ANRA, TRA ARTIFICIALITÀ E UMANESIMO TUTTI I RISCHI DELLA GESTIONE DEI RISCHI
SPECIALE ANRA - 22° CONGRESSO 2022 (Milano, 24-25 ottobre)
Milano, 24 ottobre 2022. Per rafforzare le decisioni ed ottimizzare le prestazioni dell'azienda attraverso razionalità privata di emozioni, in Cina, per la prima volta nella storia, è stata promossa CEO della Net Dragon Websoft Madame Tang Yu: non una donna, ma un umanoide. Con questo si abbatte il rischio dell'impresa? Il film "Il diritto di contare" racconta dell'installazione, nel 1961, di un elaboratore IBM 7090 presso il Langley Research Center della NASA, che causò il licenziamento dei dipendenti; e racconta di come il primo astronauta John Glenn preferì affidarsi al calcolo delle matematiche ancora presenti in sede, le grandi Creola Katherine Johnson, Dorothy Vaughan e Mary Jackson, che furono mantenute al lavoro. In questo breve spaccato, la storia del rapoorto tra macchina e uomo, ed il conflitto con il tema etico-valoriale.
Da ciò cominciano i lavori dell'ANRA e del risk management che l'Associazione rappresenta nella sua totalità italiana, che torna fisicamente a Milano (dopo l'interruzione da Covid: un rischio, per l'appunto) con una riflessione di due giorni (24 e 25 ottobre) dedicata all'ecosistema del rischio, per parlare dell'innovazione dell'artificiale vs umano, il supporto della tecnologia alla gestione del rischio che, seppur sollevata dall'intervento del calcolatore, non è esonerata dalla funzione di responsabilità ed etica, ossia di interpretazione, cui è chiamata a rispondere: un esempio per tutti - riecheggiato da Salvatore Lampone, presidente del Comitato tecnico-scientifico di Anra - quello di Stanislav Petrov che il 26 settembre 1983 nel bunker Serpukhov 15, visualizzando sugli schermi cinque missili americani, decise di non armare nazioni e interpretando il segnale come un errore del satellite: era infatti - si comprese dopo - l’abbaglio del sole riflesso dalle nuvole.
Salvatore Lampone
In questo nuovo mondo del futuro presente (rimeggiando gli anglosassoni, si potrebbe dire di trovarsi perennemente in un verbo dal modo "future continuous"), bisogna allora capire chi è il risk manager oggi, quale la sua nuova-vecchia funzione, come si concilia il cambiamento con l'evoluzione oggi che emergono nuove famiglie di rischio e, con esse, il ripensamento completo di una funzione che era già chiara. Anra, in questa due giorni milanese, mette a confronto le esperienze di chi studia il rischio nel mondo dell'accademia e di chi le mette a terra nel mondo dell'impresa. Il nuovo risk manager deve supportare le decisioni unendo tutto con un approccio olistico, tenendo fede al processo di risk managemet e, "nel momento della decisione, deve essere uomo, non computer", sottolinea Lampone.
Dichiara Carlo Cosimi:
"Questo congresso è stato una doppia sfida: una prima, di tipo logistico-organizzativo, ha coinvolto l'impegno tornare in presenza dopo il Covid. L'abbiamo vinta: i numeri sono stati da record nella storia di Anra, con 938 registrati al Convegno, 34 stand, 33 relatori. Una seconda sfida, quella della complessità del tema cui abbiamo voluto dare massimo rilievo nel Convegno 2022: la rivoluzione digitale".
Per il presidente Anra, la crescita della rete mondiale di comunicazione dati e la spinta dell’innovazione tecnologica in questi due primi decenni ha innescato molti processi: la progressiva ed esponenziale crescita della digitalizzazione delle aziende, la smaterializzazione degli archivi dei dati e delle informazioni, l’avvento di una dimensione social delle comunicazioni e delle relazioni. "Tutto ciò ha cambiato le abitudini di vita e gli stili di consumo, e ha consentito lo sviluppo di algoritmi e di applicazioni di intelligenza artificiale, significando per le società, le aziende, i singoli cittadini, nuove opportunità ma anche nuove minacce e rischi di cui tener conto".
La capacità di analisi e gestione dei dati richiederà una crescente diffusione di soluzioni di intelligenza artificiale che, di per sé, "non è né buona né cattiva, ma dipende dall’uso che se ne fa". Infatti, essa può presentare straordinarie opportunità, ma se mal concepita o utilizzata può anche determinare danni e disequilibri sociali. "Vi è dunque consapevolezza del fatto che l’IA può, se utilizzata in modo improprio, generare notevoli rischi, riconducibili all’interazione dei sistemi di IA con gli esseri umani e con altri sistemi di IA, nonché rischi sociali quando viene utilizzata per escludere o discriminare fasce sociali o minoranze, o per manipolazione dell’opinione pubblica fino ad arrivare all’utilizzo di scopi militari", conclude Cosimi.
L’eccezionalità di questa fase di transizione deriva anche dall'enorme accelerazione causata da molteplici, concomitanti, straordinari fattori di cambiamento, quali pandemia e conflitto fra Russia e Ucraina. Ancora Lampone:
"Siamo, ormai, in presenza di un'evoluzione con un'accelerazione fortissima, tale da non renderci più conto del cambiamento: la metro è senza conducente ad esempio, parliamo di ricerca spaziale con i robot, in pochi anni l’automotive ha fatto passi incredibili. Di tutto ciò non siamo più consapevoli, i cambiamenti sono stati assimilati; ciò che cambia ora è l’accelerazione, la ricerca, lo sviluppo. Tre fattori in particolare hanno spinto molto sull’accelerazione: la pandemia, la guerra, la decisione ormai globale di andare sempre più velocemente verso la transizione energetica. Sono questi i temi che comportano i maggiori investimenti nella ricerca e nello sviluppo, e un maggiore sforzo da parte delle imprese e delle istituzioni per adeguarsi al cambiamento, e spingerlo. Con lo smart working abbiamo sovvertito il modo di lavorare nel giro di due anni, è il cambiamento che ci deve appassionare, e con esso tutto ciò che ci porta a valutare, con nuovi obiettivi e con un nuovo spirito, l’analisi dei rischi e della prevenzione".
Il Covid ha insegnato ad affrontare una crisi sistemica che, dopo aver minato la salute delle persone e la tenuta dei sistemi sociali e sanitari, ha dipanato effetti considerevoli sull’economia globale, su imprese e consumatori, su istituzioni e cittadini. Il post-Covid sta evidenziando quanto il rebound economico sia composto da una metà illuminata – la crescita di fiducia, consumi e PIL – e da una metà decisamente più in ombra, dove si cumulano mismatch tra domanda e offerta (di beni, servizi e competenze), colli di bottiglia e discontinuità nella logistica e nei trasporti, spinte inflazionistiche.
Il conflitto in Ucraina ha determinato una fortissima destabilizzazione a livello internazionale, tanto che i Paesi dell’area euro-atlantica nel recente vertice NATO di Madrid hanno definito nuove strategie di difesa non solo verso la Russia stessa, ma anche verso la Cina: i repentini cambiamenti sul piano geopolitico e militare mostrano all’evidenza embarghi e sanzioni, shortage di materie prime e commodity energetiche, con nuove dinamiche inflattive di incerta durata.
In tali scenari trova pieno diritto di cittadinanza anche un altro fattore di cambiamento di crescente pressione, cioè quello determinato dagli obiettivi fissati per lo sviluppo sostenibile, i quali hanno una validità globale, riguardano e coinvolgono tutti i Paesi e le componenti della società, dalle imprese private al settore pubblico, dalla società civile agli operatori dell’informazione e della cultura.
Ecco perché è riconosciuta la complessità abnorme della transizione attuale, nella quale si afferma o sopravvive chi, modificando strategie e trasformando processi operativi, applica tecnologie di intelligenza artificiale con tempestività ed efficacia per affrontare le sfide imposte da cambiamenti talora insospettabili per rapidità e impatti. Un cambiamento pervasivo, che non potrà però sostituire l’apporto umano.
E di questo, Anra è consapevole.
Ed ecco perché, tra l'altro, il congresso è in presenza.
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