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FONDAZIONE FINCANTIERI TRA STORIA, INNOVAZIONE E INCLUSIONE

Dai maestri​ d’ascia veneziani che con la propria maestria posero le basi dell’odierna cantieristica navale all’attuale industria navalmeccanica che vede eccellere l’Italia con Fincantieri: 4 continenti, 18 cantieri, 7.000 navi costruite e una storia lunga 230 anni, di cui si è fatta custode la Fondazione Fincantieri, che ha oggi presentato a Roma la nuova mission con progetti ambiziosi di cultura, innovazione e inclusione. Nata nel 2008, si dà avvio a un nuovo corso impostato sul patrimonio storico di documenti e manufatti di “archeologia industriale” relativi alla cantieristica navale, sia civile che militare, che faranno da volano per le nuove iniziative. A illustrarle sono intervenuti l’amministratore delegato e direttore generale di Fincantieri Pierroberto Folgiero, il presidente della Fondazione Fincantieri Fausto Recchia e il presidente di Fincantieri Biagio Mazzotta, che è inoltre presidente onorario della Fondazione, per legare di più l’attività della fondazione col suo fondatore. Insediato inoltre il nuovo consiglio di amministrazione composto da Alessandra Battaglia, Loretana Cortis, Lorenza Pigozzi e Claudio Sforza. Come primo – e corposo – progetto della Fondazione Fincantieri, una collana editoriale curata dal professore di Storia economica all’Università Politecnica delle Marche Roberto Giulianelli: presentato il primo volume “Fondazione Fincantieri. Un viaggio nella storia della navalmeccanica italiana”, cui ne seguiranno altri, uno per ogni epoca, che illustrano la storia del settore dalla nascita nell’Unità d’Italia ad oggi.

“Per tutte le aziende tecniche – tra le quali siamo esponenti dell’ingegneria navale - si ha una forma di aristocrazia industriale. La storia è piena di aziende fortissime che non ci sono più e di aziende odierne che non c’erano. Noi siamo speciali, ma non esistono rendite di posizione e regole che valgono per sempre: quindi viviamo la fondazione come quel luogo in cui ci prendiamo la responsabilità del futuro, non un luogo esclusivo dove reclamiamo le nostre origini nobili”, ha dichiarato l’ad e dg di Fincantieri Pierroberto Folgiero. Il panorama attuale vede appunto “la cantieristica negli ultimi 30 anni spostata ad est, in Cina e Corea; solo il 5% è rimasto in Europa e si tratta di cantieristica ad alta complessità, cioè navi militari, da crociera e da lavoro, per lavorare in situazioni critiche e con mare forte”. Il rischio di essere autoreferenziali c’è e in Fondazione ci si domanderà come rimanere ai vertici per altrettanti anni. L’innovazione di processo e di prodotto qui gioca un ruolo fondamentale: la nave, da semplice scafo che era, diventa un system: scafo più sistemi integrati che fanno leva sul digitale, aspetto che, insieme al green, è sempre più richiesto. “Miriamo a divenire digital design authority di tutto quello che si mette su una nave, ripensando i processi produttivi, unendo dominio fisico e dominio logico”.

Un Made in Italy dell’ingegno che passa per il tecnigrafo e la salopette, come dice Folgiero. “Siamo i primi ad aver robotizzato la saldatura in cantiere: abbiamo disegnato una strada. Una nave Fincantieri si identifica con un carroponte, anche scolorito dal mare, ma in realtà c’è tanta ingegneria, fino al gemello digitale”. Ultimo argomento toccato dall’amministratore delegato di Fincantieri è quello della necessaria innovazione anche nella gestione delle catene di subappalto, ai fini di un ripensamento delle catene di fornitura lunghe ma anche delle catene di lavoro, per conservare il vertice nella manifattura europea (senza tralasciare gli obiettivi nel lungo periodo come l’abbattimento completo delle emissioni nelle navi green entro il 2035).

La recentissima consegna alla Marina Militare di Nave Trieste, nave d’assalto anfibio multiruolo Landing Helicopter Dock (LHD), in occasione del giuramento degli allievi dell’Accademia Navale di Livorno, è stato esempio pratico del sodalizio tra Fincantieri e MM, il cui Capo di stato maggiore ammiraglio di squadra Enrico Credendino osserva come l’Italia sia una “media potenza regionale a forte connotazione marittima”; nell’attuale scenario globale ciò che accade nei nostri mari produce conseguenze globalmente e “il Mediterraneo è fonte di vita, di crescita, di benessere e pertanto vanno mantenute aperte le vie marittime”. A tal fine vanno ricercate ulteriori collaborazioni con centri di ricerca, università, istituzioni.

Sul fronte della storia, Fondazione Fincantieri ha avviato un percorso di conservazione dell’eredità della cantieristica italiana, attraverso la digitalizzazione degli archivi storici, la creazione di un museo interattivo e multimediale per offrire al pubblico un’esperienza immersiva nella storia della cantieristica navale italiana, e l’allestimento di una nuova sala espositiva dedicata alla storia di Fincantieri presso il Museo della cantieristica di Monfalcone (MuCa), realizzata in collaborazione con il Comune. Sul piano dell’innovazione, la Fondazione opera per promuovere il progresso tecnologico e lo sviluppo culturale nel settore marittimo. Da qui, l’istituzione di percorsi di studio, laboratori e borse di studio con partner istituzionali, accademici ed enti di ricerca. Insieme al Centro Alti Studi per la Difesa, la Fondazione ha costituito un premio per il miglior progetto di ricerca presentato dai dottorandi, dedicato alla memoria del presidente di Fincantieri recentemente scomparso, il generale Claudio Graziano. Riguardo al tema dell’inclusione, Fondazione Fincantieri ha già avviato dei corsi di lingua italiana nei cantieri di Monfalcone e Sestri Ponente in collaborazione con l’Associazione Dante Alighieri per favorire l’integrazione culturale e la solidarietà sociale dei lavoratori stranieri.

Tags: Marina Militare Claudio Graziano Trieste Livorno Accademia navale Difesa porto di Trieste navigazione CASD

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