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10 anni al servizio del mercato tra «riforme elettriche, efficienza ed equita'»

Paolo Vigevano, presidente e amministratore delegato di AU

Acquirente Unico dopo dieci anni di attività, per fare il punto sul valore per il settore generato dalla società nel corso di questi due lustri, ha chiesto a protagonisti, studiosi ed esperti del settore, italiani e stranieri, di esprimere il loro punto di vista sul ruolo della società. Ne è risultato un volume di taglio fortemente scientifico, dal titolo «Riforme elettriche: tra efficienza ed equità», per la casa editrice Il Mulino, che inquadra la prospettiva futura di AU alla luce dell’evoluzione del suo ruolo e delle sue funzioni nel corso di questi dieci anni.
Domanda. Paolo Vigevano, presidente e amministratore delegato di AU: di solito per i decennali si organizza un convegno. Voi pubblicate un volume scientifico di quasi 600 pagine.
Risposta. Certamente è inusuale, ma io perseguo testardamente l’idea che tutto quello che fa una società pubblica deve essere all’insegna dell’operatività. Anche un brindisi ha la propria importanza, perché rinnova i vincoli tra chi lavora ad un progetto e la determinazione a fare sempre meglio. Ma è solo una convenzione dire che questo volume celebra i dieci anni di attività di AU. Quello che abbiamo voluto, invece, è stato valorizzare il patrimonio che in questi dieci anni abbiamo costruito. Per fare questo abbiamo esaminato scientificamente l’attività di AU, coinvolgendo nell’analisi i giuristi, gli economisti e i protagonisti a vario titolo di questi anni, per chiedere poi a tutti di esprimere la propria posizione sul futuro del ruolo di AU. Come sempre, vogliamo generare riflessioni e animare il dibattito sui temi a noi vicini, sui possibili cambiamenti di scenario dell’assetto energetico italiano ed europeo, oltre che, naturalmente, sul ruolo dell’AU e di tutti gli attori del mercato.
D. L’AU esiste da più di 10 anni, perché oggi questo decennale?
R. Si intendono i dieci anni di attività, di azione sul campo, da quando l’azienda che attualmente conduco è entrata a regime, prima con il solo di acquisto di energia per l’allora mercato vincolato, dopo con il crescere della attività fino ad arrivare, oggi, ad essere una vera è propria holding di servizi. Direi, perciò, che si sono voluti festeggiare i dieci anni in «prima linea».
D. Come è strutturato il volume?
R. In due parti: la prima è articolata in tre sezioni e analizza le riforme in una dimensione europea; la seconda riguarda la specificità del mercato elettrico italiano.
D. Ovviamente è impossibile condensare un volume in poche righe, ma quali sono per lei i punti qualificanti?
R. La definizione dell’indice è stata una delle operazioni più delicate che abbiamo compiuto con il professor Alberto Clò, che con la sua Rie, «Ricerche industriali ed energetiche», è il curatore del volume. Gli argomenti trattati sono molti non per bulimia: quando si va ad esaminare l’attività di AU, ci si accorge che per collocarla nel percorso di liberalizzazione iniziato quindici anni fa si finisce per toccare tutti i gangli del nostro settore. Troviamo quindi un’analisi sul processo di liberalizzazione e i suoi effetti tanto per i consumatori che per l’industria energetica; sul percorso di integrazione dei mercati europei; sulle diverse possibilità, e sulle modalità poi concretamente attuate, di promuovere investimenti di lungo periodo. Ricordiamo infatti che la liberalizzazione, e anche il ruolo di AU, affondano le proprie radici in una difficoltà continentale a fare gli investimenti necessari a garantire sicurezza, competitività, e poi anche sostenibilità ambientale al comparto.
D. In pratica sta descrivendo una storia del settore elettrico dell’ultima decade?
R. Non tanto una storia, ma un’analisi del modo in cui il percorso iniziato nel 1999 si è poi dispiegato. Ci si è occupati da varie angolature delle ripercussioni dei meccanismi concorrenziali sui consumatori e di come garantirne l’integrazione con il mantenimento di condizioni di universalità, accessibilità e qualità del servizio elettrico, che sono alla base del benessere sociale. Era un obiettivo delle prime direttive energetiche e ogni Paese l’ha perseguito in maniera diversa. In Italia, l’abbiamo fatto anche attraverso AU. Tutto ciò mantenendo sempre una domanda: dove andiamo adesso?
D. Chiedersi sempre dove andiamo, lei dice. È una domanda cui però pare impossibile rispondere, in una situazione di incertezza come quella che viviamo nel settore elettrico: crisi della domanda, sovraccapacità produttiva, mutato scenario alla produzione con l’arrivo massiccio delle rinnovabili, il tutto inquadrato in un rallentamento dell’economia mondiale.
R. Certo, è difficile ma è fondamentale chiedersi dove si sta andando, se ha ancora senso leggere la realtà di oggi con chiavi di lettura che andavano bene ieri e che cosa ci aspetta dietro fenomeni che oggi appaiono minimali. Per questo una particolare attenzione è dedicata al tema di come devono, e quanto, cambiare le nostre infrastrutture, nonché allo sviluppo delle «smart grids» (le reti intelligenti che coniugano l’impiego di tecnologie tradizionali con soluzioni digitali e rendono la gestione della rete elettrica più flessibile, ndr). Inoltre vengono tratteggiate possibili evoluzioni della struttura dei mercati e dei ruoli via via diversi che potremo aspettarci. Sia da parte dei consumatori, che riteniamo diventeranno più evoluti, ossia dei «prosumer», come si suol dire, sia degli operatori, che probabilmente svolgeranno attività molto più diversificate di quelle attuali. E uno spazio è naturalmente dedicato ai nuovi strumenti di intervento pubblico necessari in questo scenario di cambiamento.
D. Nel volume è esaminato il ruolo di AU o è rappresentato sempre come una parte dello schema?
R. Non ci siamo sottratti ad un’analisi, storicamente inquadrata, della nostra azione, del nostro sviluppo e delle nostre prospettive. L’evoluzione del ruolo e delle competenze di AU sono descritte alla luce dell’attuale modello organizzativo di mercato, mantenendo sempre al centro della visuale la nostra mission, che è quella di «accompagnare» il mercato verso la completa liberalizzazione e aiutare il consumatore a comprendere e pesare i reali benefici derivanti da questo processo. Nello stesso tempo viene approfondita e valutata l’importanza di quanto è stato fatto dall’AU, in termini di servizi per il settore e in favore del consumatore.
D. Siete andati volutamente a mettervi sotto esame. Considerazioni?
R. Come dicevo, questo non è un volume autocelebrativo. Il taglio scientifico dell’iniziativa ha garantito agli autori contattati di potersi esprimere in totale autonomia (e in maniera gratuita, se si escludono alcuni costi vivi, come le traduzioni). Posso dire però con soddisfazione che qualche autore ha voluto esprimere un mutamento della propria posizione sul nostro ruolo, sul quale aveva molti più dubbi dieci anni fa di quanti non ne abbia adesso. E anche dalle valutazioni più «critiche» deduciamo la necessità di qualche aggiustamento di tiro, non certo l’opportunità di capovolgere il sistema. D’altra parte, un tema come quello della maggior tutela e degli acquisti all’ingrosso di AU ha caratteristiche decisamente delicate e in alcuni casi, lo sappiamo, anche controverse. E comporta implicazioni, anche teoriche, molto significative. L’Italia è un Paese con una propria specificità in Europa, come ha sue specificità l’approccio alla tutela del consumatore di energia. La Commissione europea ha pienamente sancito la nostra legittimità come strumento; comunque, su queste cose è normale e giusto che ci siano posizioni e sensibilità diverse.
D. Tutto questo è sufficiente per gli addetti ai lavori?
R. Sicuramente si tratta un testo fortemente connotato di dettagli tecnici, e non è pensato per una lettura «sotto l’ombrellone». Però ha molti aspetti che si possono considerare divulgativi. Il presupposto per la lettura è che si sia interessati alla materia, non che la si conosca già. Anzi, il volume può costituire un percorso che conduce a capire meglio le dinamiche dei mercati e le relazioni tra i diversi attori che vi agiscono, osservati in un’ottica sia tecnica che economica, che giuridica, e in un contesto di policy italiana ed europea.  

Tags: Novembre 2014

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