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LIVIO GALLO: PROGETTI ENEL PER IMMAGAZZINARE L’ENERGIA ALTERNATIVA

Livio Gallo direttore della Divisione Infrastrutture e reti dell’Enel

Il settore energetico sta affrontando un radicale mutamento, con l’introduzione della generazione distribuita da fonti rinnovabili, con la necessità di rendere partecipe il cliente e con nuovi impieghi del vettore elettrico al fine di raggiungere i target ambientali fissati in sede comunitaria. Di conseguenza si sta superando il modello di esercizio della rete elettrica caratterizzato da flussi energetici monodirezionali, che partono dalle grandi centrali di generazione fino ai clienti finali attraverso la rete di trasmissione e distribuzione; tale modello è gradualmente sostituito da uno nuovo con flussi energetici bidirezionali che possono anche partire dai clienti finali, diventati nello stesso tempo produttori e consumatori. In questa intervista l’ing. Livio Gallo, direttore della divisione Infrastrutture e Reti dell’Enel illustra i progetti che il Gruppo ha in programma.
Domanda. Quali sono gli obiettivi più significativi sui quali punta l’Enel?
Risposta. Enel Distribuzione è concessionaria del servizio di distribuzione elettrica in Italia per circa l’85 per cento dei clienti ed è costantemente impegnata nel miglioramento della qualità, l’efficienza ed efficacia del servizio elettrico anche attraverso l’introduzione delle più moderne tecnologie. In tale campo siamo da più di 10 anni impegnati nel settore delle reti intelligenti (smart grids) detenendo una posizione di leadership in campo europeo e mondiale. Tre sono i principali obiettivi di tali reti intelligenti: il primo è gestire l’energia da fonti rinnovabili, che viene generata in modo intermittente e che rende molto più impegnativo l’obiettivo di bilanciare, istante per istante, l’energia prodotta con l’energia che viene consumata; infatti l’energia generata da fonti rinnovabili non sempre viene generata nei tempi e nei luoghi dove può essere consumata in modo conveniente. Di conseguenza cambia radicalmente il ruolo del distributore elettrico che diventa sempre più protagonista nel bilanciare i flussi energetici, attività che, in gergo tecnico, viene indicata con il termine «dispacciamento».
D. Che cosa comporta questo?
R. La necessità di introdurre una serie di innovazioni tecnologiche quali l’intelligenza distribuita in tutta la rete; Enel ha cominciato da più di 10 anni attraverso i contatori elettronici, che è stato il primo sistema nel mondo in grado di misurare i flussi energetici e gestire operazioni contrattuali da remoto. Con 32 milioni di contatori elettronici l’Enel è leader in campo europeo e mondiale nell’adozione di tecnologie smart grids, rappresentando una vera e propria eccellenza italiana. Attraverso l’intelligenza distribuita è possibile compiere previsioni di consumo e di generazione da parte delle fonti rinnovabili, modificando la configurazione della rete. Oggi la rete deve essere in grado di gestire flussi bidirezionali di energia, gestendo i flussi energetici non solo nello spazio ma anche nel tempo con l’introduzione dei sistemi di accumulo dell’energia elettrica. Per raggiungere questi risultati occorreranno anni di lavoro e investimenti in reti intelligenti che, a livello europeo, sino al 2020 ammonteranno a circa 60 miliardi di euro.
D. Quali sono gli altri obiettivi?
R. Coinvolgere i clienti, stimolare una loro attiva partecipazione al mercato elettrico finalizzata alla piena consapevolezza delle proprie necessità energetiche, coniugando efficacia ed efficienza con il risparmio; ciò grazie a un dispositivo chiamato «Smart-Info» che, una volta inserito in una qualsiasi presa elettrica della rete di casa, dialoga con il contatore elettronico e fornisce una serie di informazioni utili al cliente per comprendere nel modo migliore quali sono i suoi consumi e, di conseguenza, ottimizzarli. Il terzo obiettivo è usare il vettore elettrico in nuove applicazioni: auto elettrica, porti verdi, moderne applicazioni della rete o dell’energia.
D. In che consistono le smart cities?
R. Riguardano un modello di città a ridottissimo impatto ambientale. Promossi dall’Unione Europea, prevedono che queste città tecnologiche riducano le emissioni di CO2 di un 20 per cento in più rispetto agli obiettivi nazionali, raggiungendo tassi molto elevati di sviluppo sostenibile. All’interno delle smart cities il distributore elettrico rappresenta un fattore abilitante per l’integrazione dei flussi energetici in ambito urbano, inoltre è uno dei protagonisti per il coinvolgimento dei clienti finali nell’aumento di efficienza, per la diffusione della mobilità elettrica e nella gestione dell’illuminazione pubblica. Attraverso queste innovazioni possiamo contribuire attivamente nello sviluppo di un indotto industriale italiano. È un rilevante contributo di ricerca e di innovazione tecnologica per la crescita del sistema Paese, che crea nuova occupazione di qualità e reddito per imprese e lavoratori.
D. Può fare degli esempi concreti?
R. Abbiamo avviato progetti pilota per collaudare le tecnologie, esaminare i benefici e pianificare correttamente gli investimenti e gli interventi operativi. Tra i progetti più significativi che stiamo seguendo figura ADDRESS, progetto finanziato all’interno del Settimo Programma Quadro della Commissione Europea e diretto da Enel Distribuzione con budget di 16 milioni di euro: il progetto è volto all’elaborazione di modelli e al compimento di verifiche sperimentali sul campo al fine di coinvolgere il cliente rendendolo protagonista nel mercato dell’energia. Il più impegnativo che ci vede in azione si chiama Grid4EU, con un budget di 54 milioni di euro: un progetto europeo che vede il coordinamento di 6 programmi dimostrativi su larga scala di tecnologie smart grids; per l’Italia il dimostrativo lo stiamo realizzando a Forlì e a Cesena e prevede integrazione della generazione distribuita da fonti rinnovabili, infrastrutture di ricarica dell’auto elettrica e un sistema di accumulo dell’energia. Un altro progetto è incentivato dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas presso Isernia e rappresenta la prima smart grid realizzata a livello nazionale includendo integrazione della generazione delle fonti rinnovabili, infrastrutture di ricarica dell’auto elettrica, sistemi di accumulo, previsione della generazione da fonti rinnovabili, gestione della generazione distribuita e coinvolgimento del cliente e, in particolare, di 8 mila famiglie. Inoltre Enel Distribuzione è impegnata nelle regioni dell’Obiettivo convergenza con investimenti di 200 milioni di euro per il potenziamento e l’introduzione di moderne tecnologie all’interno delle reti elettriche di Campania, Calabria, Puglia e Sicilia.
D. E per l’auto elettrica?
R. Abbiamo sviluppato un nostro sistema ed oggi sono operative in Italia oltre 800 colonnine per la ricarica. Abbiamo cominciato a Milano, Pisa e Roma, che sono state le prime città con il progetto e-Mobility Italy, con un accordo con la Mercedes per la fornitura a 100 clienti della Smart for-two elettrica. Altre città si stanno attrezzando per favorire la diffusione dei mezzi elettrici soprattutto nei centri storici al fine di abbattere completamente la generazione in loco di CO2 e di sostanze inquinanti. Abbiamo firmato un accordo con la Regione Emilia Romagna seguito da accordi con le città di Bologna, Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Ravenna, Ferrara, Imola, lungo l’asse medio padano sino alla riviera adriatica, rendendo l’Emilia Romagna la prima regione europea dotata di infrastrutture di ricarica interoperabili che permettono al cliente di ricaricare il proprio veicolo vedendosi addebitato il costo sul proprio contratto a prescindere dalla società concessionaria del servizio di distribuzione elettrica. L’Enel ha inoltre messo a punto un’«app» per smartphone e indica, a chi usa l’auto elettrica, dove si trova la colonnina più vicina per la ricarica con la possibilità, a breve, di prenotare per determinati periodi l’infrastruttura di ricarica. Il sistema di interoperabilità per la mobilità elettrica deve essere promosso e diffuso, e a questo fine abbiamo raggiunto un’intesa con varie società di distribuzione elettrica come Hera e Acea, inoltre è stato firmato un accordo con Roma Capitale, rendendo la capitale la città italiana con il maggior numero di infrastrutture di ricarica, con più di 200 colonnine. Infine infrastrutture di ricarica sono state installate anche nella Città del Vaticano e nella residenza papale di Castelgandolfo.
D. Quali vantaggi ne derivano?
R. Con l’auto elettrica si dimezzano le emissioni di CO2, risultato di fondamentale importanza nel ciclo della mobilità urbana. Questo dovrebbe favorire la creazione di un parco di mezzi pubblici elettrici. Abbiamo accordi con quasi tutte le case produttrici di automobili. Significativi progetti di smart cities riguardano Genova e Bari. La prima è assegnataria di tre progetti europei sulle smart cities, mentre la seconda ha vinto un bando del Ministero dell’Università e Ricerca con un progetto relativo all’integrazione in ambito urbano dei flussi di energia e dei dati ambientali; infine Enel è Smart Energy e Lighting Partner dell’Expo 2015. La propensione internazionale del nostro Gruppo con Endesa, società del Gruppo Enel, e le smart cities di Barcellona e Malaga.
D. Quanto investite nelle reti?
R. Il nostro piano  prevede investimenti nella rete italiana per un miliardo di euro l’anno. Fuori del territorio nazionale, lavoriamo in Spagna, in Sud America dove operano società del Gruppo Enel, per diffondere le tecnologie smart grids. Con gli amici brasiliani abbiamo sviluppato la città intelligente di Buzios, centro residenziale più alla moda di Rio de Janeiro. Vorrei segnalare un intervento che ci sta molto a cuore, varato per i 50 anni dell’Enel, che si chiama «Enel-Lab», finanziato con 15 milioni di euro in tre anni, finalizzato a promuovere idee innovative attraverso nuove aziende. Si tratta di un «incubatore» riservato ad aziende start up italiane e spagnole che operano nel settore delle clean tech. Nel corso dei prossimi 3 anni, Enel selezionerà 6 start up l’anno che riceveranno, oltre a un contributo economico, il sostegno legale, fiscale e di marketing da parte di Enel. Le giovani aziende vincitrici intraprenderanno quindi un corso formativo per la realizzazione del progetto pilota che le vedrà impegnate per tutto il 2013 e parte del 2014. Il periodo di incubazione sarà strutturato al fine di capitalizzare il valore industriale del progetto realizzato. Al completamento della prima fase di incubazione Enel avrà la facoltà di decidere se inserire le società all’interno del mondo Enel e concedere un nuovo investimento continuando l’erogazione degli stessi servizi elargiti nella prima fase.     ■

Tags: Novembre 2012

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