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statuto del cobat: ecco la carta fondamentale

Nella foto: Giancarlo  Morandi

Un nuovo Statuto per il Cobat. L’assemblea l’ha approvato il 7 maggio scorso, modificando il precedente del 2009 (anno di trasformazione del Cobat da consorzio obbligatorio per la raccolta di batterie al piombo esauste a Sistema di raccolta per le pile e gli accumulatori esausti), dotando il Consorzio di una carta fondamentale e adeguandosi alle responsabilità che il legislatore, europeo prima e nazionale poi, ha via via attribuito al produttore/importatore nella gestione dell’intero ciclo di vita del prodotto immesso sul mercato. Pur tenendo ferma l’originale attività di raccolta e riciclo di batterie al piombo, il Cobat ha subito una continua metamorfosi che l’ha portato a occuparsi di prodotti a fine vita quali altre pile e accumulatori, rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, moduli fotovoltaici, pneumatici fuori uso. Oltre alle nuove linee di lavoro, il Consorzio ha dovuto rispondere alle nuove esigenze del mercato anche in merito alle modalità di adesione dei Produttori Importatori che affidano al Cobat la gestione del fine vita dei propri prodotti.
Visto il nuovo ambiente operativo, gli amministratori del Cobat hanno costituito nel luglio 2012 una Commissione per analizzare le nuove condizioni richieste dal mercato e dalla normativa,  producendo un progetto di nuovo statuto che contemplasse sia le nuove finalità del consorzio che le modalità per perseguirle, presieduta dal Consigliere Tommaso Campanile e composta dai consiglieri Dario Cerosillo, Nicolò Gasparin, Luciano Morelli, dal presidente Giancarlo Morandi e dal vicepresidente Francesco Antonazzo.
«Lo Statuto–ha commentato il direttore generale Michele Zilla–è stato sottoposto a un confronto con tutte le categorie nelle sue parti fondamentali, ricevendo dalle stesse un consenso lungo quattro punti principali: principi a cui si deve ispirare lo statuto; ambiti operativi entro i quali il Consorzio svolge i suoi compiti; modalità operative con le quali essi sono svolti; e la governance, ovvero le regole con le quali si governa il Consorzio».
L’articolo 3 comma 1 enuncia i principi fondamentali: «Il Consorzio contribuisce all’innalzamento dei livelli di qualità della vita umana e della tutela dell’ambiente secondo i criteri dello sviluppo sostenibile. Il Consorzio, nel rispetto della normativa dettata a tutela dell’ambiente, razionalizza, organizza e gestisce la raccolta e il trattamento di rifiuti provenienti da beni e/o prodotti, per i quali i produttori/importatori affidano allo stesso la loro gestione a fine vita». Finalità che rispondono a criteri di sostenibilità, legalità, prevenzione e responsabilità. Quanto agli ambiti operativi, vengono affrontati nel comma 3 dello stesso articolo: «Il Consorzio effettua la gestione dei rifiuti nel rispetto dei principi di legalità, precauzione, prevenzione, sostenibilità, proporzionalità e di responsabilizzazione e cooperazione di tutti i soggetti coinvolti nella produzione, distribuzione, utilizzo e consumo di beni/prodotti».
Nell’articolo 4, comma 2, lettera a, si stabiliscono le modalità operative: tra le attività fondamentali vi è «assicurare ai produttori/importatori che si affidano al Sistema di Raccolta e Riciclo Cobat la gestione del fine vita dei propri beni/prodotti immessi al consumo, la corretta gestione dei prodotti / beni giunti a fine vita secondo quanto previsto dall’articolo 3 del presente Statuto». Si stabilisce così il modo nuovo di operare sul territorio e nei rapporti con gli operatori economici da parte del Consorzio.
Infine la governance. I soci del Consorzio sono ripartiti in tre categorie: la A1 (produttori di pile e accumulatori e società di Riciclo di pile e accumulatori, soci storici del Cobat); la A2 (associazioni nazionali di riferimento delle imprese artigiane che installano vendono e utilizzano pile e accumulatori e associazioni nazionali di riferimento delle aziende che svolgono attività di raccolta di pile e accumulatori, Soci storici del Cobat); e la A3 (produttori/importatori che sottoscrivono il Regolamento per l’affidamento al Sistema di Raccolta e Riciclo Cobat della gestione dei loro beni/prodotti a fine vita). «La governance–è il commento finale di Zilla–è la questione che ha richiesto più tempo. Le proposte di modifica o di conferma della struttura preesistente sono maturate attraverso una discussione lunga e complicata, che ha tenuto conto degli equilibri e della necessità di partecipazione e coinvolgimento di tutte le categorie che partecipano al consorzio, a garanzia della funzionalità e della maggiore efficienza del consorzio stesso».
Il presidente della Commissione, Tommaso Campanile, spiega: «In passato il Consorzio era obbligatorio, era quindi uno strumento della Pubblica amministrazione, oggi è diventato un soggetto volontario privato e quindi non fa più riferimento a quella legge. L’obiettivo perseguito è stato quello di dare a una struttura privata le finalità della sostenibilità e i principi della legalità e del rispetto verso le norme europee e nazionali. Questo per permettere al Cobat di assurgere a una dimensione non commerciale (che è tipica invece delle aziende) e quindi di attuare e promuovere la raccolta e il riciclo dei materiali che gli competono per ottenere benefici per l’ambiente e perseguire l’interesse generale del Paese e delle imprese».    

Tags: Settembre 2013 Cobat

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