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Pietro Consagra: il colore come materia in mostra a Taormina

In occasione del centenario della nascita di Pietro Consagra, nato a Mazara del Vallo e morto a Milano nel 2005, il Teatro antico di Taormina da lunedì al 30 ottobre ospita la mostra “Pietro Consagra. Il colore come materia”, promossa da Regione Siciliana, Assessorato dei beni culturali e dell’identità siciliana e dal Parco archeologico Naxos Taormina.

In mostra opere realizzate da Consagra tra il 1964 e il 2003, in dialogo con le memorie del Teatro antico di Taormina e con il paesaggio circostante. La scultura da cui muove il percorso espositivo è “Piano sospeso bianco” del 1964, una rottura semantica netta realizzata dall’artista siciliano nella sua carriera, dirompente rispetto alle opere precedenti: l’opera è sospesa su una delle due pàrodoi del teatro, frontale alla cavea e agli spettatori. Attraverso la poetica della frontalità, Consagra ha infatti instaurato le condizioni di un dialogo immediato, con un osservatore libero e a sua volta reattivo, creando le premesse dell’arte “partecipata”. Quest’opera appartiene allo stesso momento di svolta dei “Giardini” e dei “Ferri” trasparenti del 1964-66, opere monocrome, che si incurvano, si frammentano e si gonfiano come sul punto di levitare, ponendosi agli occhi dello spettatore come oggetti sensitivi mobili dalla doppia frontalità, in un allentamento liberatorio della tensione morale. Come sarà possibile vedere in mostra anche con il “Giardino bianco” del 1966 il colore assume, a partire da questo momento, una tale intensità e uniformità da cancellare il materiale da cui è invisibilmente supportato, esprimendo la nuova apertura di Consagra a una felicità individuale. Nuove dinamiche dello sguardo e del corpo saranno attivate anche dal “Matacubo”, scultura dalle forme tondeggianti e sensuali che attirerà il visitatore a sedersi sopra. In dialetto siciliano il termine definisce oggetti molto compatti e spesso ingombranti, ma viene utilizzata dall’artista come termine “paradossale” per indicare opere ludiche, realizzate in marmo e in ferro dipinto, proposte in alternativa alle panchine, costituite comunemente da rigide sbarre di ferro e legno, considerate dall’artista “repressive”.

Sin dall’inizio del suo percorso artistico, Consagra ha risposto al mutare dei tempi rinnovando quasi ogni decennio la sua scultura. Come afferma in “Vita mia” del 1980, “Volevo riportare sulla materia il rapporto che avevo con la società, un risentimento politico per come le cose andavano e nello stesso tempo dispormi necessario coerente, giustificato”. Per questo la sua scultura non si è mostrata isolata in sé stessa ma è entrata nello spazio sociale e civile, trasmettendo un pensiero autonomo e autentico.

La mostra nel complesso monumentale del Teatro antico di Taormina sarà una sintesi rappresentativa dell’incessante ricerca di Pietro Consagra di tecniche, materie e colori espressivi che hanno dato vita a opere volte a suscitare un senso di libertà e un impulso a interrogarci sugli accadimenti contemporanei.

Un sentimento profondo ha legato Consagra alla Sicilia, terra natale ferita, che ha trovato compimento nella ricostruzione della nuova Gibellina dopo il terremoto del 1968, così come è emerso nella mostra a Palazzo Steri di Palermo del 1991 dedicata al colore come materia spirituale, energia vitale sia in scultura che in pittura. Con la sua opera, il suo pensiero e i suoi scritti, l’artista rappresenta la metafora di un’identità che si può ricondurre alle origini mediterranee ma è soprattutto la sua rivoluzionaria concezione dell’opera nello spazio a aver aperto la strada alle nuove generazioni di scultori come Kounellis e altri. E l’opera di Consagra continua ad essere un messaggio di speranza perché proprio oggi l’arte sia nuovamente “la salvezza della spiritualità collettiva e della fiducia in crisi”.

Ad accompagnare la mostra è in programma a settembre un festival dedicato ai tre grandi Maestri della letteratura siciliana del Novecento – Gesualdo Bufalino, Leonardo Sciascia e Vincenzo Consolo - in occasione dei loro anniversari a cavallo tra 2020 e 2022, per celebrare la loro eredità ma anche i rapporti fecondi che ebbero con le altre arti come la fotografia, il cinema, la musica, le arti visive.

 

Foto introduttiva: Pietro Consagra, “Ferro rosso”, (ferro dipinto, 2003), 121,5 x 88 x 1 cm., collezione privata, Milano. Fotografia di Fabrizio Villa © Pietro Consagra, by SIAE 2021

Tags: cultura arte teatro Sicilia Maggio 2021

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