La personalizzazione porta valore nella rivoluzione digitale
Ma cosa sono disposto a pagare? La copia digitale del quotidiano? Non penso proprio, a meno che io abbia un’offerta informativa disegnata su misura sui miei interessi. Avrei bisogno di un servizio iper personalizzato che mi fornisca informazioni veramente utili per il mio business, per i miei hobby, per la mia salute, per gli eventi a cui vorrei partecipare
Mi sveglio e controllo Facebook. Leggo le ultime sul quotidiano on line. Chiamo il taxi con l’app. Decido dove andare a cena con le recensioni on line. Prenoto on line albergo e viaggio per il weekend. Uso WhatsApp per mandare un messaggio e anche per fare una telefonata. Prima di uscire controllo il traffico per strada via app. Scelgo, prenoto e pago i posti al cinema on line. Devo andare a Madrid e recupero info su un club storico su Wikipedia per cenare. Consulto il conto corrente e verifico movimenti e saldo on line. Controllo il meteo web per vedere se piove in campagna. Faccio foto e condivido senza andare più dal fotografo. Mando allegato in pdf via mail e non per posta. Faccio esercitazioni a voce per imparare lo spagnolo via app. Vedo un servizio via YouTube e uso la tv sempre di meno. Faccio una camminata veloce e controllo le pulsazioni cardiache e le calorie consumate con l’app ad hoc etc...
Per tutti questi servizi pago un abbonamento mensile per l’accesso alla rete, stop, tutto il resto è gratis. E quindi come ovvia conseguenza nessuna sorpresa se i giornali e le tv generaliste vanno in crisi, le agenzie di viaggi chiudono, i cassieri e gli sportellisti vengono licenziati, i call center si riducono, le biblioteche tradizionali non vendono più da tempo, i negozi di fotografia chiudono, i servizi tradizionali di posta crollano, le aziende di telecomunicazioni vedono i loro ricavi calare drasticamente...
Siamo abituati a non pagare tutti questi servizi che oggi sono considerati gratis sempre e a prescindere, lo consideriamo cosa assolutamente normale. Ma allora come fare business oltre a vendere gli spazi pubblicitari on line, cosa peraltro molto profittevole? Penso che mai come in questa fase storica di pura disintermediazione la parola d’ordine sia «personalizzazione per dare valore a me individuo», mentre oggi sono sommerso da un volume enorme di informazioni quasi sempre inutili.
Ma cosa sono disposto io a pagare? La copia digitale del quotidiano? Non penso proprio, a meno che io abbia un’offerta informativa disegnata su misura come un sarto sui miei interessi. A oggi sono ancora disposto a subire il fastidio delle pubblicità che compaiono all’improvviso sul video pur di non pagare e leggere i principali titoli. Avrei bisogno invece di un servizio iper personalizzato che mi fornisca informazioni veramente utili per il mio business, per i miei hobby, per la mia salute, per gli eventi a cui vorrei partecipare.
Se avessi un’offerta informativa calibrata, non invasiva che mi desse l’informazione giusta al momento giusto sarei disposto anche a pagare un abbonamento. Oggi i fornitori di servizi recuperano i miei dati in modo più o meno lecito e in modo a me trasparente, poi con una modalità «push» direi abbastanza rozza mi propongono prodotti e servizi che erroneamente pensano siano di mio interesse. I fornitori dei servizi che ho elencato sopra dovrebbero fare un enorme lavoro di micro profilazione (possibilmente senza invadere la mia privacy) integrando dati storici e contestuali e propormi un portafoglio di offerta che in una modalità «pull» potrei scegliere e per il quale sarei anche disposto a pagare una «fee» di importo pari al valore che attribuisco ad avere quelle informazioni in quello specifico momento.
La personalizzazione del servizio e la differenziazione dei prodotti è la chiave di volta per proporre cose utili, farle arrivare dove e quando servono, e se sono veramente utili si usano e se si usano si è disposti a pagare questo «servizio a domicilio digitale». Tanti nuovi posti di lavoro possono nascere nella rivoluzione digitale attorno al «servizio a domicilio digitale», esperti di dati, esperti di marketing digitale e di domanda latente, esperti di comunicazione digitale, informatici, statistici. Ma come riuscire a fornire questo servizio a domicilio in modo efficace ?
Oltre alle analisi dei dati disponibili on line l’uovo di Colombo a mio modesto avviso consiste banalmente nel chiedere direttamente ai potenziali clienti quali sono i settori di interesse, quali le informazioni, con quale frequenza e su quale dispositivo. Spesso basta chiedere... nessuna risposta si può dare ad una domanda mai posta.
Tags: digitalizzazione Giugno 2017 Fabrizio Padua pillole digitali digital transformation social digital