economia e cultura nel «bosco didattico» di azzurra benedetti
Più di cinquecento persone hanno festeggiato, lo scorso mese, l’inaugurazione del Bosco Didattico di Sant’Egidio, primo finora in Italia, sul Monte Cimino, alla presenza di una folla di amanti della natura, della Banda Municipale di Soriano e dei Ragazzi Sbandieratori del Rione Trinità. L’iniziativa è stata ideata e voluta da Azzurra Benedetti, presidente dell’Associazione non profit GEA, ossia Gestione ed Educazione Ambientale, che già nella denominazione indica le sue ambiziose mete. Tra esse quella di gestire una delle ultime foreste d’Italia, il cui nucleo monumentale risale all’antica Roma, e che ora è diventata un museo vivente della natura, finalizzato all’educazione dei giovani che possono così conoscerlo e apprezzarlo. Il Bosco è costituito da una proprietà privata che è stata aperta ad un pubblico di studenti di tutte le età, ai quali saranno offerte visite guidate lungo percorsi accuratamente studiati e laboriosamente predisposti, in una cornice di fascino selvaggio ma anche di assoluta sicurezza.
Quasi due anni di intenso lavoro sono stati necessari per organizzare quattro chilometri di sentieri attrezzati, per gli escursionisti di tutte le età, con terrazze belvedere da cui poter ammirare dall’alto Soriano, funzionanti da aule all’aperto nelle quali ascoltare le lezioni dentro il bosco; un laboratorio, quindi, di biologia accuratamente attrezzato e dotato naturalmente dell’antichissima Chiesa della Trinità. Chiesa situata al culmine dei sentieri più impegnativi, ove la famiglia Benedetti ha eretto un mausoleo di cento tonnellate di marmo, perfetta riproduzione della Barca Imperiale di Cixi, la grande regina cinese che sfidò l’Europa e che salvò il proprio Paese agli albori del Novecento.
Nel Bosco didattico è presente, inoltre, la ricostruzione di una millenaria abbazia benedettina, riedificata con le sue stesse pietre, tagliate dalle mani dei monaci medioevali e oggi riusate nella Sala delle conferenze, ove gli studenti potranno assistere all’illustrazione dei cicli di riproduzione della natura, conoscerne le leggi, seguirne l’evoluzione e goderne la visione in tutte le sue fasi: la nascita, crescita, decadenza, estinzione di stami e pistilli dei fiori, che potranno analizzare con i microscopi; il «fuoco pietrificato» della falesia vulcanica, che potranno scalare grazie ad ardite strutture lignee erette con criteri di rigorosa protezione, come la «Sedia del Papa» che domina la Valle del Tevere, oppure il «Sasso del Beato Lupo» ove uno stilita visse anni di stoico isolamento.
Per non parlare delle impressionanti Caverne nelle quali le pietre parlano a chi sa interrogarle, e narrano storie di briganti, come la «Grotta dei Masnadieri» al culmine dell’omonima scala di 220 gradini in pietra, o la «Grotta delle Bandite» che dà il nome al torrente dell’Acqua Vergine che scaturisce dalle rocce tutto l’anno, e che può essere tranquillamente bevuta per la sua cristallina purezza. I ragazzi saranno affascinati dalla sacralità dei ruderi monacali semisepolti nel fango, e su cui sono cresciuti alberi secolari, e si incuriosiranno delle leggende dei tesori ancora nascosti in catacombe sotterranee, di cui è in corso l’esplorazione. Ma non mancheranno di scrutare il groviglio di una vegetazione fittissima che a tratti sembra una giungla amazzonica, ed ospita animali di ogni tipo: volpi, conigli, gufi, scoiattoli, istrici e tassi visibili soprattutto di notte, e sui quali le videocamere realizzano film emozionanti.
Tutto questo per Azzurra Benedetti è stato un sogno meraviglioso ormai trasformato in realtà. «È già un traguardo–ha detto Azzurra nel discorso d’inaugurazione–, e raggiungere questo obiettivo è stato per me già un successo. Oggi ricomincia la corsa verso un nuovo traguardo, per raggiungere il quale faccio appello ai ragazzi di tutte le età per avvicinarli alla conoscenza e dunque al rispetto del mondo naturale, rendendo questi magnifici boschi fruibili a chi è appassionato della natura, a chi ama passeggiare all’aria aperta, a chi studia l’ambiente. Ed è proprio questo l’obbiettivo della GEA: stimolare i ragazzi, le nuove generazioni, ad avere una maggiore consapevolezza delle molte risorse che la natura, e in questo caso i nostri boschi, possono offrire».
Ed ha così continuato: «Io sono cresciuta in questi boschi curati e mantenuti intatti dalla mia famiglia da molti anni; gli studi universitari mi hanno consentito di approfondire la conoscenza del mondo naturale del Monte Cimino, ed oggi sono alla base della mia principale professione. Ma ogni volta che cammino all’interno della mia tenuta Sant’Egidio, riesco sempre ad emozionarmi alla vista di questo affascinante e indescrivibili ambiente, dei colori, suoni, odori del bosco. È quello che invito tutti a fare, abbandonando pensieri e preoccupazioni, rilassandosi, dimenticando la frenesia della città, camminando lungo i sentieri, immergendosi completamente nella natura, usando tutti i sensi»
E così Azzurra Benedetti ha concluso, dinanzi ad un pubblico entusiasta: «Desidero che questo bosco diventi un rifugio, un’oasi di tranquillità, lontano dalla città, per rigenerarci e recuperare quei valori eterni della natura la cui nostalgia vibra nell’interno di tutti noi».
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