L'ITALIANO COSTA D'ORO: OLIO TRACCIATO E CERTIFICATO
L’azienda olearia spoletina Costa d’Oro quest’anno attende la serata d’apertura del festival di Sanremo. Come mai, ci si domanderà... per la canzone italiana forse? No, per un prodotto altrettanto italiano. Il 4 febbraio viene infatti presentato il nuovo olio extravergine tracciabile e dalla filiera certificata, e che porta l’inequivocabile nome “Italiano”, con uno spot dell’agenzia Armando Testa a regia di Federico Brugia; la pianificazione è prevista dal 4 all’8 febbraio su Rai 1 con due passaggi a serata durante il festival, per poi proseguire per tutto febbraio 2020 sulle reti tv italiane, per un investimento complessivo di 2,6 milioni di euro.
L’intera tracciabilità, certificata ISO 22005, è garantita da rigidi controlli sulla qualità lungo tutto il processo produttivo, anche grazie a sistemi gestionali automatizzati applicati in tutte le sue fasi, con tanto di geolocalizzazione dei frantoi in base al lotto di produzione: tutto possibile inquadrando il QR code posto sull’etichetta, fino a vedere il luogo stesso grazie a Google Streetview. Di proprietà di Avril, terzo gruppo mondiale di olio di oliva, l’azienda fondata dalle famiglie Sabatini e Santirosi ha annunciato infatti l’arrivo sul mercato del primo olio extravergine di oliva 100% made in Italy Costa d’Oro, realizzato esclusivamente con olive coltivate e frante in Italia e tracciabile in tutti i suoi parametri: periodo di raccolta delle olive, periodo di molitura, provincia di produzione delle cultivar, frantoi. Già in vendita nei supermercati a un prezzo di 6.99 euro a bottiglia, il nuovo olio 100% italiano Costa d’Oro (insieme al “Grezzo”) fa di trasparenza e selezione degli olivicoltori i punti di forza, con oltre 50 frantoi in 7 regioni (il 73% in Puglia e il restante tra Sicilia, Calabria, Basilicata e Umbria) su un totale di circa quattromila ettari coltivati per una produzione 2019-2020 pari a ventimila ettolitri principalmente di Coratina, Ogliarola, Carolea e Leccino. Ai fornitori selezionati attraverso audit annuali certificati da DNV si aggiungeranno presto mediante contratti di filiera anche le organizzazioni di produttori delle principali associazioni di categoria nazionali Unaprol e Italia Olivicola.
Il tema dell’italianità come brand del resto era già piuttosto evidente con il rinnovo della sponsorship con la FIGC per il quadriennio 2019-2022 quale official partner della Nazionale italiana di calcio e olio ufficiale degli Azzurri: Costa d’Oro li accompagnerà alle gare di qualificazione per gli Europei 2020 e per i Mondiali 2022, agli incontri amichevoli, e a Casa Azzurri Italia.
Olivier Delamea, presidente di Costa d’Oro e direttore generale “oli & condimenti” del Gruppo Avril, ha sottolineato l’intento di rendere il marchio Costa d’Oro un riferimento globale nell’olio d’oliva di alta qualità combinando innovazione, tracciabilità e un’origine naturale, soprattutto con riferimento a Brasile, Cina e Russia: un percorso iniziato già un anno fa con il lancio in Francia di tre prodotti del marchio, tra cui un olio 100% italiano, che ugualmente offre tracciabilità completa ai consumatori, accessibile tramite un codice QR; inoltre, diventare biologici: uno dei trend più notevoli e trainanti, tanto che in Francia il Gruppo ha accelerato lo sviluppo degli oli e condimenti biologici con i marchi Lesieur, Puget e Costa d’Oro. Infine, lo sviluppo di un settore oleario sostenibile, in linea con il modello perseguito sin dall’inizio.
Sul fronte degli investimenti produttivi, Costa d'Oro ha fatto proprio lo spirito e le radici fondanti del Gruppo Avril, la cui base è rappresentata dai produttori di semi oleaginosi in quanto fondato nel 1983 su loro iniziativa per garantire sbocchi permanenti alle produzioni francesi: Avril è infatti ora il protagonista industriale e finanziario delle filiere degli oli e delle proteine. Costa d'Oro e Avril pertanto stanno valutando in maniera fattiva la possibilità di un’integrazione in filiere già esistenti o la creazione di filiere ad hoc: in proposito, sono già in corso trattative in Toscana e in Sud Italia, prevalentemente Basilicata e Puglia, per l’acquisto o l’affitto di terreni in parte già piantati e da piantare per avviare la produzione di tipo intensivo (600-800 piante per ettaro) per produrre un’ottima qualità a prezzi competitivi con l’obiettivo di arrivare almeno a 1.000 ettari.
Con un fatturato netto complessivo 2018 di 156,8 milioni di euro (+9,6% sul 2017) e oltre 40,5 milioni di litri prodotti, tra marchi propri, private label e sfuso, Costa d’Oro è tra i primi tre player nazionali di olio di oliva nella gdo. Dopo l’acquisizione da parte della multinazionale Avril a maggio 2018, l’azienda umbra è entrata a far parte del terzo gruppo mondiale dell’olio di oliva (7 miliardi di euro di giro d’affari) ma l’organizzazione e il management sono rimasti italiani. I marchi propri dell’azienda valgono 86,6 milioni di euro ed esprimono il 55,2% del fatturato totale; i segmenti più performanti sono “Grezzo” ed “Extra” che assieme rappresentano il 63% del fatturato dei marchi aziendali, con “Grezzo” che nel 2018 ha registrato un aumento nelle vendite di più del 17,3% in valore ed “Extra” che rimane il più venduto (9,7 milioni di litri) per un fatturato netto di 40,8 milioni di euro. L’acquisizione da parte di Avril ha di molto implementato l’export dell’azienda che vale il 45% del fatturato, permettendole di ampliare le vendite in 80 Paesi e al contempo di aprirsi a nuovi mercati.
Secondo i dati Nielsen dei primi nove mesi del 2019, l’azienda si conferma al terzo posto tra i brand ma l’unico tra i top ad aver diminuito di 3,2 punti percentuali la pressione delle vendite promozionali, che aumentano per tutti gli altri competitor. In particolare Costa d’Oro risulta leader (18,9% del mercato a volume) del segmento extravergine biologico, che cresce del 9,9%. Anche nel non filtrato il marchio risulta più in alto nel podio, con il 36,8% del mercato di un segmento che pesa il 6,5% del totale extravergine. Complessivamente secondo Nielsen il mercato dell’olio di oliva venduto nel canale retail a ottobre 2019 risulta in aumento del 2,6% sull’anno precedente a volume (si sfonda il tetto dei 190 milioni di litri) e in calo del 4,5% a valore (circa 876 milioni di euro). Il segmento dell’extravergine cresce invece del 4,5% a volume, arrivando a pesare il 32,8% sul totale dell’olio d’oliva.
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