Il nostro sito usa i cookie per poterti offrire una migliore esperienza di navigazione. I cookie che usiamo ci permettono di conteggiare le visite in modo anonimo e non ci permettono in alcun modo di identificarti direttamente. Clicca su OK per chiudere questa informativa, oppure approfondisci cliccando su "Cookie policy completa".

VINITALY: A VERONA LA 57° EDIZIONE ALLE PORTE

Presentata, a Roma, la 57° edizione di Vinitaly, che si terrà dal 6 al 9 aprile prossimi a Verona, che è stata proclamata “città internazionale della vite e del vino” dall’Organizzazione internazionale della vigna e del vino, nel centesimo anno della fondazione dell’OIV. L’evento punto di riferimento nel settore del vino conta circa 4.000 aziende e un quartiere espositivo al completo, con 18 padiglioni tra fissi e tendostrutture, e operatori dall’Italia e da 140 nazioni. In particolare, si punta a confermare il contingente di 30mila buyer della domanda internazionale, Stati Uniti compresi.

“L’Italia è fattore irrinunciabile e il vino sempre più si afferma in un quadro di alimentazione salutare quando si mettono i consumatori in grado di scegliere. Vinitaly oggi è il luogo dove si promuove il vino e si dibattono le tematiche del settore”, dichiara il ministro Lollobrigida. “Chi lavora nel settore sa che esiste un sistema complesso di dazi e temiamo qualsiasi aggravio che possa creare condizioni più difficili ma ciò non ci terrorizza. Bisogna guardare a un’azione sinergica dell’Unione Europea, unica delegata a trattare, e l’Italia sta aiutando l’Europa con relazioni privilegiate. È nella logica dei 27, non sono tutti uguali i desiderata di ogni nazione ed è un fatto che per noi il vino sia più importante. C’è volontà di collaborare e usare la leva dei rapporti bilaterali privilegiati. Al Vinitaly parleremo di vino con un atteggiamento che l’Europa deve ritrovare. Il problema non sono i dazi ma la criminalizzazione del vino” (ma, osserva Paolo Casteletti di Unione Italiana Vini, poiché importiamo 1,35 mld di wine e spirits in Usa  e esportiamo per 8 mld, questi prodotti vanno tolti dalla lista da daziare; oltre alla necessità di chiudere gli accordi di libero scambio come Mercosur e spingere sul continente indiano).

Per il presidente di Veronafiere Federico Bricolo: “In questi ultimi anni abbiamo lavorato intensamente con le istituzioni – ministeri, ambasciate, ICE e camere di commercio internazionali – per ampliare la promozione a supporto della competitività del settore. Oggi Vinitaly rappresenta l’aggregatore naturale del vino italiano sui principali mercati target. Un posizionamento che intendiamo rafforzare ulteriormente mettendo a disposizione della politica e delle imprese tutto il nostro know how, per sostenerle nelle sfide derivanti dal complesso scenario attuale, tracciando anche nuove rotte di destinazione”. Tra queste, i recenti viaggi in Kazakhstan - paese di riferimento in Asia Centrale dal rapporto privilegiato con la Russia – e a New Delhi in India, dove l’UE sta rivedendo gli accordi commerciali con la speranza di aprire questo nuovo promettente mercato.

E nel mondo primi ambasciatori del vino tricolore sono anche i ristoranti italiani, importanti nella richiesta di vino italiano agli importatori. E infatti Vinitaly è l’occasione anche di festeggiare i trenta anni dell’Osteria Francescana, oltre che lo chef tre stelle Michelin Massimo Bottura che nel marzo 1995 in via Stella 22 a Modena inaugurava il ristorante incluso tra i “Best 50” del mondo per due volte, e che dichiara: “Il vino vale il 50% della sala, non è solo merito degli chef ma anche della sala. In fiera, nel ristorante “...al Massimo”, ogni giorno un menu diverso di Bottura e della Francescana Family, con focus sull’Emilia delle dop e igp, e lo faremo attraverso lo sviluppo creativo delle nostre cucine, affiancando i vini dell’Emilia Romagna, a partire da un bianco nuovo tutto da scoprire” (di Carlo Cracco, produttore a Santarcangelo di Romagna, che con la moglie Rosa Fanti produce l’autoctono romagnolo Trebbiano della Fiamma).

1.200 i top buyer accreditati e ospitati a Verona, ha annunciato il direttore generale Adolfo Rebughini: “71 Paesi, sei in più rispetto all’anno scorso. Un risultato non scontato visto il perdurare delle tensioni geopolitiche”. Tra le delegazioni più numerose dei super operatori selezionati dall’area extra Ue, in pole position quelle da Usa e Canada, seguite da Cina, UK, Brasile ma anche da India, Singapore, Giappone e Corea del Sud. Mentre in Europa primeggiano Germania, Svizzera, Nord Europa e l’area balcanica. Vinitaly si conferma benchmark mondiale di riferimento e quest’anno approfondisce, continua il dg, i NoLo (vini low a bassa gradazione alcolica e dealcolati), i raw wines, gli amphora wines – 170 aziende in questo segmento di produzione sostenibile e naturale che si sta affermando sempre di più –, il fine dining e inaugura Vinitaly Tourism, marchio a sé stante sul turismo enogastronomico con 60 aziende e incontri con 17 tour operator da Usa, Germania, Spagna e Italia. Attenzione quindi ai trend di mercato: Vinitaly come “incubatore di startup”, come già avvenuto con Sol2Expo, il salone dell’olio extravergine di oliva tenutosi a inizio marzo completamente ripensato, per la prima volta indipendente dal vino.

Nel 2025 punto fermo resta il palinsesto estero con le manifestazioni non solo native come Vinitaly Sudamerica in Brasile a maggio, Vinitaly Usa a Chicago a ottobre, Asia in Cina, Almaty in Kazakhstan, Belgrado a novembre (dove, da quando si è aperto nei Balcani, il consumo di vino italiano è aumentato del 47%).

 

 

Tags: vino vinitaly verona veronafiere Kazakhstan usa Brasile Masaf -Ministero agricoltura, sovranità alimentare, foreste Veneto via col Veneto Emilia Romagna export Trump

© 2017 Ciuffa Editore - Via Rasella 139, 00187 - Roma. Direttore responsabile: Romina Ciuffa