosa da poco né dal punto di vista psicologico e sociologico né tanto meno da quello economico. Come una radiografia, la Food Reputation Map permette di conoscere i punti di forza e di debolezza nel percepito di un alimento agli occhi del consumatore, disegnandone il suo profilo reputazionale. Le applicazioni spaziano dal marketing di prodotti, agli interventi di educazione alimentare, fino alla diagnosi e valutazione nella pratica clinica dei disturbi del comportamento alimentare», ha concluso Bonaiuto.

Tags: Gennaio 2014

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