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Redoro, un’azienda di oli (e non solo) made in Italy

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Olio prima di tutto, con i frantoi veronesi. Ma anche vino, cosmesi, didattica e l’invenzione dell’ecotrappola, un sistema di rilevazione ed una telecamera che monitora gli alberi attraverso cui è possibile conoscere in tempo reale che cosa sta accadendo alle piante di olivo

Tempo di olio nuovo. A dieci anni dalla prima edizione torna Prime Olive 2017, l’evento che segna l’apertura  della raccolta delle olive e  della spremitura, con l’assaggio dell’olio nuovo. Redoro, produttore d’eccellenza dell’olio evo biologico, apre le porte dei frantoi per condividere i segreti dell’arte olearia, affinché non vengano perduti quei valori che rendono questo prodotto unico e inconfondibile, per qualità e proprietà salutistiche. «Nonostante l’andamento generale della raccolta di quest’anno non sia molto positiva, soprattutto in termini di resa, abbiamo buone premesse per assicurare la qualità del nostro olio. Per noi l’inizio della raccolta delle olive è un momento importante, una festa che simboleggia il ringraziamento per l’annata, che culmina con l’apertura dei nostri frantoi», commenta Daniele Salvagno, commerciale dell’azienda.
Redoro fonda le proprie radici nel lontano 1895, quando Regina ed Isidoro, da cui l’azienda trae il nome, iniziano la loro attività come olivicoltori a Grezzana, in provincia di Verona e nel cuore della Valpantena, con l’installazione del primo impianto per la spremitura. La passione per la coltivazione e la produzione di olio extravergine di oliva, tramandata di generazione in generazione, cresce progressivamente, tanto che da azienda locale a conduzione familiare diventa, nella metà degli anni 90, una realtà di ampio respiro nazionale ed internazionale. Oggi Redoro registra un fatturato che supera i 12 milioni di euro ed una crescita complessiva del 15 per cento grazie a mercati internazionali quali il Giappone, il Nord America e il Nord Europa, i Paesi scandinavi, il Belgio, l’Olanda.
Agli albori dell’espansione aziendale viene acquisito un secondo antico frantoio a Mezzane di Sotto, una zona collinare particolarmente vocata per la coltivazione degli olivi, già di proprietà del conte Giulio Liorsi. Qui ancora oggi l’antica mola, alimentata dalla spinta dell’acqua del Rio Dugal, mette in movimento l’antico frantoio, dando vita ad un processo di lavorazione che si avvale delle originali macine a pietra; a differenza del frantoio di Grezzana, moderno e tecnologico, che vanta un ciclo di imbottigliamento e imballaggio tra i più all’avanguardia. Quindi, un’altra sede si aggiunge vicino al Lago di Garda per la produzione esclusiva dell’olio extravergine di oliva Garda DOP.
L’azienda è una realtà artigianale, che ha come punto di forza la vicinanza dei frantoi al cuore della produzione: questo garantisce una produzione d’eccellenza che qualifica ulteriormente il Made in Italy in tutto il mondo. La famiglia Salvagno è proprietaria di frantoi nelle colline veronesi fin dal tardo Ottocento. La società è stata guidata da Mario Salvagno, ed ora dai figli: Daniele, presidente di Redoro Frantoi Veneti di Grezzana, confermato presidente del Consorzio Olio Veneto Dop, e Lorenzo, che svolge il ruolo di responsabile di produzione (che ha inventato l’eco-trappola: grazie ad un sistema di rilevazione ed una telecamera che monitora gli alberi è possibile conoscere in tempo reale che cosa sta accadendo alle piante di olivo), affiancati dalle sorelle Valeria e Paola responsabili dell’amministrazione e del settore didattico. Attualmente il nome Salvagno indica un noto frantoio per olive.
Terreni collinari calcarei particolarmente vocati all’olivocultura, ad un’altezza tra i 250 e i 450 metri sul livello del mare, un clima mediterraneo con temperature miti e l’assenza di nebbie, ventilato e privo di ristagni di umidità, caratterizzano la produzione dell’olio Redoro. Per garantire l’eccellenza, tutta la coltivazione degli olivi Redoro segue il metodo dell’agricoltura biologica certificata ICEA con una raccolta a mano per mezzo di pettini su grandi reti, come insegna la tradizione locale. «L’olio è buono non perché lo diciamo noi, ma perché lo facciamo certificare», dichiara Daniele Salvagno.
L’azienda lavora con i propri impianti complessivamente ogni anno più di 30 mila quintali di olive ed è operativa a pieno regime da ottobre a dicembre, periodo in cui esse subiscono il naturale processo di invaiatura, ovvero il viraggio dal verde intenso ad una colorazione finale che varia, in base alla cultivar, dal rosso porpora al nero. Un migliaio di produttori delle valli limitrofe conferiscono in giornata la loro migliore produzione al frantoio e viene garantita la molitura entro 12/24 ore con un processo di lavorazione tecnologico e all’avanguardia. La temperatura è mantenuta a valori bassissimi, non supera i 27 gradi, al fine di conservare inalterate le caratteristiche dell’olio quali fragranza, colore e sapore, per garantire la qualità di una spremitura a freddo. Il processo di lavorazione delle olive Redoro conta di semplici passaggi per mantenere inalterati sapori, aromi e caratteristiche anche varietali. Gli oli Redoro sono «blend», ovvero realizzati dall’assemblaggio di diverse cultivar che ne conferiscono il profumo: le Dop, il bio, l’integrale e l’extravergine 100 per cento italiano.
L’attenzione per la conservazione dell’olio e delle sue proprietà organolettiche, durante l’imbottigliamento e la distribuzione del prodotto, è di primaria importanza nella filosofia dell’azienda Redoro. La particolarità che caratterizza ed accomuna tutti gli oli dell’azienda veronese è la bottiglia originale registrata e brevettata a marchio Redoro, funzionale e comoda nell’utilizzo, grazie al manico che rende più agevole l’impugnatura. La qualità dell’olio viene preservata dal vetro scuro anti-ultravioletti, progettato per evitare l’ossidazione e l’esposizione alla luce del contenuto. Grazie all’imbottigliamento sotto azoto, la confezione preserva i profumi dell’olio ed evita il contatto con l’ossigeno per scongiurare i processi di ossidazione. Si aggiunge l’inserimento del tappo anti-rabbocco, studiato per far uscire la giusta quantità di olio, evitare sprechi e garantire il rispetto della normativa vigente del 30 ottobre 2014.
La cura della qualità dell’olio si unisce a un’attenzione particolare per il rispetto dell’ambiente. Impegnandosi a garantire che dallo scarto della sansa e del nocciolino prodotti durante la lavorazione nulla vada perduto, Redoro pone un occhio di riguardo nei confronti della sostenibilità e dell’utilizzo di energia pulita. Una produzione virtuosa che usufruisce di tutte le qualità dell’oliva anche grazie all’utilizzo di alte tecnologie innovative ed ecosostenibili, che garantiscono una riduzione di emissioni di CO2 in fase produttiva e un basso impatto ambientale.
Recentemente la società si è impegnata a stanziare 100 mila dollari in un progetto in tre anni, al fine di sostenere stage ideati per gli studenti di italiano della Prospect High School di Chicago. L’obiettivo è garantire autentiche esperienze sul campo ed eseguire ricerche che sostengano la promozione dei prodotti Redoro negli Usa. Iniziative culturali coinvolgono bambini e famiglie in percorsi di approfondimento sul mondo dell’olio, visite didattiche studiate ad hoc consentono di sperimentare le varie fasi di lavoro in frantoio attraverso un approccio personalizzato e privilegiato che pone l’attenzione sugli aspetti naturalistici e sperimentali e sulle tematiche legate alla cultura e alla riscoperta dei prodotti veronesi, con attenzione alla tecnologia di estrazione e trasformazione.
Non solo olio di altissima qualità: la famiglia si dedica anche al settore vitivinicolo. La cantina La Fontanina si trova fra le suggestive colline della Valpantena, dove Daniele Salvagno si dedica alla produzione di Amarone Bio e di Valpolicella Bio DOCG di qualità biologica e vegana. «La nostra volontà è dar vita ad un prodotto speciale che tuteli le peculiarità del territorio veronese, perfetto per produrre vini naturali e ricchi di personalità. Una piccola produzione che ci sta regalando molte soddisfazioni», dichiara il presidente.
C’è anche una linea dedicata alla cosmesi: creme per il corpo, shampoo-doccia, labbra, dopobarba. Molteplici sono le proprietà nutrizionali e curative dell’olio extravergine di oliva nel campo della bellezza: ricco di polifenoli, carotenoidi e di vitamina E, l’olio è coadiuvante per il mantenimento della pelle, in grado di armonizzare il naturale equilibrio fisiologico del corpo, favorendo l’idratazione.    

Veneto premiato
«Oscar Green», premio di Coldiretti Giovani Impresa volto a valorizzare il lavoro di giovani che hanno scelto per il proprio futuro l’agricoltura, ha premiato sei vincitori alla presenza di imprenditori agricoli di successo come Caterina e Silvia Allegrini dell’omonima cantina, il presidente del Consorzio Pinot Grigio Doc delle Venezie Albino Armani, l’olivicoltore e presidente di FederDop Olio Daniele Salvagno.
A Belluno, per la categoria «Campagna Amica», vince l’azienda agricola di Rino Bernard che, nel piccolo paese alle pendici del Nevegal, raccoglie mirtilli, fragole, more, ribes, lamponi, uva spina e sambuco; li spreme, pastorizza, imbottiglia e distribuisce con una rete di agenti e attraverso i distributori automatici.
Padovana la vincitrice della categoria «Agri You», Sara Migliorini della società agricola Rio per l’impegno nel promuovere concerti e composizioni melodiche nell’orto biologico o in giardino, un’orchestra spontanea con animazione, canti e balli che fanno dei visitatori una vera comunità.
Anche la categoria «Fare Rete» è appannaggio di un padovano, Andrea Barbetta di MeloVita, con il melograno «ready to eat» lanciato dalla startup veneta messa su con altri fondatori per coltivare dieci ettari piantati tra le province di Padova e Vicenza, includendo un laboratorio ospitato nell’acceleratore d’impresa H-Farm a Cà Tron di Roncade.
Sempre a Padova, Luigi e Silvia Girotto vincono il premio per la categoria «Crea Azienda» con una linea cosmetica di rose, fiordalisi, gigli e iris.
Va a Treviso, alla Bottega italiana di Castelfranco Veneto di Arianna Frison, il premio per la categoria «Impresa 2.Terra». 
Ed è veronese la vittoria della categoria «We Green»: Valentina Tomezzoli, di Tomsland S.S., l’azienda di famiglia produttrice di Vialone Nano Igp biologico.

Tags: agricoltura made in italy agroalimentare Ottobre 2017 Redoro olio olive Veneto via col Veneto

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