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REGALI E COMMERCIO, TIMEO DANAOS ET DONA FERENTES

Chi accetterebbe un dono dal peggiore dei suoi nemici? Potrebbe essere un segno di pace, è vero, un tentativo di superare le incomprensioni, ma dovremmo considerare anche che si potrebbe trattare di un inganno. «Timeo Danaos et dona ferentes», cioè «Temo i Greci anche quando portano doni»: nell’Eneide Virgilio racconta che il sacerdote Lacoonte pronunciò questa frase quando i suoi concittadini accettarono di far entrare a Troia il cavallo di legno lasciato in dono dai nemici, apparentemente per mettere fine al conflitto. Se il suo popolo gli avesse dato ascolto, probabilmente, la storia avrebbe avuto un altro corso: gli achei non sarebbero riusciti ad introdursi nella città e ad espugnarla.
Qualche volta la sensazione è che anche i consumatori aprano le porte ad ingannevoli «cavalli di Troia» che, guadagnata la loro fiducia, si adoperano per far capitolare i clienti. E pensare che dovrebbe ormai essere chiaro, tanto più nei moderni mercati, che nessuno regala nulla, e che anche quando l’impresa propone strabilianti offerte o promozioni, possiamo essere sicuri che lo fa al solo scopo di ricavarne vantaggi.
Oggi il «regalo» ha un significato ancora più machiavellico: non basta, infatti, un semplice omaggio per conquistare nuovi clienti, ma i doni, complice la crisi, sono costituiti da prezzi più vantaggiosi, agevolazione di pagamento, sconti e promozioni, spesso solo teoriche, sbandierate per conquistare appunto altri clienti. Accade così di essere assediati dagli addetti alle vendite di società energetiche che suonano alla porta portando «in dono» bollette meno salate; che la vendita a rate sia presentata come un regalo; che persino il prezzo della benzina sia protagonista di aggressive campagne di marketing.
Pensiamo alla promozione della Fiat che nei mesi scorsi ha annunciato che chi avesse acquistato una sua nuova automobile avrebbe pagato la benzina a un prezzo bloccato, ossia scontato per tre anni; in pratica la Fiat si sarebbe accollata i successivi eventuali aumenti che si fossero verificati nei tre anni successivi all’acquisto. Ma solo leggendo i caratteri microscopici usati nel relativo annuncio pubblicitario si poteva scoprire che non era esattamente così, in quanto il regalo era limitato da una clausola. Infatti il quantitativo di carburante interessato dallo sconto era soggetto a un limite massimo di litri, mentre la benzina acquistata oltre tale limite sarebbe stata pagata ovviamente a prezzo corrente.
In seguito a una segnalazione della nostra Unione Consumatori, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria hanno confermato che il messaggio contenuto in quegli spot potesse generare ambiguità; per cui l’azienda ha dovuto modificare la campagna, che è proseguita con modalità a nostro giudizio comunque insoddisfacenti, terminando come previsto lo scorso 30 luglio.
Chi sa quanti consumatori - molti a giudicare dalle lamentele arrivate ai nostri sportelli - solo una volta giunti presso i concessionari si sono accorti che lo spot non forniva tutte le informazioni necessarie per una scelta consapevole. Abbiamo assistito anche ad altre campagne pubblicitarie imperniate sul prezzo della benzina, che offrivano sconti in certi giorni e in certi distributori di carburante. E che hanno avuto successo, a giudicare dalle file di auto, nelle stazioni di servizio, in attesa del rifornimento. In questi casi il regalo ai consumatori c’è stato, ma troppo limitato da specifiche condizioni appostevi, di luogo e di tempo. Ad esempio: la validità dell’offerta nei distributori situati in alcune strade e non in altre; il quantitativo di carburante destinato a tali promozioni ecc.
Alle volte il «dono», può essere anche la promessa di una nuova «forma fisica» del cliente: si pubblicizza ad esempio uno yogurt facendo credere che sia l’unica opportunità per fornire all’organismo il giusto apporto di calcio. Anche in questa occasione sarà l’Autorità Antitrust, da noi investita della questione, a dirci se è corretto mettere a confronto yogurt «arricchiti» con i prodotti tradizionali.
In questa logica del «dono» applicata al mercato i rappresentanti dei consumatori fanno spesso la parte del veggente Lacoonte che, nonostante gli avvertimenti, rimase inascoltato. Eppure basterebbe fermarsi un attimo a riflettere prima di aprire le porte a questi moderni cavalli di legno, perché il rischio che si corre è di accorgersi del trucco solo quando sarà troppo tardi. E Troia, come racconta l’Eneide, sarà già tra le fiamme.

Tags: Ottobre 2012 consumatori Massimiliano Dona AGCM - Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato UNC Unione nazionale consumatori eCommerce

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